Dopo quattro secoli di estinzione gli ibis tornano sulle Alpi

Tutto nasce nel 2002, quando un gruppo di biologi e piloti austriaci dà vita al Waldrappteam, un progetto che si prefiggeva la ricostituzione di una popolazione selvatica di “eremiti” migratori, tramite la trasmissione culturale, dall’uomo agli uccelli, della rotta dall’Alta Austria e Baviera fino alla Toscana meridionale, a giovani esemplari nati in cattività e imprintati su genitori adottivi umani.
La migrazione guidata dall’uomo è iniziata nel 2003 con un primo tentativo fallito. Poi dal 2004 al 2011 si sono susseguite 7 migrazioni, sempre guidate dall’uomo, con partenza da Salisburgo o Burghausen ed arrivo presso l’Oasi WWF di Orbetello (GR). Durante questo periodo un totale di 95 uccelli sono stati addestrati a seguire l’ultraleggero e di questi 81 sono arrivati a destinazione.
Nel 2011 gli ibis hanno iniziato a migrare autonomamente dalla Toscana all’area di riproduzione sulle Alpi per poi tornare a sud in autunno. Nel 2014 le anomalie climatiche hanno disturbato la consueta migrazione autunnale degli ibis e a metà agosto, oltre una ventina di ibis “autonomi” hanno cominciato a migrare, partendo dai loro luoghi di riproduzione a Burghausen in Baviera e a Kuchl nel Salisburghese: per la prima volta uccelli provenienti da due diverse zone di riproduzione si sono riuniti nei pressi della città di Salisburgo e, in un unico gruppo, hanno volato insieme verso sud fino al margine settentrionale degli Alti Tauri. Qui si sono però fermati, molto probabilmente a causa del clima estremamente mite, con temperature ben al di sopra dello 0. A Natale, gli uccelli, ancora fermi, erano in ottima forma e trovavano ancora abbondanti opportunità di alimentarsi. Nella settimana dopo Natale vi è stato però un cambiamento meteo molto rapido e drastico: la temperatura è scesa abbondantemente al di sotto dello 0 e gli uccelli, persa l’ultima occasione per partire, sono rimasti intrappolati in una situazione meteorologica molto critica e in assenza di cibo.

ibis

In un salvataggio in extremis sono stati catturati 17 esemplari, mentre altri due uccelli, dei quali non è stata possibile la cattura, sono morti di freddo e inedia ed un terzo, altrettanto non catturabile si è spostato autonomamente in Baviera ed è probabilmente tuttora in buona salute.
Il 3 gennaio, i 17 uccelli catturati avevano recuperato condizioni fisiche adatte alla loro re-immissione in natura. I responsabili del progetto Waldrappteamun, come punto di rilascio, hanno scelto la zona dell’aeroporto di Bolzano in Alto Adige, da dove la strada verso sud è aperta e priva di ostacoli e non vi è praticamente neve al suolo. Il giorno seguente al rilascio, 8 uccelli si sono involati in direzione sud, verso l’area di svernamento, mente gli altri sono ancora in Alto Adige. I 5 rimasti sulle piane erbose dell’aeroporto di Bolzano sono tutti giovani che, perso il contatto con gli adulti non conoscono la rotta verso la Toscana. Gli operatori del Waldrappteam stanno quindi cercando di catturarli: a tal fine nel pomeriggio del 7 gennaio hanno montato una voliera sui prati dell’aeroporto, utilizzando come “richiamo” un ibis eremita catturato recentemente a Bressanone.
Alcuni esemplari sono stati avvistati anche in Trentino, dal 6 gennaio ad oggi. Hanno sostato in alta val di Non, nei territori di Malosco, Sarnonico e Rumo e sono stati monitorati dalle locali stazioni forestali della Provincia anche grazie alle numerose segnalazioni di cittadini. In data odierna un ibis è stato recuperato in Trentino dai responsabili del progetto e sarà ora accudito per poi essere ricondotto alla struttura di provenienza.
Il viaggio degli uccelli può essere seguito con l’applicazione AnimalTracker freeware. Ulteriori informazioni possono essere trovate sul sito web: www.waldrapp.eu

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