Thalay Sagar: Daniele Nardi e gli altri tornano a casa
La notizia la dà Daniele Nardi: “Siamo riusciti a completare tutta la prima parte della salita, la seconda è che i giorni a nostra disposizione sono scaduti e dobbiamo rientrare. Sì, per me e per gli amici Baschi e Spagnoli la questione di questa spedizione era proprio in stile vacanza alpinistica con date fissate e non prolungabili per impegni lavorativi di tutti o quasi”. Il report della spedizione…
Spedizione Thalay Sagar: si torna a casa. Daniele Nardi, Alex Txikon, Ekaitz Maiz, Felix Criado, Txus Lizarraga, Adrian Legarra sono rientrati a Delhi. L’appuntamento con la parete nord del Thalay Sagar è rimandato. India, gruppo dell’Himalaya. il Thalay Sagar è alto 6.904 metri. Fa parte del gruppo di Gangotri, composto da cime che insistono attorno al ghiacciaio di Gangotri e al fiume Bhagirathi.
La notizia del ritorno la dà l’alpinista laziale: “Eccomi di nuovo a Delhi. Una bella notizia ed una brutta. La prima è che siamo riusciti a completare tutta la prima parte della salita, la seconda è che i giorni a nostra disposizione sono scaduti e dobbiamo rientrare. Sì, per me e per gli amici Baschi e Spagnoli la questione di questa spedizione era proprio in stile vacanza alpinistica con date fissate e non prolungabili per impegni lavorativi di tutti o quasi. Anche se organizzata all’ultimo momento, siamo riusciti a dare il meglio di noi stessi. Purtroppo però ci è mancato il tempo di completare la nostra opera d’arte.
All’inizio l’intento era quello di salire il bastione roccioso che si trova poco a destra del margine sinistro (Nord-Est) della parete Nord del Thalay Sagar. Le condizioni però erano pessime, troppa neve e ghiaccio sulla parete. Nei primi 10 giorni era abbastanza bello la mattina ma con repentine nevicate nel pomeriggio. Questo non ha permesso alla parete di asciugarsi.
Cambiati i programmi abbiamo optato per una variante, o via nuova come preferite, alla via tedesca ben descritta da Stefano Lovison nei post ( Emoticon winkgrazie è stata una bella sorpresa anche se per noi la quota della portaledge è di 5978m e non 5850m ).
La via che abbiamo aperto ha in comune lo scivolo nevoso con la via tedesca a cui si ricongiunge sul colle. Differente invece è la parte sulla parete rocciosa che invece di percorrere la fessura che tende a sinistra, prende l’elegante via lungo lo spigolo superando alcuni tetti e fessure spettacolari. La via sviluppa circa 700m di neve e ghiaccio lungo il colatoio, in comune con la via tedesca, e poi altri 500 sullo spigolo…circa ( Ekaitz sta preparando il TOPO della via e presto ve lo faremo avere).
Non pensavamo di affrontare una parete così verticale e con fessure completamente ghiacciate che ci hanno reso l’arrampicata delicata e lenta. I giorni sono passati veloci come un lampo. Un sacco è volato giù dalla parete, saltando per più di mille metri, lasciandoci con un poco di materiale in meno. Il tempo però, a parte qualche giorno di instabilità, negli ultimi 10 giorni è stato perfetto.
Raggiunto il colle abbiamo dovuto decidere cosa fare: purtroppo gli impegni già fissati in europa da una parte del gruppo spedizione ci hanno costretto al rientro.
Una squadra non si divide. Appena concluso il minimo sindacabile abbiamo fatto i bagagli e siamo arrivati di corsa a Delhi con un lungo viaggio senza sosta dal Campo 1.
Siamo tutti un po’ rammaricati del fatto di non aver potuto completare la via fino in vetta o attraverso il bastione roccioso alto, sopra i 6450m dove continua la via tedesca, e tutti d’accordo di non aggirarlo per riprendere la “normale” ( una via così meritava l’uscita in cresta, questioni di stile).
Tuttavia ora su quella parete ci sono altri 11 meravigliosi tiri di corda che raccontano una storia di 6 ragazzi unitisi per caso che hanno dato il meglio di loro per raggiungere il colle dello spigolo Nord-Ovest del Thalay Sagar. Ma non voglio raccontarvi di più ora, lo faremo nei prossimi giorni con foto e video”.