“Nudi contro le sostanze tossiche nell’abbigliamento outdoor”
I volontari Greenpeace hanno protestato in 19 Paesi del mondo per dire basta al Pfc nell’abbigliamento per la montagna; prodotto che causerebbe danni alla salute e all’ambiente
“Li avrete visti aggirarsi per le colline in pigiama, vestiti da Carnevale sui sentieri di montagna, nudi che sfidavano la neve, sui tacchi ad alta quota. Sì, proprio così: i nostri volontari hanno deciso di spogliarsi o vestirsi in maniera inconsueta – nell’ultimo fine settimana di Carnevale – per protestare contro la presenza di PFC, le sostanze chimiche pericolose e persistenti, dannose per la salute e l’ambiente, nei prodotti dei maggiori marchi del settore outdoor.
Insomma, non potendo andare in montagna con vestiti privi di PFC, perché sono ancora poche le aziende che li hanno eliminati, abbiamo deciso di vestirci in modo insolito per far riflettere gli appassionati di montagna e sport all’aria aperta ma anche i marchi più popolari del settore sulla necessità di non usare sostanze pericolose”.
Dalle località sciistiche ai parchi italiani, amanti della natura insieme agli attivisti di Greenpeace hanno deciso di spogliarsi o mascherarsi per dire basta e tutelare la salute e l’ambiente. Una mobilitazione globale, che si è tenuta in questi giorni in 19 Paesi del mondo dall’Australia alla Cina, dalla Germania alla Norvegia.
Nel rapporto «Tracce nascoste nell’outdoor», pubblicato da Greenpeace, emerge come alcuni marchi dell’abbigliamento sportivo continuino a usare Pfc per impermeabilizzare i loro prodotti. I Pfc sono composti chimici che, una volta immessi nell’ambiente, possono diffondersi ovunque inquinando anche le aree più remote del Pianeta accumulandosi nei tessuti degli animali e nel sangue umano. Queste sostanze, continua l’associazione ambientalista, «possono causare seri danni al sistema riproduttivo e ormonale, oltre ad essere collegati a numerose malattie gravi come il cancro».
Greenpeace ha analizzato 40 prodotti trovando Pfc non solo nell’abbigliamento, ma anche in scarpe, tende, zaini, corde e sacchi a pelo. Solo in 4 prodotti (il 10 per cento quindi) non sono stati rilevati Pfc, a dimostrazione che è possibile produrre abbigliamento impermeabile non utilizzando sostanze chimiche così pericolose.