Gran Sasso, ok del Parco alla nuova seggiovia Le Fontari
Il Consiglio Direttivo ha espresso parere favorevole alla prosecuzione dell’iter autorizzativo sul progetto di sostituzione della seggiovia
Il Consiglio Direttivo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si è riunito ieri in seduta straordinaria, a seguito della nota giunta dal Ministero dell’Ambiente e recante osservazioni in merito alla delibera del 29 maggio scorso, in cui il Direttivo ha espresso un parere favorevole alla prosecuzione dell’iter autorizzativo sul progetto di sostituzione della seggiovia “Le Fontari”.
Sulla questione, dopo ampia discussione e disamina, la maggioranza dei Consiglieri ha ribadito la correttezza e la validità dell’atto, nel quadro della procedura amministrativa del rilascio della VIA da parte della Regione Abruzzo.
Due i capisaldi a sostegno della decisione. Da un lato la considerazione dell’interesse pubblico e della pubblica sicurezza e, dall’altro, il parere favorevole già espresso in passato dallo stesso Ente Parco sui progetti di sostituzione della seggiovia della Scindarella, nel 2002, e di quella di Prati di Tivo nel 2007. Trattasi, nell’analisi del Consiglio Direttivo, di argomenti di analoga fattispecie che, stante la medesima legislazione, devono essere trattati allo stesso modo.
Per quanto attiene alla nota del Ministero dell’Ambiente, la decisione del Consiglio è stata quella di inviare tutte le necessarie precisazioni ed integrazioni, al fine di chiarire le motivazioni della propria scelta deliberativa. La documentazione, prima dell’invio al Ministero, sarà comunque discussa ed analizzata nella prossima riunione del 21 luglio.
Il Presidente dell’Ente, Arturo Diaconale, consapevole del clima incandescente che sta inasprendo questa fase del progetto, ha sostenuto la legittimità della scelta del Consiglio Direttivo che, pur rispettando pienamente l’autonomia dell’istruttoria tecnico-scientifica, ha espresso valutazioni che coinvolgono il piano politico e la considerazione del pubblico interesse. “Il governo nazionale deve chiarire – ha detto – chi abbia priorità sulla questione: il Ministero delle Infrastrutture che finanzia progetti destinati alla rinascita di un territorio, o quello dell’Ambiente che li blocca”.