Da oggi non rispondere “Crepi il lupo” ma “Viva il lupo”. Stop ai crimini di natura

lupo
Partita la campagna WWF

Partita la campagna WWF “Fermiamo i crimini di natura”. “Il destino del lupo è nelle tue mani: “Crepi il lupo” o “Viva il lupo”. Tu da che parte stai? Siamo abituati ad ascoltare storie in cui è il lupo ad essere il cattivo. Nella storia vera però, è questa specie ad essere vittima dell’uomo. Ti basti pensare che ogni anno a morire sono oltre 300 esemplari.
Il lupo continua ad essere una specie a rischio, nonostante sia un tassello fondamentale della vita delle nostre foreste. Predando infatti gli erbivori, i lupi controllano la loro espansione, impedendo la distruzione dei nostri boschi e la diffusione di malattie contagiose.
Ecco perché è importante proteggere il lupo, ed ecco perché abbiamo bisogno del tuo aiuto. Al prossimo “In bocca al lupo” rispondi con un consapevole “Viva il lupo!” e sostieni il nostro progetto di raccolta fondi. Nonostante la legge punisca i Crimini di Natura, questi continuano a perpetrarsi. Sembra assurdo, ma neppure nei parchi nazionali il lupo oggi è al sicuro. Le trappole del bracconiere, i lacci, gli spari e i bocconi avvelenati arrivano persino nelle aree protette, uccidendo il 20% degli esemplari in Italia. E come se non bastasse la frammentazione e il degrado del suo habitat e la scomparsa dei corridoi naturali mettono il lupo in serio pericolo. Ne sono una conseguenza le numerose morti di lupi per incidenti stradali.
Da più di 40 anni – aggiungono dal WWF – ci battiamo per la sua salvaguardia. Da soli 100 esemplari negli anni 70′, oggi si contano circa 1600 lupi tra le Alpi e gli Appennini. Ma si tratta ancora di numeri bassi. Il lupo continua ad essere una specie a rischio estinzione.
Con il tuo aiuto acquisteremo recinti elettrificati e cani pastore da consegnare agli allevatori, in modo che i lupi possano muoversi senza il rischio di finire in una tagliola. Inoltre acquisteremo degli strumenti di segnaletica ottica per allertare gli automobilisti dell’arrivo in strada di animali selvatici. Infine finanzieremo i nostri Centri di recupero per occuparci dei lupi feriti e ci impegneremo nella creazione di biocorridoi naturali in modo tale i lupi possano spostarsi senza correre pericoli tra le Alpi e gli Appennini”.

Alessandro De Biasio
a.debiasio@mountlive.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio