Cesare Bianchi: “Ok al comprensorio sciistico Cervino-Monte Rosa, ma rispettando l’ambiente”
Intervista sulle priorità e sui temi di stretta attualità inerenti la montagna a Cesare Cesa Bianchi rieletto per il triennio 2015-2018 presidente del Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane (Conagai). Su croci ed altre infrastrutture sulle vette delle montagne italiane dice basta a nuovi elementi per rispettare l’ambiente. La sua posizione su eliski, albergatori-accompagnatori, il reality di Raidue sul Monte Bianco ed altro ancora…
Una rielezione all’insegna della continuità, quali sono le priorità per questo triennio?
Prima di tutto il riordino del settore outdoor relativo alla montagna, quindi il riammodernamento della legge L 6/89, con l’introduzione del Maestro di arrampicata, della Guida canyoning e l’ampliamento della competenze dell’Accompagnatore di media montagna e della Guida vulcanologica, con relativo diritto di voto e rappresentanza all’interno del Collegio Nazionale e dei Collegi Regionali di tutte queste figure. Altra priorità, strettamente collegata a questa, un confronto dove è possibile, e dove non sarà possibile uno “scontro”, con quelle figure, più abusive che legali, che operano attualmente nell’ambito del canyoning e dell’escursionismo in montagna, fuori dal quadro tracciato dalla legge L 6/89. Poi faremo un ulteriore sforzo a livello di comunicazione: sia interna, quindi verso le Guide, sia verso il pubblico, e quindi anche i frequentatori della montagna, e soprattutto verso le Istituzioni, perché ci sia un’informazione sempre più precisa e puntuale sul nostro mondo. Infine a livello internazionale l’ottenimento della “card europea delle Guide”. La Guida Alpina è stata infatti inserita tra le professioni pilota per il riconoscimento di una carta europea delle professioni: qui siamo molto avanti, ma c’è da portare a termine anche questo lavoro che da una parte garantisce il livello qualitativo di sicurezza delle Guide, e dall’altro favorisce la libera circolazione dei professionisti.
Qual è la sua posizione e quella delle Guide Alpine sulla pratica dell’eliski? Avete iniziative e prese di posizione in merito?
Sono favorevole nell’ambito di una regolamentazione rispettosa dell’ambiente e delle persone che vivono in quegli ambienti. Chiudere l’eliski in alcune valli come la Valgrisenche vuol dire eliminare anche tutto l’indotto e il lavoro che si è sviluppato attorno a questa attività. Ma è necessaria una seria regolamentazione: servono regole chiare, basate sull’esperienza di altre realtà e dei professionisti. Regolamentare non vuol dire vietare, che è la cosa più semplice. Si possono pensare tante soluzioni ed è importante guardarci intorno: in Svizzera la regolamentazione funziona bene da almeno 10 o 15 anni.
Cosa ne pensa della decisione di dare la possibilità agli albergatori di accompagnare i turisti in montagna?
A ognuno il suo mestiere. È un’idea da bocciare assolutamente, sia per un discorso di qualità sia per un discorso di sicurezza. Le attività di accompagnamento in montagna presentano dei rischi e solo dei professionisti adeguatamente formati come sono le Guide Alpine, gli Accompagnatori di media montagna, le Guide Vulcanologiche, sanno gestire. Permettere questo tipo di accompagnamento, magari anche solo su sentieri, a persone non formate non va bene. Nel campo dell’escursionismo, se guardiamo le statistiche, si verificano il maggior numero di incidenti, e cosa facciamo? Andiamo ad affidare l’attività di accompagnamento a chi non ha nessun tipo di formazione? Nello sviluppo del turismo deve esserci al primo posto la tutela del cliente, del turista, non è giusto esporlo a rischi per una falsa idea di risparmio.
Mount Live la scorsa settimana ha pubblicato una intervista al portavoce di Mountain Wilderness che sta portando avanti ormai da qualche anno la battaglia contro il posizionamento di croci ed altre infrastrutture su vette e creste delle montagne italiane. Qual è la sua posizione in merito?
Sulle nostre montagne ci sono croci e targhe storiche che è bene che restino, magari con una adeguata manutenzione affinché non siano pericolose. Quanto al posizionamento di nuovi elementi, lascerei perdere: è una buona occasione per rispettare l’ambiente, al di là delle credenze religiose e dei ricordi di qualcuno di caro che si è perso in montagna.
In questi giorni in Valle d’Aosta i cittadini sono chiamati ad una consultazione popolare per esprimere la propria opinione sulla realizzazione di un maxi-comprensorio sciistico tra Monte Rosa e Cervino e sempre in questi giorni si sta girando un reality tv ad opera di Raidue sul Monte Bianco (pare che partecipino anche le Guide che accompagneranno i vip sino in vetta): lei è più per una visione turistica o dà priorità alla tutela ed ha una visione “conservatrice” della montagna?
Io do priorità ad entrambe le cose: a un turismo sostenibile e che dia lavoro alla gente delle valli senza disintegrarle. Dopo di che il collegamento ci può stare, è un progetto grandioso, verso cui non ho particolari preclusioni, purché sia costruito nel maggiore rispetto possibile. Abbiamo costruito la Galleria di base del Lötschberg, del Gottardo e magari, riuscissimo a fare qualcosa di analogo al posto delle nostre autostrade, non sarebbe male. Quanto al reality, la mia opposizione è in generale ai reality…li trovo di una tristezza infinita!
Fabio Zampetti
direttore@mountlive.com
Caro presidente, spero stia parlando a titolo personale. Non mi risulta sia stato investito di nessun mandato rappresentativo pro-comprensorio sciistico da parte della categoria che, al momento, ancora fonda il proprio lavoro sull’integrità della montagna.
Cordialità
Michele Comi guida alpina