Cascate di ghiaccio, i consigli del Soccorso Alpino Trentino
Vademecum del Cnsas su alcune regole da seguire in questo particolare periodo, occhio alle temperature…
Pochi giorni fa il crollo della cascata ghiacciata “Nova” in Val Daone, che ha travolto due alpinisti; in Norvegia lo scorso mese perse la vita una guida alpina lombarda… le cascate di ghiaccio vanno affrontate con cautela e conoscenza. Ebbene, il Soccorso Alpino Trentino ha pubblicato un vademecum. Il periodo è delicato e vano tenute sott’occhio le temperature.
Ecco il testo del Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino:
Il periodo può essere ancora adatto per frequentare cascate di ghiaccio purché venga prestata attenzione a tutti gli elementi che possono condizionare la stabilità del ghiaccio e i rischi dovuti a scariche causate dall’innalzamento delle temperature e dalla neve accumulata a monte.
Molte cascate di ghiaccio soprattutto quelle di difficoltà facile e media, si formano nei canali di scorrimento dell’acqua che diventano inevitabilmente zone di grossi accumuli di neve trasportata dal vento e di conseguenza zone potenzialmente ad alto rischio per la caduta di valanghe.
Tali scariche possono essere anche di grosse dimensioni in relazione al rialzo termico che va a interessare i pendii sovrastanti spesso ancora carichi di neve.
Inoltre, la maggior parte delle cascate frequentate dagli scalatori appassionati a questa disciplina sono comprese in una fascia altimetrica che in questo periodo è quella più soggetta a maggiori escursioni termiche.
Consigli importanti:
– attaccare le cascate di ghiaccio di buon mattino;
– prevedere il rientro prima che il sole renda le pareti instabili e pericolose;
– valutarne con particolare prudenza gli appoggi basali e la presenza di eventuali fessure;
– osservare la colorazione del ghiaccio ed evitare le cascate di colorazione biancastra;
– considerazione l’ipotesi di variare la salita programmata in funzione di una maggiore sicurezza e in caso di dubbi non esitare a rinunciare.
Buone salite!