Abusivismo in montagna, l’Aigae non ci sta
Pubblichiamo integralmente la nota Aigae
Anno nuovo, Collegio Guide Alpine vecchio: i soliti annunci roboanti per dire che la montagna ha partorito l’ennesimo topolino.
Un comunicato del Collegio Nazionale Guide Alpine (Conagai) in cui si dichiara che la “Lombardia fa chiarezza su accompagnamento professionale contro l’abusivismo” è stato diffuso accompagnato da spiegazioni fuorvianti che sono tranquillamente classificabili come “fake news”. Solita noiosa storia: solo gli iscritti al Collegio possono accompagnare professionalmente e le GAE sarebbero tutte abusive.
Su cosa si basa tutto l’impianto del comunicato dal titolo così impegnativo?
Su una semplice Delibera assessoriale della Regione Lombardia del 17 ottobre 2017 e su un’interpretazione del funzionario dello stesso Assessorato allo Sport che ha deliberato atti legittimi ma con un potere vincolante legislativo relativo.
Quindi, ripetiamo a chi avesse strabuzzato gli occhi che non stiamo scherzando: una delibera di un Assessorato regionale che si occupa di sport e la lettera di un dirigente in risposta a un quesito posto dal Collegio Guide Alpine Lombardia, strumentalizzata per affermare tutto quel che la delibera stessa non può dire.
La Regione Lombardia ha emanato un atto dalla forza normativa pressoché nulla, che immaginiamo sia stato soppesato parola per parola in previsione di possibili impugnazioni. E che sembra occuparsi più che altro dell’ambito di stretto interesse dell’Assessorato stesso delle professioni tecnico-sportive e quindi non della professione di Guida Ambientale Escursionistica che è appunto classificata come turistica.
Delibera che stabilisce infatti i confini operativi per quote e tipologie di sentieri per Guide Alpine e Accompagnatori media Montagna, a danno e limite come al solito dei secondi.
Non una legge vera e propria, seppur regionale con tutti i limiti che avrebbe in relazione all’esclusività in materia di professioni da parte dello Stato. Ma una semplice delibera con la pretesa di annullare le normative europee sulla libera concorrenza e libera circolazione delle professioni, la sentenza inappellabile della Corte Costituzionale 459/2005 e relativa interpretazione sulla non esclusività dell’accompagnamento escursionistico e la legge 4/2013 sulle professioni non ordinistiche.
Da parte delle Guide Alpine è poi uscito il solito comunicato ridondante di termini cari al loro Collegio, come esclusività, sicurezza, abusivismo, quote altimetriche. In un minestrone di dichiarazioni avventate e contraddizioni evidenti.
ESCLUSIVITÀ. Dove come quando e perché? Dove sta scritta nella delibera? C’è scritto nero su bianco che SOLO ed ESCLUSIVAMENTE le Guide Alpine e gli AmM possono passeggiare, se retribuiti, accompagnando lungo determinati sentieri? Ovviamente non c’è scritto, ma nel caso si tratterebbe di esclusiva in nome di che cosa? Della sicurezza, scrivono come da copione.
Appunto, SICUREZZA: sta talmente a cuore al Collegio delle Guide Alpine la salute dei cittadini che tende a preoccuparsene solo se accompagnati, quindi se il cittadino va in giro da solo l’escursionismo è sicuro, se accompagnato da altri professionisti no!!! Giova ricordare che purtroppo la maggior parte degli incidenti colpisca il singolo escursionista, non il gruppo accompagnato da una Guida AIGAE e/o AmM.
I nostri dati di anni sui pochi e lievi incidenti con le G.A.E. sono sono stati pubblicati ma attendiamo invano una risposta al nostro appello alla trasparenza con la pubblicazione dei dati del Collegio Guide Alpine. A nostro avviso sarebbe obbligato a farlo e scopriremmo ad esempio che proprio nel caso della Lombardia i dati contraddicono le teorie sulla maggiore presunta sicurezza ottenuta con la loro formazione.
“ABUSIVI se cammineranno sui sentieri…”.
Il comunicato ci cita proprio per esteso con la diffamante definizione di “abusivi”.
Ma del nome della nostra categoria professionale, riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico e da relativi codici ISCO della Comunità Europea, nella delibera non c’è traccia alcuna. Mistero!
Ma poi: se siamo “abusivi” perché le Guide Alpine ci hanno cercato per proporre accordi e incontri riconoscendo il nostro innegabile ruolo? Perché quando su richiesta sono state presentate proposte articolate e ragionevoli non sono state analizzate, dibattute, con confronti costruttivi e controproposte? Perché dopo averlo voluto il Collegio Guide Alpine ha fatto saltare il tavolo di lavoro congiunto disattendo il protocollo sottoscritto a distanza di solo una settimana?
“… sopra i 600 METRI”: oh ecco rispuntare le leggi del 1971 e del 1952 con il criterio altimetrico di montagna abolito da lustri e quindi inesistente nella giurisprudenza italiana!
Abbiamo già dissertato abbastanza sugli infiniti sentieri che possono esserci in mezzo ai prati degli altopiani a 2000 metri e sui precipizi che possono presentarsi anche a 100 metri di quota. Secondo la famosa affermazione della sentenza 459/2005 che la differenza tra le nostre professioni non sta nel “dove” ma nel “come” si svolge. Differenza che abbiamo più volte ribadito e riconosciuto nello stabilire come inviolabili le attività svolte dalle Guide Alpine con “corde, piccozze e ramponi” e “sui terreni innevati o ghiacciati di particolare acclività”.
Praticamente vogliamo dire che se a Selvino (esempio di un comune bergamasco il cui capoluogo è a 960 m.) esiste il PIEDIBUS in cui operatori retribuiti da una cooperativa accompagnano i bambini per le vie e i sentieri tra le loro case e la scuola, questo deve essere fatto da AmM e se dovesse nevicare si rende necessaria l’onnipresente Guida Alpina con tanto di ramponi?
Quel che non emerge nel loro comunicato per l’ennesima volta è come nella realtà quotidiana l’ALPINISMO sia un’attività totalmente distinta dall’ESCURSIONISMO. Attività separate, anche se le Guide Alpine le esercitano entrambe e non abbiamo nulla da eccepire al proposito: non diciamo mai infatti “solo noi”. Le sovrapposizioni parziali tra professioni sono normali e diffuse.
Perché le Guide Alpine non scrivono anche cosa hanno chiaramente detto gli esperti del Ministero dello Sport, da cui essi dipendono, durante l’ultima riunione (a cui abbiamo partecipato anche noi) presso l’Ufficio Legislativo del Ministro dello Sport a proposito di sicurezza ed esclusività nell’accompagnamento escursionistico?
Vorremmo anche veder scritto e spiegato come in modo del tutto “atipico”, al Collegio delle Guide Alpine vengono riservati finanziamenti senza gara o bando pubblico.
Ci chiediamo infatti se sia lecito ed opportuno che un ente pubblico che dovrebbe svolgere esclusivamente il compito di rappresentanza professionale dei propri iscritti e tutela del consumatore destinatario dei servizi resi dagli iscritti diventi un monopolista di servizi a finanziamento pubblico.
La Regione Lombardia per la sola formazione ha stanziato a favore del Collegio 180.000,00 euro l’anno per tre anni.
A questo punto siamo proprio sicuri che il Collegio Guide Alpine che si vanta di conoscere meglio di tutti la MONTAGNA la voglia anche difendere, sostentare e contribuire al suo sviluppo nel momento in cui poche decine di singoli professionisti pretendono di dettare legge e divieti a centinaia tra AmM, soci AIGAE, aziende e società di servizi che operano nel campo del turismo, dello sviluppo economico dei territori e ambienti naturali (alpini compresi).
Pensiamo al caso limite delle Marche dove, nonostante un’inequivocabile sentenza del Tribunale di Pesaro, 4 (quattro per loro stessa ammissione al Tg3!) Guide Alpine pretendono di avere l’esclusiva dell’accompagnamento su neve in tutta una Regione messa in ginocchio dal terremoto e che avrebbe bisogno di ogni briciola del mercato turistico per provare a rialzarsi.
Gli enti, le istituzioni, il mondo dei parchi, le imprese del turismo, gli appassionati di escursionismo chiedono tutti a gran voce di finirla con questa inutile guerra, che sta impegnando e disperdendo preziose energie e competenze: le Guide Ambientali Escursionistiche esistono, sono una figura riconosciuta dal mercato, dalla gente e dalle leggi. Siamo migliaia, siamo nei territori e ci occupiamo da professionisti del turismo in ambiente. In ogni ambiente non alpinistico. Con fantasia e la capacità di dare ossigeno alle iniziative. Pronti a collaborare con tutti, come già lo facciamo in decine di società miste che vedono insieme le Guide Alpine e le G.A.E.
È ora di fare seriamente una legge sulle professioni dell’accompagnamento escursionistico in natura al passo con i tempi e con la realtà, in linea con le normative europee sulla libera concorrenza.
Nella tutela di chi vuole usufruire in sicurezza di tutti gli ambienti e non a privilegio o a protezione dei professionisti.
Basta steccati, basta divieti inutili, basta privilegi, basta ottusità.
Andiamo tutti oltre e lavoriamo per il bene comune.
Noi ci siamo e tendiamo ancora una volta la mano alle guide ragionevoli di tutti i settori che vogliono evolvere e confrontarsi.
Da oggi infatti cambiano gli hashtag della diffusione della nostra azione, lasciando la battaglia contro la Casta della montagna a chi vorrà continuare a rimanere in trincea.
Basta stare costretti a difenderci da attacchi assurdi e retrogradi.
Il nostro mondo è all’aperto, in natura e sui sentieri:
#RiconoscimentoProfessioniEscursionismoOra
#AltraMontagnaPossibile
fonte: aigae.org