Terremoto in Nepal: ecco le immagini che arrivano dal campo base Everest
Forte scossa di terremoto di magnitudo 7,9 tra Kathmandu e Pokhara. Bilancio provvisorio: 1500 morti; 17 sull’Everest e tanti dispersi e feriti. La via dell’Ice Fall è collassata e molti sono rimasti bloccati. Gli italiani cercano di ridiscendere dai CB. La spedizione di Vielmo, Fioretti, Sala e Valentini al CB Everest: tende spazzate vie. Marco Confortola fa sapere di caduta massi, ghiaccio e valanghe sul Dhaulagiri mentre il volo di Corona e Cazzanelli (dovevano arrivare oggi a Kathmandu alla volta del Kimshung) dirottato in Oman
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Queste le immagini che arrivano dal campo base dell’Everest a 5.400 metri di altitudine. Immagini che parlano da sole. I soccorsi sono difficili, continua a nevicare e il campo base è difficile da raggiungere dagli elicotteri. E’ stata una notte di paura e dolore. Sono saliti a 17 i corpi recuperati; il timore però è che le vittime possano essere molto di più. Tanti i feriti, anche gravi, che sono a rischio. La zona è ancora parzialmente isolata, con le linee telefoniche che funzionano solo a tratti. Notizie simili arrivano anche da altre montagne nelle vicinanze, come il Makalu. O dal Dhaulagiri dove vi è l’italiano Marco Confortola: “Abbiamo ricevuto centinaia di richieste di famiglie – fanno sapere dallo staff di Confortola – che non riescono a rintracciare i propri cari che in questi giorni si stanno dirigendo verso il CB del Dhaulagiri. Marco comunica che la sua spedizione ha accolto Julien Houdthuys, un ragazzo Belga, sta bene, è con il nostro team e avverte la famiglia che è ok e si prenderanno cura di lui con cibo e altro”.
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Tutto il Nepal trema. Una forte scossa di terremoto di magnitudo 7.9 (il peggiore degli ultimi 80 anni) con epicentro a metà strada tra Kathmandu e la città di Pokhara. Numerosi i danni agli edifici nella capitale, dove sono crollati palazzi; il bilancio provvisorio delle vittime è pesantissimo: si parla di 1500 morti. La scossa è stata avvertita sino a New Delhi in India. Danni gravissimi alle infrastrutture del Paese, ma anche in Tibet, Pakistan e Bangladesh.
LA TRAGEDIA Il forte sisma, di magnitudo 7.9 secondo i dati dell’istituto sismologico americano Usgs, è stata registrata poco prima di mezzogiorno locale. Poi un’altra, un po’ più lieve (7,0) ha dato il colpo di grazia. Si teme che il numero delle vittime in Nepal possa essere molto più alto anche perché il Paese himalayano non è attrezzato per i terremoti e la maggior parte delle case sono decrepite e sovraffollate. Le ultime notizie parlano di almeno 1500 morti di cui 634 nella valle di Katmandu. In India le vittime sono almeno 36 , altre 13 in Tibet, 12 in Cina, 2 in Bangladesh. I dispersi sono centinaia. La Farnesina sta verificando l’eventuale coinvolgimento di italiani. La torre patrimonio Unesco a Kathmandu (datata 1832) si è praticamente sbriciolata. La valle di Kathmandu è densamente popolata con quasi 2,5 milioni di abitanti ed una condizione degli edifici spesso precaria. La scossa – secondo Usgs – ha colpito alle 11.56 locali (erano circa le 8.15 in Italia) ad una profondità di 11 chilometri. Il terremoto è stato avvertito fino in Pakistan.Le scosse sono durate per circa un minuto e le autorità nepalesi hanno riferito che si sono verificati “danni enormi” in prossimità dell’epicentro, localizzato a Lamjung, nel Nepal occidentale, località che secondo i media è stata rasa al suolo.
IN MONTAGNA La scossa si è sentita ed ha causato danni ai campi base delle spedizioni. Numerosi gli italiani in Nepal per le scalate di primavera.
CONFORTOLA Lo staff di Marco Confortola (campo base Dhaulagiri) fa sapere: “Oggi Marco ci ha chiamato avvertendoci che durante la notte e in mattinata sono stati allertati da delle forti scosse di terremoto. Sono caduti sassi, ghiaccio e nuove valanghe e intanto continua a nevicare”. Nel pomeriggio Confortola scrive: “Amici , cambiano le priorità , adesso il vero obiettivo è capire come scendere da qui e non più salire . Non sappiamo cosa ci aspetta nei villaggi sottostanti . Ho appena chiamato Agostino Da Polenza per avere notizie più aggiornate e per capire come muoverci . Abbiamo sufficiente cibo per rimanere al CB e per non distogliere l’uso degli elicotteri impegnati in situazioni ben peggiori della nostra . Abbiamo appreso la notizia dei tanti morti e dei feriti che sono stati coinvolti in tutto il Nepal , rivolgiamo una preghiera a tutti loro. Adesso con calma cercheremo di capire come comportarci e come poter scendere. So che il disastro e’ anche all’Everest e un pensiero va anche ai molti amici che si trovano lì”.
FIORETTI & C Lo staff di Annalisa Fioretti, al campo base Everest per la salita al Lhotse insieme a Mario Vielmo, Marco Sala e Sebastiano Valentini, sul profilo Facebook del suo Blog “8000 metri e oltre” scrive: “Terremoto fortissimo in Nepal.. tra Pokhara e Kathmandu…conseguenze anche al CB Everest… Annalisa, Sebastiano, Mario e Marco stanno bene… ma il campo base è devastato. Non appena avrò altre notizie farò sapere. Devastato nel senso che ci sono tende sepolte… materiale sparso in giro…gente ferita da soccorrere… non sono riuscito a sapere molto di più… Là era ovviamente tutto concitato… pare che il terremoto abbia fatto crollare seracchi dalla zona del Pumori… speriamo bene”. Gli aggiornamenti nel pomeriggio: “In questo momento il gruppo è a Gorak Shep,sono scesi dal CB..stanno tutti bene.Sono scesi x mettersi un po’ più al sicuro.Domani valuteranno il da farsi..parte del materiale è su al Campo Base. La situazione là è tragica:metà campo base è stato spazzato via. molti sono i morti e molti sono i feriti in gravissime condizioni…servirebbero gli elicotteri..ma l’intero Nepal è nel casino e in più il tempo non è bello. Diversi alpinisti e sherpa sono bloccati al C1 e al C2..con la via di discesa dall’Ice Fall che è collassata…portandosi con sé altre vite. E’ un disastro e la paura per ogni piccolo rumore è una costante”.
CORONA E CAZZANELLI A Kathmandu dovevano arrivare anche Giampaolo Corona, guida alpina trentina e François Cazzanelli, guida alpina valdostana del Centro Sportivo Esercito, partiti proprio ieri dall’Italia alla volta del Kimshung, una montagna di 6700 metri mai salita prima. Corona tranquillizza tutti: “Stiamo bene. Fermi all’aeroporto di Mascate in Oman in attesa di ulteriori informazioni”.
ZAFFARONI Tra gli italiani in Nepal c’è anche Marco Zaffaroni per la spedizione “Everest 2015“ in stile gitante insieme all’amico Roberto Boscato ed uno sherpa. Entrambi sarebbero bloccati ai campi alti, in buone condizioni:«Stiamo bene. Siamo a campo 1, la nostra tenda è stata spazzata via, siamo ospiti di quella di una spedizione commerciale. Per favore dite a tutti di non telefonarci perché si consuma la nostra batteria. E’ vitale averla efficiente».
HOLZER È salvo anche il noto alpinista tirolese non vedente, Andy Holzer, che in questi giorni stava preparando la scalata dell’Everest.
I MORTI I media indiani, intanto, dicono di alpinisti dispersi; in tanti erano partiti per una scalata. Le valanghe hanno colpito il C1 e il C2. Inizialmente dall’Ufficio per il turismo nepalese viene riferito che al campo base ci sarebbero almeno 8 morti. Ma le notizie sono in continua evoluzione. Nel pomeriggio, infatti, stando alle notizie dei social e della tv indiana Cnn-Ibn sull’Everest ci sarebbero 18 alpinisti morti. Notizia pare confermata anche dall’Esercito indiano in missione in questi giorni proprio sulla montagna delle montagne per ripulirla dai rifiuti lasciati dalle spedizioni. Gli stessi militari indiani, ha precisato l’emittente, hanno recuperato 13 cadaveri di alpinisti, di cui non è tuttavia nota la nazionalità. La maggior parte sarebbero cinesi e giapponesi. Numeri del tutto provvisori: infatti alcuni funzionari del ministero del Turismo del Nepal stimano che al campo base e sull’Everest, al momento del terremoto, si trovavano complessivamente almeno mille scalatori. Per di più sta nevicando e gli elicotteri non possono giungere al cb. Altri Tweet dicono che c1 e c2 hanno subito gravissimi danni e gli alpinisti sarebbero bloccati in quanto la via dell’Icefall sarebbe distrutta. «Ci sono morti e feriti», dice al telefono dell‘agenzia Agi l’alpinista-fotografo spagnolo Javier Camacho Gimenez dal campo base dell’Everest. Il campo base dell’Everest a 5500 metri è stato investito da una valanga scesa dalla piramide del Pumori, montagna piramidale e in gran parte di ghiaccio e neve. Gimenez, che avrebbe dovuto affrontare con il connazionale Corrado Fernandez il Lhotse, Ottomila a fianco dell’Everest, ha parlato di massa nevosa che ha investito parte del villaggio di tende dove sono arrivate le spedizioni commerciali.
DALLA PIRAMIDE EVK2-CNR Deve essere successo qualcosa di mostruoso, anche sentendo le parole di Giampiero Verza, guida alpina e fra gli uomini della Piramide-laboratorio di EVk2-Cnr di Lobouche, sulla via per l’Everest, il quale dice: «E’ un numero di morti che mi sorprende. Non riesco a comprendere come sia possibile che sia stato investito il campo base. Di solito le tende sono in una zona sicura». Le scosse di terremoto sono frequenti in Himalaya, una delle zone più instabili del pianeta, e sovente provocano valanghe. Le forti e ripetute scosse (almeno 15) devono avere provocato distacchi di parti di ghiacciaio, facendo crollare migliaia di metri cubi. «Soltanto così – dice Verza – si spiegherebbe il disastro del campo base». Non c’è stato alcun danno alla Piramide del Cnr sull’Everest. Una leggera crepa è stata invece rilevata nell’edificio vicino alla struttura dove alloggia il personale. Ora non ci sono italiani nel centro.
A UN ANNO DI DISTANZA Pochi giorni fa, il 19 aprile, le commemorazioni a Kathmandu e al campo base Everest in memoria degli Sherpa morti lo scorso anno a causa di una valanga sul Khumbu Icefall. Morirono 16 sherpa con tutte le polemiche che ne seguirono. La tragedia avvenne verso le 05.30 del mattino vicino al campo base 1. Gli Sherpa stavano fissando le corde per permettere agli alpinisti per cui lavoravano di salire quando si è scatenato l’inferno: tutti travolti dalla valanga. Da allora il Governo nepalese bloccò tutte le spedizioni per l’intera stagione ed ora è stato modificata la via di salita sul Tetto del mondo.