Sub incivili nella Grotta dell’Elefante, il Cnsas riporta in superficie metri e metri di sagole
Gli altofondalisti della VI Delegazione speleologica Veneto-Trentino Alto Adige del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico hanno ripulito la risorgenza carsica dell’Elefante Bianco, a Ponte Subiolo, bonificandola dal materiale abbandonato da alcuni fruitori non rispettosi dell’ambiente e riportando in superficie metri e metri di sagole che possono rappresentare un pericolo per altri sub, specie in condizioni di scarsa visibilità. “L’operazione di messa in sicurezza della grotta sommersa – fanno sapere i soccorritori speleosubacquei – è durata due ore, servite per recuperare le sagole utilizzate dai sub come ‘filo di Arianna’ per non perdersi durante le immersioni nella cavità, benchè le condizioni non fossero ottimali per la pulizia delle parti più profonde della risorgenza. Purtroppo i fili lasciati sott’acqua ad ogni piena della risorgenza vengono sparpagliati e rischiano di diventare molto pericolosi per altri subacquei, che possono rimanere impigliati o confondersi nella fase del ritorno seguendo sagole sbagliate, con terribili conseguenze. Durante l’immersione è stata inoltre posizionata una nuova sagola guida fino alla profondità di 60 metri”.
Gli speleosub del Soccorso alpino e spelelologico sono abilitati ad operazioni in alto fondale in ambiente ipogeo, utilizzano miscele respiratorie ternarie (Trimix, ossigeno, azoto ed elio) e autorespiratori a circuito chiuso automiscelanti, simili a quelli usati dagli astronauti, che consentono di riciclare i gas respirati, con grande autonomia di tempo. Era presente ieri anche Carlo Perli, sindaco di Valstagna, assieme a un rappresentante della propria giunta.