Nanga Parbat, sotto lo sguardo di Mummery
Lo sperone Mummery nell’inverno 2015/2016 non è stato scelto da nessuna delle spedizioni presenti sul Nanga Parbat. Chi per la Kinshofer, chi per la Messner-Eisendle (Diamir) e chi per la via Shell (Rupal). Il Mummery è stata “l’ossessione” di Daniele Nardi. Abbiamo offerto a Mummery una piccola finestra…
Il grande alpinista austriaco Hermann Buhl, che nel 1953 conquistò per primo la cima del Nanga Parbat, su cui Mummery era scomparso oltre mezzo secolo prima durante il primo tentativo assoluto di scalata di un ottomila, lo definì «uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi».
Mummery sì, fu un mostro dell’alpinismo (professione: docente di economia). Un purista dell’alpinismo. Insomma, fu tra i primi a proporre un alpinismo senza mezzi artificiali, che contasse solo su quelli che egli stesso definiva “mezzi leali” (fair means). In quest’ottica, rinunciò alla salita del Dente del Gigante, dove si era arrestato su una placca granitica troppo liscia per essere salita in arrampicata libera; in quest’occasione lasciò sul posto una bottiglia contenente un messaggio che recitava: impossible by fair means (impossibile usando mezzi leali).
Oltre che nel sostenere un alpinismo senza guide (e nel dimostrarne nella pratica la fattibilità, per esempio nel 1894 sullo sperone della Brenva del Monte Bianco), anche nel proporre un allargamento degli orizzonti, ponendosi come nuovi e ambiziosi obiettivi le grandi montagne dell’Himalaya.
Nell’estate 1895 organizzò la prima spedizione in assoluto a tentare la salita di un ottomila, con l’obiettivo di raggiungere la cima del Nanga Parbat (8.125 m). Ma il tentativo era di gran lunga troppo in anticipo sui tempi (il primo ottomila fu conquistato solo nel 1950), sia per le attrezzature a disposizione e le tecniche dell’epoca, sia per la scelta di effettuarlo con una spedizione ridotta al minimo (solo sei uomini: Mummery con altri tre alpinisti britannici, Collie, Geoffrey Hastings e Charles Bruce e due portatori gurka Raghobir Thapa e Gaman Singh), in quello che decenni più tardi sarebbe stato definito stile alpino.
Dopo l’avvicinamento lungo la valle ai piedi del versante Rupal, il gruppo si spostò per tentare la salita sul versante Diamir, su cui venne raggiunta la quota di 6.100 m. Mentre Collie, Bruce e Hastings abbandonavano per i disturbi dell’alta quota, il 24 agosto Mummery fece un ulteriore tentativo con i soli portatori, tra le cime secondarie del Nanga Parbat II e del Ganalo Peak, con l’intenzione di ricongiungersi poi ai compagni sul versante Rakhiot, ma i tre scomparvero nel nulla. Probabilmente travolti da una valanga…
Albert Frederick Mummery nacque a Dover il 10 settembre 1855.
Quest’anno ci sono diverse spedizioni sull’inviolato Ottomila in inverno. Una a sud (Shell, Rupal) ed attualmente altre tre sul versante Diamir. Una sulla Kinshofer e due sulla Messner-Eisendle. Lo sperone Mummery lo hanno scarato tutti… L’alpinista italiano Daniele Nardi ci ha provato più volte di seguire le sue orme. Nel 2013 è stato il primo alpinista a scalare l sperone in inverno (6.450 metri). Anche quest’anno, durante una “sgambatina” con Txicon e Sapdara per acclimatarsi… sono arrivati alla base dello sperone e sono stati lì lì ad essere tentati a cambiare i loro programmi e lasciare l’idea di salita della Kinshofer…
Il Mummery è difficile, presenta, tra l’altro, difficoltà tecniche e incognite sulla neve una volta raggiunti il plateau; ma è sicuramente una direttissima per la vetta.