Sul Sentiero del Brigante dell’Aspromonte con il Gea dal 30 maggio al 2 giugno
Parte da Gambarie e si sviluppa, a tappe, per oltre 100 chilometri risalendo il massiccio appenninico con strabilianti vedute su Tirreno e Ionio. Un viaggio naturale e culturale attraversando bellezze di ogni tipo
Nell’ultimo lembo dello stivale, in quella che in epoca borbonica era detta Calabria Ulteriore Prima, si erge ripida e rapida una montagna che ha le caratteristiche geologiche delle alpi, dato che da esse si è staccata milioni di anni fa. Basterebbe questa rivelazione, che in verità è una conoscenza scientifica assodata anche se poco nota, per rimettere in discussione tante cose riguardo al sud, al nord e all’Italia.
Eppure questa è la più banale tra le scoperte che si possono fare in Aspromonte, al centro del Mediterraneo, tra luoghi, persone e sorprese che causano stupore e meraviglia.
Questa continua ad essere una montagna incontaminata, selvaggia nella forma e nell’indole, orograficamente ostile e climaticamente bizzarra. Difficile da percorrere in auto, figuriamoci a piedi.
Sono proprio questi i suoi punti di forza, le ragioni che spingono camminatori e turisti a scendere fino a quaggiù per scoprirla e viverla a stretto contatto con la gente che la popola.
Nel 2015 il G.E.A. (Gruppo Escursionisti d’Aspromonte), Associazione che da sempre ha promosso e valorizzato questo territorio, compie 30 anni di attività. Per celebrare l’importante traguardo ha organizzato il “Trekking sul Sentiero del Brigante”, dal 30 maggio al 2 giugno.
Quattro giorni all’insegna della natura, della scoperta e della socialità in compagnia di escursionisti appassionati ed instancabili, calabresi ma non solo, di differente età ed estrazione. Un vero e proprio cammino intergenerazionale lungo un itinerario che svela tutti gli aspetti e le contraddizioni di una montagna chiacchierata e sconosciuta, selvaggia ed ospitale, estrema e rigogliosa, inaccessibile e ricca di vie, percorsi, sentieri, mulattiere. Ma anche un cammino quasi mistico alla ricerca di cose materiali ed immateriali. Un modo per ridare vita alle aree rurali interne. Un’occasione per rapportarsi in maniera intima e sincera con una natura a tratti ancora primitiva. Un’opportunità per conoscere luoghi, tradizioni, cibi e persone speciali. Un’avventura che offre una visione completa della montagna più meridionale d’Italia. Un trekking in quattro lunghe tappe che la percorre per intero, da sud a nord, risalendo l’appennino sulla sua linea di crinale, passando dall’ambiente continentale a quello mediterraneo, dall’Aspromonte alle Serre, dalla montagna alla collina ed attraversando paesaggi, panorami, dialetti, suggestioni.
Per partecipare al trekking sul Sentiero del Brigante e per ottenere ulteriori informazioni:
su Facebook: Gea Aspromonte
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Il “Sentiero del Brigante”, individuato e tracciato alla fine degli anni ottanta, è uno dei primi sentieri per escursionisti ad essere stato segnato e proposto in Aspromonte. Si sviluppa per oltre cento chilometri tra il Parco Nazionale d’Aspromonte ed il Parco Regionale delle Serre. Parte da Gambarie, nota località turistica montana e può concludersi o a Bivongi, caratteristico paese di collina affacciato sul mar Ionio o a Serra San Bruno, Comune delle Serre che ospita la celebre Certosa.
Seguendo la direttrice sud-nord risale l’Appennino restando quasi sempre in quota su una linea di crinale dalla quale, nelle belle giornate, è possibile vedere sia il Mar Ionio sia il Mar Tirreno inoltrando lo sguardo alla Sicilia ed alle Isole Eolie. Ma a più di mille metri di altitudine, con la neve in inverno. Può essere attraversato a piedi, a cavallo, in mountain bike. È percorribile in entrambi i sensi di marcia, per intero o a tappe, offrendo la possibilità di personalizzare l’esperienza e di modulare l’impegno fisico e la durata. L’ultima tappa, quella che conduce a Bivongi, è l’unica a scendere verso le colline, fino a circa 300 metri, costeggiando la vallata della fiumara Stilaro.
Data la sua versatilità è “un sentiero per tutti”: per i camminatori più esperti e per le scolaresche, per chi vuole passare una piacevole giornata tra la natura e per chi desidera intraprendere un lungo trekking di più giorni.
Come la maggior parte dei sentieri per escursionisti segue, collega e connette antiche vie di comunicazione che in passato furono molto praticate dalle comunità locali e che poi, con l’avvento delle strade asfaltate e dei mezzi di locomozione veloci, furono abbandonate. Tuttavia hanno continuato a solcare e a definire il paesaggio che, attorno a quelle arterie scavate nel tempo, ha costruito la sua fisionomia ed il suo carattere.
Nella sua parte centrale ricalca la “Via Grande”, via di comunicazione preistorica che fu a lungo l’unica strada per mercanti, pastori, fuggitivi e ribelli. A nord e a sud, invece, ripercorre e collega vecchi tracciati di montagna, vie di commercio e di transumanza.
Il nome, scelto non a caso, evoca storie di fughe e di scorribande. Sono numerosi i racconti, le leggende ed i toponimi che aiutano a ricostruire vicende avvenute in ogni epoca. Dal fuggitivo ribelle Spartaco, al cui passaggio si attribuiscono dei resti di fortificazioni nei pressi dei “Piani dello Zomaro” a Nino Martino, leggendario brigante del 1500; dal Brigante Musolino, ultimo brigante del Sud alla banda di Don Ferdinando Mittica che scortò tra queste montagne, nel 1861, il generale Borgès nel tentativo di ripristinare il Regno Delle Due Sicilie.
Camminare lungo questo sentiero significa camminare “sulle tracce dei Briganti”. Per questo può essere definito un itinerario tematico, dato che oltre al piacere della natura e del cammino offre continui ed interessanti spunti di riflessione su storia, cultura e, perché no, anche sui tanti falsi miti che da sempre conferiscono un’aurea di negatività a questa montagna.
La sua caratteristica principale è quella di legare e dare continuità ed armonia al paesaggio agreste e montano mettendo in relazione aree di grande pregio naturalistico e insediamenti rurali, centri abitati e foreste, emergenze architettoniche e vecchi casolari, cupe vallate e panorami mozzafiato. Dal suo punto iniziale al suo punto finale il sentiero incontra numerosi luoghi di particolare interesse. Boschi ricchi di biodiversità, suggestive cascate, villaggi, antiche dimore nobiliari, strutture fortificate, resti archeologici. Ma anche posti e cose che raccontano la storia e le contraddizioni di un territorio e di un popolo. Come ad esempio l’ex complesso siderurgico delle Serre Calabresi che conserva le ultime testimonianze esistenti di un passato di produzione e di lavoro in un comprensorio in cui sorgevano miniere, ferriere e armerie tra le più importanti dell’intera Europa.
Negli anni il Sentiero del Brigante è stato oggetto di mostre, di dibattiti, di tesi di laurea e di indimenticabili trekking con escursionisti provenienti da tutta Italia. Alcune sue parti facilmente accessibili sono luogo privilegiato per attività di educazione ambientale con le scuole.
Nicola Casile (Gea)