Piove, ma è troppo forte il desiderio di andare ad ascoltare la lezione verde

“Segni verdi e segni di pietra – Lungo i sentieri alla riscoperta dell’alleanza tra natura e uomo”, il racconto di Isabella Corti…

 

2015-04-26 14.55.30_resized

 

2° CAPITOLO

 

E poi senza chiedere permesso stamattina è arrivata la pioggia. Attraverso la finestra della cucina, mentre il decotto di camomilla e scorze di limone imbiondisce nella vecchia tazza di porcellana, penso alla bellezza di questa piccola casa nel bosco.

Orto e giardino si fanno sempre più rigogliosi e la betulla incomincia a solleticare il muro di casa, come se volesse ricordare la sua bellezza.

La ricerca della bellezza attraverso un mondo semplice mi permette di ritrovare quel filo trasparente che lega ogni sentire quotidiano: la lettura ad alta voce di una poesia, la musica preferita, la letteratura classica e la lezione più profonda e ignorata: la natura e gli animali.

Sì, oggi piove ma la voglia di uscire di casa verso il bosco appena pochi passi più in là del giardino ordinato è forte, prepotente come il desiderio di andare ad ascoltare la lezione verde, correndo fuori con un balzo come un gatto sulla lucertola malcapitata.

Mi preparo alla svelta e con la cagna fidata partiamo per un fuga solitaria, una sgambata senza compromessi, alla ricerca di fragoline di bosco.

Alla nostra destra il sentiero ci porta al torrente e al vecchio castagno ma oggi vogliamo andare senza meta e così scegliamo la salita alla cima senza seguire il sentiero, semplicemente andando dove lo sguardo viene attratto curioso da un particolare. Camminiamo tra fior di fragola e piccoli alberi nascenti, tengo lo sguardo libero da ogni proposito e osservo ogni minimo dettaglio: penso all’amico che mi ha dato consigli per il mio orto “Vai nel bosco e prendi terra…” è più forte di me, questo messaggio mi balza in mente di continuo, ad ogni passo come un’ improvvisata detective arborea mi ripeto “Isabella questa terra sarebbe perfetta, così ricca di foglie, rametti, castagne in dissolvimento, gusci di faggio, vermetti…” sorrido dei miei pensieri alzando lo sguardo, in fondo sono sola con il mio cane in una vasta foresta, sono per lei come una piccola formica, e io penso alla terra per il mio orto, così ingenua da pensare di aver trovato proprio lì in quel punto quella giusta, intorno a me ettari di bosco e un Parco tutto per me.

Tornando verso casa tengo a mente la mappa di quel microcosmo fatto di fragolina e humus ripromettendomi di tornare con il sole. Mi faccio silenziosa e leggera, a tratti anche ruvida, salda nella percezione del momento di trovarmi tra cielo e terra, attraverso la stagione più grata, pronta ad ascoltare i venti e gli animali, ad imparare a giocare di nuovo a nascondino.

 

… continua

IL  1° CAPITOLO

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio