Everest, un anno fa la tragedia. Morirono 16 Sherpa

Oggi celebrazioni a Kathmandu e al campo base: le spedizioni ferme per l’intera giornata. Aperta una nuova via sulla sinistra del Khumbu Icefall. Previsto un fondo di assistenza per gli Sherpa tramite le tasse di autorizzazione a carico degli alpinisti

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Oggi a a Kathmandu, in Nepal, le celebrazioni in memoria delle 16 guide sherpa morte esattamente un anno fa a causa di una valanga sull’Everest. L’evento organizzato dal Nepal Mountaineering Association: sono stati accesi bastoncini di incenso e posati fiori davanti alle foto degli alpinisti morti da parte di parenti e amici che hanno partecipato alla cerimonia.

 

Spedizioni ferme. Un’altra celebrazione, in concomitanza a quella svoltasi a Kathmandu, si è tenuta anche al campo base dell’Everest: tutte le spedizioni si sono fermate per un giorno e gli gli alpinisti presenti al campo base hanno pregato per le vittime. Circa 400 scalatori insieme a 800 tra sherpa e aiutanti hanno tenuto una funzione religiosa.

 

La tragedia. Avvenne verso le 05.30 del mattino vicino al campo base 1. Gli Sherpa stavano fissando le corde per permettere agli alpinisti per cui lavoravano di salire quando si è scatenato l’inferno: tutti travolti dalla valanga. Da allora il Governo nepalese bloccò tutte le spedizioni per l’intera stagione ed ora è stato modificata la via di salita sul Tetto del mondo.

 

La nuova via. La nuova rotta vedrà scalatori e sherpa passare per una via più centrale attraverso il Khumbu Icefall tra campo base e C1, evitando la parte sinistra della cascata, lì dove è avvenuto l’incidente lo scorso anno. “Crediamo che il rischio di valanghe sul lato sinistro del Khumbu Icefall è in crescita e quindi abbiamo spostato il percorso verso il centro, dove non c’è questo pericolo”, ha spiegato alla BBC Ang Dorje Sherpa, presidente del Comitato Sagarmatha Pollution Control, organizzazione autorizzata dal governo ad individuare la via normale dell’Everest. Bisogna dire, tuttavia, che il nuovo percorso non è una novità, in quanto è stato già battuto da alpinisti che hanno scalato l’Everest per la via normale 20 anni fa. Il percorso allora però fu modificato per la spalla occidentale perché più breve e più facile per alpinisti inesperti.
“Il percorso attraverso la parte centrale sarà difficile e più a lungo, ma sarà relativamente libera del rischio di valanghe e le pareti di ghiaccio e ghiacciai sospesi relativamente lontano” ha concluso Ang Dorje Sherpa.

 

Il fondo di previdenza. Il portavoce del dipartimento del Turismo, Tulsi Gautam, ha reso noto che il governo ha deciso di istituire un fondo di previdenza per gli sherpa nepalesi, pagato attraverso le tasse di autorizzazione a carico degli alpinisti stranieri che chiedono di scalare l’Everest.

 

Giro d’affari. In Nepal l’alpinismo rende più di 3 milioni di dollari di entrate ogni anno. Nel 2015 sono già stati rilasciati 347 permessi. Per scalare l’Everest il costo è di undicimila dollari a testa.

 

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