Enzo Avitabile illumina il Vesuvio
Vesuvio e Avitabile. La suggestione del vulcano e le sonorità jazz-popolari del cantautore partenopeo per un concerto mozzafiato sul cratere del Vesuvio. Un evento andato in scena mercoledì 14, al tramonto, nell’ambito del Pomigliano Jazz. Circa 300 spettatori seduti ed ammaliati ad ascoltare il concerto ideato appositamente per questo evento. A 1.200 metri di quota. Avitabile, accompagnato dal contrabbassista Rino Zurzolo, storico collaboratore di Pino Daniele, dal pakistano Ashraf Sharif Khan al sitar e dal chitarrista Gianluigi Di Fenza.
Avitabile ha ripercorso un po’ qualche suo vecchio cavallo di battaglia e ha scritto e suonato pezzi nuovi. “Vesuvius Ascension, Illuminare, non bruciare”: questo il tema del concerto. Un tema caro al maestro Avitabile che da sempre sona sulle corde dell’amore, della pace, dell’armonia…
Un’ora e mezza di suoni proiettati nell’interiorità di un panorama che è difficile non scorgere mentre si ascoltano assoli dell’uno e dell’altro musicista sul palco. Il jazz, come egli stesso dice, è molto vicino ad un minimalismo tecnico espressivo, fatto di un’estrema riduzione di schemi e di una libertà compositiva ed esecutiva estrema. Allora si assiste ad una sorta di preghiera a bassa voce al Vesuvio, una sorta di invocazione mistica per placare e non svegliare la montagna. Poi l’omaggio a suo “fratello” J. Coltrane.
Sonorità, dialetti, tradizioni e storie di altri tempi. Questo è stato Avitabile sul Vesuvio. Canzoni popolari, novene. Con i suoi strumenti da sempre preferiti, sul palco anche quello creato da egli stesso: la “saxella”, una sorta di sax e ciaramella.
Davvero un’esperienza da non dimenticare quella del terzo appuntamento del Pomigliano Jazz Campania, rassegna artistica curata da Onofrio Piccolo, il quale ha concesso ad Avitabile piena autonomia espressiva; sicuramente non pentendosene.
Il Pomigliano Jazz continua.