Nardi, Txikon e gli altri arrivati sulla parete nord del Thalay Sagar

Il gruppo dopo giorni di cammino ed aver fissato corde e trasportato materiale sono arrivati ormai ai giorni clou della spedizione. Ci vorranno almeno tre giorni per salire la parete e per gli ultimi 500 metri di scalata alla vetta in stile alpino

Thalaysagar

 

“La squadra continua la scalata fissando corde e trasportando materiale e di notte riposa nelle portaledges sospese nel vuoto”.

Daniele Nardi è in compagnia di Alex Txikon, Ekaitz Maiz, Felix Criado, Txus Lizarraga, Adrian Legarra. Missione: parete nord del Thalay Sagar! Siamo in India, gruppo dell’Himalaya. E’ alto 6.904 metri. Fa parte del gruppo di Gangotri, composto da cime che insistono attorno al ghiacciaio di Gangotri e al fiume Bhagirathi. Si trova infatti a circa 10 km di distanza in linea d’aria dal sito sacro di Gaumukh, sorgente del fiume, e a 18 km da Gangotri. Alla sua base giace il lago glaciale Kedartal.

bivacco

“Il Thalay Sagar – dice l’alpinista laziale sulla sua pagina Facebook – è una montagna che non si concede facilmente e si capisce guardandola che non c’è un modo semplice per raggiungere la sua vetta di 6904 metri. L’arrampicata è esposta e impegnativa e percorrere ogni sua via rappresenta un premio prezioso per qualsiasi alpinista.

A tutt’oggi si contano appena una quindicina di salite alla vetta per una decina di vie. La parete nord, in particolare, è stata salita per 5 itinerari diversi, alcuni più diretti di altri.

La difficoltà fondamentalmente si concentrano sul superamento della famigerata banda di scisti, di rocce che si sfaldano, in prossimità della vetta”.

Alex Txikon, compagno di Nardi in questa nuova avventura dopo la spedizione invernale sul Nanga Parbat: “Dopo una settimana di lavoro, finalmente siamo a piedi della parete nord. Calcoliamo ci si vogliano circa tre giorni prima di intraprendere gli ultimi 500 metri fino alla cima in stile alpino”.

 

Thalay Sagar Il Thalay Sagar spicca per ripidezza e difficoltà delle pareti, che l’hanno reso una meta alpinisticamente ambita solo in epoca recente, quando anche in alta montagna si iniziarono ad affrontare difficoltà elevate, preferibilmente in stile alpino.

Il primo assalto, portato da una squadra angloamericana composta da Roy Kligfield, John Thackray e Pete Thexton, ebbe successo il 24 giugno 1979. Venne salito con arrampicata su misto (neve/ghiaccio/roccia) il couloir nordovest e la cresta che porta alla vetta.

Da allora si sono susseguite diverse spedizioni, con numerosi fallimenti, e l’apertura di vie spesso di rilievo. Al 2004 risultavano almeno 15 ascensioni riuscite per 9 vie differenti.

Il pilastro nordest fu salito nel 1983 da una spedizione polacco-norvegese guidata da Jamus Skorek. Quello nordovest nel 1989 da una spedizione spagnola.

La parete nord presenta le vie più rinomate. Una difficoltà aggiuntiva è data dalla piramide sommitale di scisti, rocce marce e pericolose, che spicca per il colore nero sul granito chiaro delle pareti sottostanti. Nel 1993 la parete venne percorsa da una spedizione ungherese guidata da Attila Ozsvath, che però evitò la fascia uscendo sulla cresta ovest.

Nel 1994 gli italiani Enrico Rosso, Giancarlo Ruffino e Alessandro Vanetti salirono in stile alpino il pilastro nordest lungo una via che si collega a quella aperta dai polacco-norvegesi, ma rinunciarono a 200 m dalla vetta causa il maltempo e le cattive condizioni della parete (Attraverso lo specchio, ED+).

La prima via ad attraversare in parete la fascia nera anziché correre in cresta è stata la diretta di misto in stile alpino alla parete nord degli australiani Andrew Lindblade e Athol Whimp, percorsa nel 1997 (1400 m, VII/5.9/WI5). L’impresa ha permesso loro di vincere il Piolet d’Or 1999.

I russi Alexander Klenov, Alexey Bolotov, Mikhail Davy e Mikhail Pershin dal 17 al 27 maggio 1999 scelsero una linea quasi completamente di roccia che evita il couloir iniziale percorso dagli australiani, aprendo una via di altissima difficoltà (High tension, ABO, 7b/A3+, 1400 m).

Nel 2004 sono candidati al Piolet d’Or i due francesi Stéphane Benoist e Patrice Glairon-Rappaz, per la salita di una nuova via sulla parete nordovest effettuata dal 21 al 30 settembre 2003 (One Way Ticket, 1200 m, ED+/VII – AI6/M6).

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio