La discussa prima salita al Cerro Torre di Maestri

Una pagina dell’alpinismo sulla quale tanto si è detto e tanto si è scritto. Quel 31 gennaio del 1959 la conquista del Cerro Torre, la cima situata in Patagonia, in Argentina, a ovest del Fitz Roy, ai margini del ghiacciaio continentale del Campo de Hielo Sur.

La vetta del Cerro Torre è considerata fra le più spettacolari e inaccessibili del mondo perché, qualunque via si scelga, bisogna affrontare almeno 900 metri di parete granitica, per arrivare ad una cima perennemente ricoperta da un “fungo” di ghiaccio. Inoltre le condizioni meteorologico-climatiche della regione sono particolarmente sfavorevoli. Bufere improvvise la fanno da padrone.

I tentativi

Negli anni cinquanta vi furono diversi tentativi di salita al Cerro Torre. In particolare, nel 1958 due spedizioni italo-argentine tentarono la salita contemporaneamente ed in maniera indipendente tra di loro. Una era guidata da Bruno Detassis e aveva tra i suoi componenti Cesare Maestri, l’altra era guidata da Walter Bonatti e Carlo Mauri. Entrambe dovettero rinunciare all’impresa per motivi logistici. Nel 1959, Bonatti e Mauri avevano preventivato un secondo tentativo, ma abbandonarono prima ancora di partire quando seppero che un’altra spedizione italiana, guidata da Maestri, era partita prima di loro.

Quel 31 gennaio

La spedizione di Cesare Maestri comprendeva anche il ghiacciatore Toni Egger e Cesarino Fava. Maestri ed Egger partirono all’assalto della vetta, mentre Fava rimase al campo per supporto. Dopo una settimana Maestri fu ritrovato in stato confusionale, e raccontò a Cesarino Fava di aver raggiunto la vetta il 31 gennaio insieme ad Egger, che era poi caduto durante la discesa portando con sé la macchina fotografica e quindi le prove del successo.

Le polemiche

La vicenda diede vita a numerose polemiche. Molte spedizioni tentarono di ripetere l’itinerario descritto da Maestri, ma senza riuscirvi; i resoconti riportavano da un lato notevoli discrepanze tra le descrizioni di Maestri e le caratteristiche effettivamente riscontrate sulle pareti, dall’altro la mancanza di tracce riscontrate del passaggio della prima spedizione.

Il compressore

Maestri tornò ad affrontare il Cerro Torre nel 1970 insieme ad Ezio Alimonta, Daniele Angeli, Claudio Baldessarri, Carlo Claus e Pietro Vidi. La cordata salì per una nuova via, lungo la parete Sud-Est, portando con sé un trapano a compressore con il quale Maestri attrezzò circa 350 m di parete con 360 chiodi a pressione. Questi giunse fino al termine della parete rocciosa, ma non salì il fungo di ghiaccio terminale della montagna poiché, come affermò in seguito, “non fa veramente parte della montagna”. Durante la discesa, in un gesto di sfida, Maestri lasciò appeso il compressore all’ultimo chiodo, circa 30 metri sotto l’inizio del fungo di ghiaccio, quindi a 60 metri dalla vetta. Tentò inoltre di spaccare i chiodi piantati, ma dovette tuttavia interrompere l’operazione, finendo per rompere soltanto gli ultimi chiodi.

La prima indiscussa

La prima ascensione indiscussa del Cerro Torre è quella compiuta il 13 gennaio 1974 da una spedizione del gruppo dei Ragni di Lecco; in quell’occasione giunsero in vetta Daniele Chiappa, Mario Conti, Casimiro Ferrari e Pino Negri.

 

 

2 Commenti

    1. io contiuo a non comprendere i contestatori di Cesare..Lui e Tony Egger in quei 5-6 giorni dalla parteza dal colle della conquista alla disgrazia e al ritrovamento di Cesare..cosa avrebbero fatto ? si erano nascosti ? i dubbiosi Inglesi..i vari Garibotti-Salvaterra & altri..fenomeni..questo puto m pare che non l’abbiano mai chiarito..Ho letto tutti i libri in italiano disponibili sul Torre..compreso Enignma & Aspettando un chiodo..e non ho mai trovato osservazioni su questo mio interrogativo….

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