Riscaldamento record del permafrost sulle Alpi
A dirlo è l’Accademia svizzera delle scienze che ha monitorato numerosi siti nel corso degli ultimi anni. Ciò provoca anche movimento dei ghiacciai e frane
La notizia arriva dall’Accademia svizzera delle scienze. Il permafrost delle Alpi eevetiche (facile presupporre non solo queste) ha subito durante il 2014 e il 2015 un riscaldamento record. La causa? Sicuramente nelle persistenti temperature elevate degli ultimi anni.
Dall’Accademia fanno sapere che a partire dal 2009 le temperature della superficie del suolo si sono mantenute sopra la media; e ciò a lungo termine. Per di più alla calura non si sono contrapposte stagioni fredde prolungate. Ecco quindi il record cui si riferiscono.
Quindi, ribadiscono dall’Accademia tale fenomeno non va visto solamente nel caldo della scorsa estate e complessivamente di tutto il 2015 ma nella tendenza costante degli ultimi anni.
Sull’arco alpino, sulle sue pareti rocciose la neve tende a sciogliersi più velocemente con la conseguenza anche di provocare frane così, come ovvio, a risentirne sono anche i ghiacciai ed i loro movimenti.
Le ricerche mostrano un aumento della percentuale di acqua liquida nel permafrost, indicando un processo di fusione in corso. Per quanto riguarda i ghiacciai, nei siti valutati, le velocità di questi è aumentata in media del 20% rispetto all’anno precedente. Molti hanno raggiunto la velocità di diversi metri all’anno. Il Permafrost è una porzione del sottosuolo permanentemente gelato (da almeno due anni). Per di più si trova nei ghiaioni e sulle pareti rocciose delle zone fredde al di sopra dei 2500 metri circa.