Post-sisma Sibillini: nati i piccoli camosci, timori per il lago di Pilato
Dopo i gravi eventi sismici le attività di monitoraggio e gestione della fauna non si sono fermate. Già le prime osservazioni effettuate dagli zoologi del Parco indicavano che, nonostante i crolli che hanno diffusamente interessato gli ambienti rupestri dei Sibillini, la colonia di camoscio appenninico non aveva subito perdite percepibili. In questi giorni gli zoologi hanno osservato i primi piccoli di camoscio appenninico nati quest’anno in natura. Si tratta di sei individui che hanno visto la luce dai primi di maggio tra le rupi del massiccio del Monte Bove. Il camoscio appenninico è una specie presente esclusivamente nelle aree protette dell’Appennino centrale ed è protetto a livello europeo, in quanto quasi estinto all’inizio del ‘900 e tuttora vulnerabile. Sui monti Sibillini, da cui era del tutto scomparso forse in tempi storici, è stato reintrodotto dal Parco dal 2008 grazie a progetti comunitari realizzati in collaborazione con gli altri parchi centro appenninici. Il progetto ha avuto un grande successo e ora, sui monti della Sibilla, vive una colonia formata da circa 100 individui. Nei prossimi giorni, fino a luglio, ci si aspetta quindi la nascita di molti altri camoscetti.
Le attività di monitoraggio della fauna devono essere svolte anche nelle aree più impervie, ora difficilmente raggiungibili a causa della chiusura di molte strade principali e secondarie, e dei rischi connessi ai dissesti e alla instabilità dei versanti. Ciò richiede l’individuazione, in collaborazione con i Carabinieri Forestali, di percorsi e siti di osservazione alternativi spesso più impegnativi. Oltre al monitoraggio del camoscio appenninico, i principali progetti attualmente in corso riguardano il monitoraggio del lupo, del cervo, del capriolo e della coturnice, la gestione del cinghiale (anche mediante interventi di controllo numerico), e il progetto comunitario Life per la conservazione della trota mediterranea.
La natura dei Sibillini e la loro straordinaria biodiversità sono una risorsa strategica anche per la rinascita economica e sociale del territorio così duramente colpito dal sisma, e la nascita dei camoscetti è un simbolo che ci insegna a guardare al futuro con maggiore speranza.
Intanto nei giorni scorsi il Direttore e i tecnici del Parco hanno partecipato a un sopralluogo alle Gole dell’Infernaccio insieme a Comune di Montefortino, Protezione Civile, Unione Montana dei Sibillini e Carabinieri Forestali. Presenti anche diversi giornalisti.
Le immagini che mostriamo rendono solo vagamente l’idea delle profonde modificazioni causate da enormi frane e slavine, indotte dagli eventi sismici e dalla imponente nevicata di gennaio. Le infrastrutture, e in particolare la strada da Rubbiano e i sentieri, sono state gravemente danneggiate, il ponte alle Pisciarelle è crollato e il percorso è in molti punti interrotto da massi, cumuli di neve e tronchi e detriti trasportati dalle slavine, rendendo al momento impossibile la fruizione. Una frana ha sbarrato il corso del fiume Tenna, creando un suggestivo laghetto dalle acque cristalline. Ci auguriamo che presto vengano realizzati gli interventi, in armonia con il nuovo equilibrio naturale, necessari a far tornare in uno degli angoli più spettacolari del Parco.
Intanto c’è preoccupazione per il futuro del Lago di Pilato, ubicato sotto il Vettore. Da foto recenti pare che il lago sia prosciugato. Una foto pubblicata da un escursionista sul profilo Facebook “Avventure di Montagna” fa temere, infatti, per uno dei simboli naturalistici del Parco dei Sibillini.
foto: pagina Facebook Avventure di montagna
Dallo scatto, virale sul web, l’acqua sembra scomparsa, mentre si vede uno strato di neve: si teme che il terremoto abbia cambiato la natura dei luoghi, ma gli esperti invitando alla cautela. “Saliremo in quota assieme a un idrogeologo e agli esperti dell’Istituto superiore per la protezione ambientale, e saremo in grado di esprimerci”: dice, all’ANSA, Alessandro Rossetti, funzionario e tecnico dell’Ente Parco dei Sibillini.
I laghi ci sono ancora,sono stato sabato scorso e direi che godono di ottima salute