I familiari dei dispersi in Nepal Benedetti e Poyer ricevuti alla Farnesina
Dopo giorni di ricerche nessuna traccia dei corpi dei due italiani morti a causa del terremoto che ha colpito il Nepal lo scorso 25 aprile. Il lavoro del team ha permesso di fare piena luce sulla dinamica dell’evento che ha coinvolto i due trentini, anche grazie alle testimonianze raccolte da alcuni sopravvissuti nepalesi
I familiari degli alpinisti trentini Renzo Benedetti e Marco Poyer, dispersi nella valle del Langtang all’indomani del terremoto che ha colpito il Nepal lo scorso 25 aprile sono stati ricevuti alla Farnesina dal Capo dell’Unità di Crisi, Claudio Taffuri, assieme al Capo del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale Fabrizio Curcio in rappresentanza delle varie articolazioni dello Stato intervenute nell’emergenza Nepal. Presenti all’incontro anche il Capo della Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento Roberto Bertoldi nonchè il team di esperti del Soccorso Alpino Trentino che hanno condotto le ricerche in Nepal nel corso delle scorse settimane assieme ad un funzionario della Farnesina ed uno della Protezione Civile Nazionale.
I familiari dei due alpinisti trentini sono stati informati degli esiti delle attività di ricerca condotte dal team che, in stretto coordinamento anche con gli altri Stati membri dell’Unione europea, con gli Stati Uniti e con Israele – Paesi che hanno cittadini scomparsi nella regione del Langtang -, ha organizzato varie ricognizioni aeree, effettuate con un elicottero condotto da un pilota del Nucleo Elicotteri della Provincia autonoma di Trento presente sul posto ed attrezzato per le operazioni in alta quota, nonché una serie di interventi sul terreno per individuare i corpi dei due connazionali.
Il lavoro del team ha permesso di fare piena luce sulla dinamica dell’evento che ha coinvolto i due trentini, anche grazie alle testimonianze raccolte da alcuni sopravvissuti nepalesi, pur non arrivando all’individuazione dei corpi ancora sepolti, assieme ad altri, dalla grande quantità di roccia e ghiaccio staccatasi dal costone della montagna a seguito del sisma.
I familiari di Benedetti e Poyer hanno ringraziato le istituzioni per gli sforzi e le risorse impegnate per la ricerca dei loro congiunti.