Soccorso, il Garante della privacy dà l’ok a reperire dati sulla localizzazione dei dispersi
Ricerca dispersi: il garante della privacy autorizza il Soccorso Alpino, nelle operazioni di ricerca dispersi, ad “acquisire i dati sulla localizzazione dei dispositivi (per ora solo smartphone) relativi alle persone medesime anche senza il loro consenso se vi è la necessità di salvaguardare la vita o l’incolumità fisica della persona”. Un passo importante per velocizzare e ottimizzare le operazioni di ricerca persone disperse. Plaude il Cnsas. Questo uno stralcio del documento che troverete integralmente a fine articolo: “I dati raccolti dal CNSAS riguardino esclusivamente la posizione geografica del terminale della persona dispersa o infortunata e non i dati relativi al traffico o altre tipologie di dati eccedenti o non pertinenti; tali dati siano utilizzati dal CNSAS soltanto per lo scopo di salvaguardare la vita o l’integrità fisica delle persone disperse o infortunate e, pertanto, solo quando siano state attivate formalmente le ricerche di tali soggetti da parte delle centrali operative 118 e 115 o dall’autorità di pubblica sicurezza preposta; i medesimi dati siano raccolti da parte del personale del CNSAS appositamente incaricato ai sensi dell’art. 30 del Codice; tali tecnologie siano attivate sull’apparecchio della persona dispersa o infortunata in modo da abilitare le funzionalità sopra descritte di trasmissione delle coordinate GPS ovvero l’invio di sms contenenti le coordinate delle stazioni radio base visibili dal terminale, unicamente per il tempo necessario alla localizzazione del terminale e che tali invii siano inibiti una volta realizzato l’intervento di soccorso”.