Parco delle 5 Terre contro il turismo di massa… e scoppia il caso
L’Ente lancia alcune proposte per salvaguardare il territorio e indirizzare, di concerto con gli altri soggetti, verso un turismo “residenziale” e sostenibile. Gli operatori dicono no al numero chiuso
Il Parco delle 5 Terre nell’occhio del ciclone per una proposta dell’Ente che ha creato paura ed ha fatto il giro del mondo con ripercussioni, dicono gli operatori, sulle prenotazioni dai 4 angoli della Terra. Il numero chiuso. Il Parco non è che, a quanto capito, vuole chiudere i cancelli ma intende cercare, in modo condiviso con tutti gli operatori e i soggetti interessati, “ogni possibile soluzione – dicono – utile ad arginare, e comunque a razionalizzare, il fenomeno del turismo di massa nelle Cinque Terre”.
Ma l’idea ha alzato il polverone, tanto che oggi l’Ente ha cercato di spiegarsi meglio: “Raccogliendo le forti preoccupazioni espresse da Amministratori, associazioni, cittadini, il Parco – anche in relazione alla imminente riforma dell’orario ferroviario e alla istituzione di treni dedicati – ha sottoposto alla generale attenzione, ai fini di sicurezza dei visitatori e di tutela del territorio:
- la necessità di ridurre il calpestio sui sentieri, adottando strumenti (conta-persone) utili a limitarne la fruizione in relazione al loro grado di fragilità;
- l’urgenza di condividere con i Sindaci sistemi di gestione dei flussi turistici (in funzione delle possibilità di accoglienza valutate dai singoli Comuni) con l’utilizzo di applicazioni specifiche e della Multiservizi Card, che consentirebbe – attraverso la logistica dei trasporti – di misurare il numero dei visitatori, e di razionalizzarne gli spostamenti con la collaborazione esclusiva di guide autorizzate.Le proposte del Parco, intese a riportare alle decisioni e alle risorse disponibili del territorio le decisioni sul turismo diretto alle Cinque Terre, senza mancare la interlocuzione con i territori vicini ed i portatori di legittimo interesse, mirano a migliorare la qualità dell’accoglienza e a far crescere il rapporto fra residenti e visitatori, creando condizioni migliori di fruibilità del territorio e privilegiando in varie forme i suoi ospiti più attenti e consapevoli.
In particolare si intende privilegiare il turismo residenziale e comunque tendenzialmente stanziale, per le sue caratteristiche di prevedibilità delle presenze attraverso le prenotazioni alberghiere nelle strutture ricettive dei borghi del Parco, aprendo prospettive di prenotazione delle presenze e dei servizi secondo irrinunciabili logiche di sostenibilità”.
Ecco quanto. “Sbaglia chi crede – continuano dal Parco in una nota di alcuni giorni fa – che il Parco Nazionale delle Cinque Terre abbia aperto le ostilità contro i turisti. Sono infatti proprio loro, insieme ai residenti, a pagare l’alto costo degli arrivi di massa. Vorremmo invece accoglierli come in casa nostra dove, quando arrivano ospiti numerosi, per prima cosa andiamo a contare le sedie. Le centrali del turismo e le loro diramazioni confezionano un prodotto che, per primi ai turisti, nega la bellezza delle Cinque Terre e la serenità della loro permanenza. A questa irrazionale ricerca di profitto si uniscono rivoli di cattive pratiche: i gruppi troppi numerosi, le guide abusive, l’offerta squalificata.
È soltanto il territorio, non altri, che deve decidere come e quanto accogliere in funzione degli spazi disponibili, delle possibilità di gestione dei rifiuti, del carico sopportabile dai sentieri e della sostenibilità in generale, aprendo, nel frattempo, le opportunità della destagionalizzazione e della qualità (non è questione di prezzi al pubblico ma di qualità, appunto). Chiediamo che quelle centrali vengano a confrontarsi con noi, piuttosto che metterci in vendita. Non per il gusto di imporci, ma perché abbiamo a cuore la sicurezza, la bellezza dei luoghi e i turisti tutti”.
Nel 2015 tale territorio pare aver registrato circa 2 milioni e mezzo di visitatori, concentrati soprattutto nei mesi estivi: sono tanti, tantissimi per borghi con poche migliaia di residenti e per sentieri e paesaggi delicatissimi.
Ovviamente i commenti e le prese di posizione in merito sono state tantissime. La questione è stata ripresa dai principali quotidiani inglesi, Guardian,The Telegraph eIndipendent; e non solo: il timore è che si scateni un effetto deterrente sugli arrivi.