Africa Extreme, Danilo Callegari supera i 50 km dell’Oceano in 23 ore no stop

Partito da Zanzibar alle 20.30 (ora locale) è approdato non senza fatica sulle coste della Tanzania (Bagamojo) alle 19.30 circa (ora locale). Il racconto di Danilo Callegari

danilo callegari

 

Si è concluso con successo il primo step di Africa Extreme 2015, che ha visto il wild iron man friulano Danilo Callegari percorrere 50 km a nuoto nell’Oceano Indiano in 23 ore non stop. Partito da Zanzibar alle 20.30 (ora locale) è approdato non senza fatica sulle coste della Tanzania (Bagamojo) alle 19.30 circa (ora locale).
A rendere ancora più ardua l’impresa sono state le ore di nuoto al buio, con il mare molto agitato che faceva scarrocciare Callegari ad ogni bracciata. Il mare mosso ha costretto inoltre la barca e il kayak d’appoggio a tenersi a grande distanza dall’atleta aumentando così il rischio di avvicinamento da parte di squali. Il kayak era infatti munito delle antenne antisqualo ma con un raggio d’azione molto limitato.
“Ero quindi ‘solo’ in preda alla paura ma con la voglia di non mollare. Bracciata dopo bracciata i dolori muscolari sembravano sparire sotto l’effetto dell’adrenalina, così come le innumerevoli abrasioni in carne viva su svariate parti del corpo. Avevo paura sì, tanta paura…” queste le prime parole di Danilo Callegari che ancora adesso trema al pensiero costante che l’ha tenuto sveglio negli ultimi mesi: “L’immagine di quell’animale silenzioso e potente che risale rapido dall’invisibile fondale di un mare nero e che con rapidità mi afferra portandomi giù con le sue potenti fauci non mi ha abbandonato per tutta la traversata”.

 

Il momento di crisi psicologica più profonda è stata negli ultimi 5 km, i più difficili e impegnativi di tutte le imprese cha Danilo ha mai compiuto: sovrastato ormai dalla stanchezza solo l’aspetto mentale, la concentrazione e la respirazione e il pensiero che erano gli ultimi km lo hanno letteralmente portato a braccetto verso la costa tanzaniana. A livello fisico, a parte l’incontro-scontro con una medusa che si è appoggiata al volto di Danilo ma che non ha causato gravi danni fisici, il momento più critico è stato nell’uscita dall’acqua. Dopo tante ore immerso in
posizione orizzontale, Danilo ha subito un episodio pre-sincopale con crisi di iperventilazione nel tentativo
di compensare l’acidosi con episodi di vomito, brividi e convulsioni dovuti allo shock termico. Soccorso prontamente da Andrea Gigante, medico rianimatore e da Nicole Chinellato, infermiera, ha ripreso le forze nel giro di poco tempo.
“Mi sento di poter dire che questa volta, più di altre, ho spostato in là i miei limiti fisici e mentali tenendo a giusta distanza “quello squalo” che risiede dentro ognuno di noi”, ha dichiarato infine Callegari.
Adesso, dopo qualche giorno di scarico e di riposo, Danilo Callegari comincerà la sua traversata della savana di corsa percorrendo 1.200 chilometri in 27 giorni, con una maratona al giorno. Raggiunte le pendici del Kilimanjaro (1.600 mt) salirà da un versante fino alla vetta (5.895 mt) senza l’ausilio di campi intermedi e ossigeno, per poi ridiscendere dall’altro versante, il tutto entro il tempo-limite delle 24 ore.

 

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