Lampada ricavata da una bomba sull’Adamello arde sulla tomba di Giovanni Paolo II
Il dono al Papa che amava la montagna è arrivato dalla delegazione Ana di Trento anche in ricordo di tutti i caduti della Prima Guerra mondiale
La lampada del 51esimo pellegrinaggio alpino in Adamello da oggi arde sulla tomba di Papa Giovanni Paolo II, in Vaticano a Roma. È stato un incontro carico di simboli, sparsi negli oggetti e nei luoghi, quello che ha visto la deposizione della lampada, ricavata da una scheggia di bomba rinvenuta sul ghiacciaio dell’Adamello, sulla tomba del Papa Santo. Il dono è arrivato da una nutrita delegazione dell’Ana di Trento, con in testa il suo presidente Maurizio Pinamonti, accompagnata dalla sezione della Vallecamonica, guidata dal presidente Giacomo Cappellini. “Pace, fratellanza, convivenza, speranza in un mondo più solidale: questi i valori che si respiravano durante una cerimonia molto sentita”.
Nella Basilica di San Pietro, a rappresentare la Provincia autonoma di Trento, il presidente e l’assessore alla coesione sociale. ” Siamo qui – ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento – con sincera commozione, anche per ricordare che cento anni fa nei nostri territori si combatteva. Oggi, sia assistiti dalla fede, per chi ce l’ha, sia con l’esempio dei valori che ci sono stati tramandati, siamo impegnati a costruire la convivenza e la collaborazione tra i popoli e le comunità. Vogliamo seguire la via che Giovanni Paolo II ci ha insegnato: quella della pace, dell’accoglienza e dell’apertura di fronte ad un mondo che cambia. Dai luoghi della Grande Guerra, dal Trentino, portiamo a Roma una fiammella di pace”. “Solidarietà e amicizia – ha detto Pinamonti – sono i valori di cui vuole essere portatrice questa lampada, realizzata e donata per riaffermare il valore della pace”.
La lampada, ricavata, come detto, da una scheggia di bomba rinvenuta sul ghiacciaio dell’Adamello, e benedetta dall’Arcivescovo di Trento Monsignor Luigi Bressan, era stata affidata nelle mani del Cardinale Giambattista Re, delegato pontificio per la cerimonia di chiusura del 51° Pellegrinaggio avvenuta a Tione di Trento, con la promessa di ritrovarsi a Roma per posarla definitivamente sul sepolcro del Papa Santo. Per l’occasione gli Alpini trentini hanno organizzato alcuni pullman che hanno viaggiato alla volta della capitale. Così, dopo la S.Messa, presieduta da Sua Eminenza Cardinale Angelo Comastri e concelebrata dal delegato arcivescovile di Trento Monsignor Umberto Giacometti, che è stata accompagnata dal Coro della Sezione ANA di Trento e si è conclusa con la preghiera dell’alpino, una piccola processione ha portato la lampada dalla zona delle tombe vaticane, dove è stato celebrato il rito religioso, fino alla sovrastante basilica, sulla tomba di Giovanni Paolo II.
La cerimonia ha offerto l’occasione anche per tracciare un profilo della figura e del pontificato di Giovanni Paolo II”. La lampada – ha aggiunto il presidente Pinamonti – rappresenta la luce della pace, in ricordo della presenza di Papa Giovanni Paolo II sull’Adamello, ma anche la viva memoria di tutti i caduti della prima Guerra Mondiale”. Al momento del dono della lampada hanno assistito, nella Basilica di S. Pietro, le centinaia di persone che la affollavano. Quello tra Karol Wojtyla e la montagna è stato un rapporto molto intenso; anche con l’Adamello, che il Santo Padre visitò nel 1984, assieme all’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, e nel 1988, quando al rifugio dedicato “Ai Caduti” celebrò la messa davanti a 2000 penne nere arrivate in pellegrinaggio dal Trentino e dalla Lombardia in uno dei luoghi simbolo della “Guerra Bianca”. Domani le penne nere trentine parteciperanno all’Angelus di Papa Francesco in piazza S. Pietro, per poi rientrare a Trento.