Firma anche tu l’appello per la salvaguardia dei Piani di Castelluccio di Norcia

Nuovo appello dell’associazione Mountain Wilderness alla ragionevolezza e al rispetto ambientale per la salvaguardia e l’integrità dei Piani di Castelluccio di Norcia

castelluccio di norcia

 

Pubblichiamo integralmente l’appello di Mountain Wilderness:

 

Appello alla ragionevolezza e al rispetto ambientale per la salvaguardia e l’integrità dei Piani di Castelluccio di Norcia

 

Invitiamo Enti, Associazioni, Comitati e singoli cittadini ad aderire all’Appello per la tutela di uno degli ambienti naturali più belli del nostro Paese.

 

– Al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Segreteria Ministro c.a. Avv. Vittorio Sepe Segreteria Capo Gabinetto c.a. Cons. Guido Carpani

e, p.c.

– Direzione Generale PNM c.a. Dott.ssa Maria Carmela Giarratano – Direzione Generale SVI c.a. Dott. Francesco La Camera – All’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini c.a. Presidente Oliviero Olivieri – Alla Regione dell’Umbria c.a. Presidente Catiuscia Marini – Alla Provincia di Perugia c.a. Presidente Nando Mismetti – Al Comune di Norcia c.a. Sindaco Nicola Alemanno

 

Oggetto: APPELLO ALLA RAGIONEVOLEZZA E AL RISPETTO AMBIENTALE PER LA SALVAGUARDIA E L’INTEGRITÀ DEI PIANI DI CASTELLUCCIO DI NORCIA

 

Con grande preoccupazione apprendiamo, casualmente, dell’esistenza e della definizione di un Piano per la Mobilità Dolce a Castelluccio di Norcia, del cui ‘anticipo’ abbiamo potuto prendere visione con l‘area parcheggio ‘sperimentale’ in pieno Pian Grande già funzionante. Nella convinzione che

una “area protetta” è e deve restare tale, in specie un Parco Nazionale

la sua finalità è quella di proteggere la biodiversità e gli ecosistemi

il ‘problema traffico/sosta’ non dovrebbe neppure porsi in quanto evidentemente una contraddizione in termini

ogni e qualsiasi modificazione antropica e infrastrutturale determina un’alterazione permanente ed irreversibile sia degli equilibri ecosistemici, che dell‘assetto formale funzionale del paesaggio nonché la delusione delle aspettative di chi consapevolmente fruisce del Parco

i Piani di Castelluccio sono un Bene Comune, un Patrimonio dell’Umanità, un Sito di Importanza Comunitaria, che non può sottostare a motivazioni privatistiche o eminentemente finalizzate alla monetizzazione

la comunità di Castelluccio può trarre maggior beneficio economico, ritorno d’immagine, salvaguardando –come in larga parte ha fatto sinora- l’integrità naturalistica, ambientale, paesaggistica del proprio luogo di vita

 

CHIEDIAMO

 

per quale ragione non vi sia stata alcuna forma di partecipazione e consultazione per il PAMS e le decisioni già adottate, delle Associazioni Ambientaliste

se ci si sia resi conto e si siano valutati gli aspetti negativi che opere infrastrutturali permanenti possono determinare

se si sia valutato che si sta optando per una visione turistica ‘mordi/fuggi/depreda’ e infine ‘getta’, concentrata in un periodo limitato e delicatissimo come quello della Fioritura dell’altipiano, ignorando la possibilità di valorizzare un territorio unico nel suo genere, dall’aspetto integro e selvaggio ancorché prodotto dall’interazione millenaria, sapiente, lenta e rispettosa tra Uomo agricoltore-allevatore e Natura, attraendo e fidelizzando flussi turistici importanti e consapevoli diluiti e costanti nell’intero arco dell’anno. Ci riferiamo soprattutto al turismo europeo (inglesi, danesi, tedeschi,…) che predilige e frequenta questi luoghi in ogni stagione, proprio amandone e riconoscendone l’aspetto incontaminato, selvaggio, e le atmosfere magiche; al turismo scolastico indirizzato all’educazione ambientale; al turismo sportivo consapevole e regolamentato

se sia stata valutata la trasformazione inesorabile e progressiva del paesaggio e dei contenuti culturali che trasmette: da Parco Nazionale a Parco ‘a tema’, a Luna Park, senza soluzione di continuità, non considerando affatto che l’appeal e la cifra attrattiva di questi luoghi è l’atmosfera arcaica e selvaggia, la solitudine, il silenzio, l’ampiezza degli spazi incontaminati

se si sia tenuto conto che ‘lo spettacolo’, qui, è SOLO e SEMPLICEMENTE la Natura e le sue componenti ancestrali: Aria (non ammorbata dagli scarichi delle auto e delle moto), Acqua (non contaminata dagli scarichi dei camper, o ‘rapinata’ a valle per progetti tanto inutili quanto faraonici), Terra (dai magici colori e dalla grande generosità produttiva), Fuoco (dei tramonti e delle albe che arrossano e indorano i crinali delle montagne). Se si perde tutto questo nei rumori, nei lezzi, nel consumo di suolo, nell’apertura di nuova viabilità, si frantuma, banalizza, spezza il brand ‘Piani di Castelluccio’. Per tali motivi è indispensabile retrocedere da progetti invasivi e privi di senso

se si sia considerato che nonostante sui Piani (zona A del Parco e Siti Natura 2000) insistano terreni proprietari privati e/o della Comunanza, ciò non significa che quest’area non sia soggetta a vincolanti e prescrittive leggi nazionali ed europee sulle aree protette

 

RITENIAMO

 

che attirare il cosiddetto ‘turismo ambientale’, riportare l’uomo in natura, non significhi ‘semplificare’, banalizzare, volgarizzare i territori protetti, rendendo tutto ‘comodo’ e facile: un facsimile di città con soluzioni azzardate e pasticciate volte a garantire il ‘comfort’ e l’assenza di ‘disagi’ dovuti all’ambiente naturale

che il turista vada educato alla ‘diversità’ di approccio e di contesto; al rispetto, alla consapevolezza di sentirsi ospite e non padrone, alla presa d’atto che anche altre forme di vita, sia animali che vegetali, sono co-proprietarie di quei luoghi e li coabitano

che il problema del “traffico a Castelluccio” sia un problema mal posto in quanto, -per le ragioni sopra esposte-, lì le auto non dovrebbero proprio arrivare, coerentemente alla sua natura di area fra le più pregiate e suggestive del Parco (i’isolamento’, dovrebbe vendere, non la brutta imitazione di Cortina d’Ampezzo nell’ora di punta, o i fumi di un ingorgo sul Raccordo Anulare)

che i luoghi logisticamente deputati e già predisposti e in parte strutturati per ospitare parcheggi debbano essere le tre forche di accesso ai Piani: Forca di Presta, Forca di Gualdo/Monte Prata, Scentinelle, con servizi di navette elettriche a disposizione dei turisti nei periodi di maggior afflusso

che i campeggi debbano essere realizzati a valle, in area prive di impatti significativi

che il tema dell’ospitalità turistica debba essere risolto e ripensato -a Castelluccio e nei piccoli centri ricadenti nell’area d’influenza di cui trattasi- , in termini di ‘albergo diffuso’, oltre che valorizzando le strutture ricettive già presenti

Confidiamo ancora che la ragionevolezza e la trasparenza di scelte e procedure, prevalga su visioni di breve portata e inefficaci (che potrebbero ingenerare una sorta di circolo vizioso, una reazione a catena: più turismo + auto + parcheggi, e così via, in una spirale senza ritorno) e di corto respiro.

 

Promotori dell’Appello:

Prof. Bernardino Ragni (zoologo)

Mountain Wilderness Italia Onlus

WWF (Umbria e Marche)

Pro Natura Marche

Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus

Associazione Mediterranea per la Natura

Comitato per l’Acqua Bene Comune Terni

Lupus in Fabula Associazione Ambientalista Onlus

 

per segnalare adesioni all’appello si prega di inviare un messaggio a umbria@mountainwilderness.it  indicando il vostro nome, cognome, qualifica (opzionale).

 

2 Commenti

  1. Non si capisce come si farà ad accedere LIBERAMENTE alla Piana nei periodi lontani dalla fioritura, come l’inverno, ad esempio. E sarebbe anche interessante capire perchè ci si preoccupa degli scarichi dei camper (inesistenti) e non dell’olio perso dai trattori e dai fumi dei fuoristrada vetusti dei lavoratori. Trattori e fuoristrada elettrici esistono? Che interessi avete nel volere questa cosa?

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