Gran Paradiso, ghiacciaio di Money ritirato di 52 metri
L’Ente Parco conduce periodicamente ricerche e monitoraggi sui ghiacciai presenti nel Parco Nazionale Gran Paradiso. I risultati dell’ultima campagna non sono purtroppo confortanti; complice l’estate appena passata, che si è rivelata tra le più calde degli ultimi due secoli, tutti i ghiacciai del Gran Paradiso controllati sono arretrati
Le rilevazioni sono condotte dal Corpo di sorveglianza del Parco e dagli operatori del Comitato Glaciologico Italiano, i dati raccolti dimostrano un intenso regresso glaciale che sta portando alla forte riduzione o estinzione dei ghiacciai di minori dimensioni presenti nell’area protetta, con la divisione di alcuni di quelli maggiori e una rapida trasformazione del paesaggio dell’alta montagna.
I ritiri frontali sono stati a volte eccezionali. Il valore massimo è stato registrato al ghiacciaio di Money, in Valle di Cogne, che è arretrato di 52 metri ed è diminuito di spessore. L’innevamento residuo, ovvero la copertura nevosa che rimane sul ghiacciaio al termine della stagione di ablazione, è scarso e a volte completamente assente, venendo a mancare la linfa vitale per l’esistenza del ghiacciaio stesso.
Significativo è il caso del ghiacciaio del Grand Etret, il cui bilancio di massa, parametro che esprime meglio di altri lo stato di salute di un ghiacciaio, relativo al periodo 2014-2015, è risultato negativo con una perdita di quasi due metri di equivalente in acqua. Dal 1999 ad oggi il ghiacciaio ha perso più di 16 metri di spessore.
Particolare rilievo ha anche l’aspetto ambientale della ricerca; il lavoro dei guardaparco viene condotto con un impatto quasi nullo. Per raggiungere i luoghi delle rilevazioni infatti non vengono utilizzati elicotteri, ma solamente gli sci o i ramponi.
Il direttore del Parco, Michele Ottino, commenta così i risultati “Da anni seguiamo con attenzione i ghiacciai presenti nel Parco ed il loro arretramento, da porre in relazione al riscaldamento globale di questi ultimi lustri. Queste attività sono utili per monitorare i cambiamenti climatici e comprenderne le cause e sono possibili grazie all’insostituibile lavoro sul campo e di elaborazione dei guardaparco”.