Moro: Film Everest, peccato che la fonte sia il libro sbagliato o meglio la voce sbagliata
Moro interviene a pochi giorni di distanza dalle accuse alla pellicola (ha aperto il Festival del cinema di Venezia) da parte di Reinhold Messner. Moro ricorda il suo amico Boukreev
“Non giudico mai qualcosa che non ho visto e onestamente spero che sia un bel film e che faccia un buon intrattenimento cinematografico. Non mi aspetto autenticità o la narrazione corretta, vera e scrupolosa di ciò che realmente accadde in quel terribile giorno del 1996. Penso che non sia nemmeno lo scopo e l’intento del regista”. Pochi giorni fa sul film Everest è intervenuto anche Reinhold Messner, il quale ha criticato aspramente il film. Pare che Messner abbia assistito alle riprese. “Non può raccontare la realtà: è stato girato su una pista da sci”. Una cosa Hollywoodiana per il Re degli Ottomila, dove manca il protagonista principale, la montagna.
“Peccato solo che la fonte di quel film – dice Moro sulla sua pagina Facebook – sia il libro sbagliato o meglio la voce sbagliata. Io come molti altri non c’ero quel giorno sull’Everest. Ci sono però stato 4 volte su quella vetta e altre volte lungo i suoi versanti e sulle montagne vicine.
C’ero pure nell’ultimo anno e mezzo di vita di Anatoli Boukreev e nelle ultime sue spedizioni, fino all’ultimo secondo della sua vita. Ho ascoltato dentro una tendina e alla luce di una candela la sua ultima narrazione di alcuni fatti accaduti in quella spedizione. Era la vigilia di natale del 1997. Molte verità non sono mai state gridate e altre sono sotto gli occhi di tutti quelli che conoscono l’alpinismo e l’Everest. Mi spiace che Anatoli non abbia più voce oggi ed io non posso essere la sua anche se ho provato a raccontare di lui in “Cometa sull’Annapurna”. Il libro che lui ha scritto (“Everest cronaca di un salvataggio impossibile”) rimane letto da pochissimi e la sua storia personale quasi sconosciuta.
Sarebbe bastato il silenzioso sguardo proveniente dagli occhi azzurri di Anatoli per far capire chi era lui veramente… Gia solo in quello sguardo, molti spettatori usciti dalle sale cinematografiche, avrebbero trovato risposte e sarebbero tornati a casa con le idee più chiare e più loro. Ciao Anatoli, manchi a tutti noi, al mondo himalayano e oggi più che mai manchi anche all’Everest”.
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A distanza di pochi giorni abbiamo ricevuto questa mail da parte di Simone Moro che pubblichiamo integralmente: