Una città chiamata Everest
Ormai è quasi tempo di monsone e quindi è tempo di bilanci della stagione primaverile sull’Everest. E certo che questa primavera ne abbiamo viste e sentite davvero tante. Alcune belle (le imprese di Kilian Jornet, i 14 Ottomila di Ferran Latorre, Lhakpa Sherpa otto volte sull’Everest, la notizia di una spedizione per recuperare i cadaveri dimenticati sulla montagna) alcune davvero brutte (la morte di Ueli Steck sul Nuptse, la morte dell’86enne Min Bahadur Sherchan a caccia del record di persona più anziana sul Tetto del mondo) e altre ancora che stanno dando sempre più uno scossone alla visione di alpinismo himalayano. Una montagna sempre più, per dirla alla Messner, a mo’ di turisti.
Questa primavera ne sono arrivati 500 e a decine hanno intasato un Hillary Step che c’è o non c’è ancora non si è capito. Come lo scorso anno, anche in questa tornata hanno fatto il giro del mondo le foto scattate dall’alpinista di turno. È crollato a causa del terremoto del 2015? È solo la neve che gli ha dato un’altra forma?
Ma la cosa che più fa riflettere è che l’Everest sembra prendere sempre più le sembianze di un avamposto cittadino. Pensavate che la città più alta del mondo fosse Rinconada in Perù? E invece no, è il campo base Everest. Fatemela passare questa provocazione. Perché dico così?
Innanzitutto 500 alpinisti (mai così tanti nella storia), più sherpa ecc ecc.. possiamo dire che vi è stata una densità di popolazione davvero alta. E poi perché ormai registriamo fatti, eventi, modi di fare propri di un “agglomerato civile”.
Pensate che al campo base questa primavera si aggiravano anche i ladri. Alla spedizione italiana di Mario Vielmo, in un campo avanzato, è stata rubata la tenda. E che dire del concerto di musica elettronica che si è tenuto al campo base registrando così il party più alto del pianeta? E poi c’è chi al campo base ci è arrivato per dire il fatidico sì. Sì, è stato celebrato anche un matrimonio. Con tanto di book fotografico, ovviamente, corredato da sfondo mozzafiato. Ora ci manca ancora l’ufficio anagrafe, una scuola, un centro polivalente e poca altra roba…
E come se non bastasse si è registrato anche un vero e proprio giallo. Il ritrovamento di quattro morti a campo 4, morti per asfissia all’interno della loro tenda. Il ritrovamento è stato fatto da un gruppo di sherpa sulla montagna per individuare e recuperare un altro cadavere. Solo che a distanza di pochi giorni viene tutto smentito. Gli sherpa si sono sbagliati. Ah, forse tutta colpa dell’aria rarefatta. Allucinazioni? Come è possibile dare una tale notizia e poi smentirla? C’è chi ha avanzato, e direi legittimamente, l’ipotesi che la storia è stata volutamente insabbiata per non metterre altra carne al fuoco sulle organizzazioni e spedizioni “turistiche” sull’Everest. Non lo sappiamo e quindi diciamo solo, dopo aver dato notizia di quel ritrovamento, che quei morti lassù non c’erano (forse!).
Be’, con tutte queste premesse e con questo andazzo nel prossimo futuro ne vedremo delle belle.
Il Direttore