Spedizione Thalay Sagar, il racconto di Daniele Nardi
Daniele Nardi, Alex Txikon, Txus Lizarraga, Adrian Legarra, Ekaitz Maiz e Felix Criado hanno scalato una parete alta circa 1000 metri sul versante nordovest del Thalay Sagar, a destra della via tedesca, chiamata Beats of Freedom. I racconti dei protagonisti. Il trailer
Alex Txikon, Daniele Nardi, Txus Lizarraga, Adrian Legarra, Ekaitz Maiz e Felix Criado, partiti il 20 agosto hanno terminato la spedizione il 16 settembre 2015.
La vetta non è stata raggiunta, ma la squadra può ritenersi comunque soddisfatta per il lavoro svolto lungo la via nel pilastro sul versante nordovest, a destra della via tedesca (Harvest Moon, 2004), chiamata “Beats of Freedom” (Battiti di libertà) 700m + 520m M5/6, A3, WI4+.
La parete scalata è alta circa 900/1000m e la via ha un nuovo sviluppo circa 1200m.
Il ghiacciaio inizia a 5300m, subito sopra il campo1, quest’ultimo fissato come base di appoggio per raggiungere la vera parete e ridurre il lungo avvicinamento a piedi dal campo base.
La parete è composta di due parti: la prima parte è un pendio di ghiaccio con pendenze tra i 60 e gli 80 gradi poggiato su una parete di granito; la seconda parte è una vera e propria parete di roccia verticale ed a volte strapiombante.
C’è una terza parte di parete che si ricongiunge alla via normale della montagna che la squadra non ha scalato terminando cosi la via all’imbocco della via normale e cioè sul colle a 6450m.
Il C2 (campo 2 a quota 6.039m), è stato posizionato alla base della seconda parte di parete: “salita una rampa di ghiaccio e neve di circa 700 m con una pendenza tra 60° e 80° che non offriva alcuna possibilità di riposo” dalle parole di Alex Txikon. Questo primo tratto di scalata ripercorre la via aperta dal tedesco Stephan Siegrist e i suoi compagni nel 2004. Il 6 settembre i sei membri della squadra hanno posizionato una “portaledge” (tenda che si può montare in parete) a 6.039 m dove hanno trascorso 3 notti, il quarto giorno hanno scalato il tiro fino a raggiungere il pilastro nordovest che si unisce alla via normale. In totale la via sulla parete rocciosa sviluppa 520 m.
La parola ai protagonisti…
“E’ stata una scalata molto dura e lenta, in parte su ghiaccio e misto.
Ci auguravamo di trovare una parete rocciosa più pulita ma in realtà tutte le fessure e spesso le placche erano piene di ghiaccio. Il lavoro è stato estenuante: non abbiamo potuto utilizzare le scarpette di arrampicata che ci avrebbero permesso di essere più veloci, inoltre prima di scalare dovevamo liberare la parete dal ghiaccio. Troppo freddo e troppo ghiaccio ci hanno costretto ad arrampicare con gli scarponi d’alta quota in artificiale.” Ekaitz
“Anche se la roccia era di buona qualità, la difficoltà è stata data dal ghiaccio che usciva dalle fessure, soprattutto quando la parete era strapiombante o dovevamo affrontare un tetto.” Txus
“Sopra i 6000m lavorare all’ombra e costantemente con temperature al di sotto dei -10°, ha complicato e rallentato molto i nostri progressi.” Felix
“Per me è stato entusiasmante aprire le danze sul primo tiro della parete rocciosa sapendo che avevo compagni molto più bravi di me a scalare su roccia, con i quali ho fatto dei tiri di corda bellissimi.
Notevoli, tra gli altri, sono il fantastico tetto di 30m del 4° tiro, con uno strapiombo incredibile, il 7° tiro con la fessura “off-width” (fuori misura) e il tetto nero dell’8° tiro, che è stato il nostro punto di riferimento per individuare la linea di salita.” Daniele
“L’11 settembre è stato decisivo per noi. Abbiamo impiegato una giornata intera per scalare 3 tiri di corda cioè per fare meno di 100m di via.
Il nostro intento era di scalare tutto il pilastro roccioso e raggiungere tutti insieme il colle a 6450m. Per fare questo, quattro di noi erano partiti dal Campo 1 con tende e viveri che avremmo montato sul colle, mentre il resto della squadra scalava in parete. Non avendo raggiunto il colle tutte questo lavoro è andato perso e siamo stati costretti a ridiscendere tutti a campo 1.” Alex
“Mentre scalavamo la notte ci piombò addosso quando ancora non avevano superato la fessura “off-width” impedendoci di raggiungere la quota prevista per il C3 a 6450m.” Txus
“Siamo scesi al C1 (5.300m). Dopo una giornata di riposo, siamo risaliti per completare la scalata e finalmente siamo riusciti a raggiungere il colle a quota 6450m. Dove la nuova via incontra con quella normale. Purtroppo, i giorni di permesso erano al termine e il meteo prevedeva tempo variabile, e abbiamo deciso di chiudere la spedizione.” Adrian
“Non abbiamo raggiunto la vetta e quindi non ce la sentiamo di pensare totalmente concluso il nostro progetto. Anche se in cuor mio penso che è stata un’esperienza meravigliosa con persone fantastiche. Mi sono aggregato all’ultimo momento ed è stata una scelta saggia. La parete Nord del Thalay Sagar è una di quelle pareti che hanno segnato la storia dell’alpinismo con salite pazzesche. Una parete lunga e in alta quota esposta a Nord! 11 tiri nuovi con alcuni tratti veramente esposti e aggettanti ben oltre i 6000m. Mi sento fiero di aver potuto partecipare a questa spedizione e di aver condiviso quest’avventura con nuovi amici”. Daniele