Cordata italo-svizzera verso Manaslu e e Pangpoche
Gli alpinisti e guide alpine, legati da una profonda amicizia e stima reciproca, affronteranno due vette Himalayane estremamente complesse con caratteristiche tecniche notevolmente differenti: il Manaslu (ottava montagna più alta del mondo con i suoi 8.163 m) e il Pangpoche (6.620 m), che risulta, ad oggi, ancora inviolato.
L’efficacia della squadra sarà fondamentale: bisognerà collaborare al meglio e ognuno dovrà fare e dare il massimo. Oltre ad una grande preparazione serviranno solide doti tecniche, flessibilità mentale e un briciolo di sana follia.
Importante valore aggiunto per la squadra è dato dalla presenza di Marco Camandona, alpinista di grande esperienza con all’attivo 8 ottomila senza ossigeno e 5 “Seven Summits”. Camandona ritorna sul Manaslu dopo il tentativo di vetta del 1996, quando, a soli 25 anni, arrivò a 7.800 m.
Il primo obiettivo della spedizione è di tentare la vetta del Pangpoche, in totale stile alpino, utilizzando come campo base il villaggio di Samagoan che si trova a una quota di 3.800 m. Questa ascesa è un obiettivo di altissimo livello, in quanto la vetta risulta inviolata, inoltre sarà un’importantissima tappa di acclimamento per il proseguio della spedizione.
Il secondo obiettivo, in ordine di tempo, è il Manaslu che la cordata vuole affrontare per due pareti: tramite la via Hajzer Kukuczka del 1986 sul versante nord-est che attualmente risulta non ripetuta; e tentando una salita in velocità sulla via classica puntando a battere il record di velocità stabilito il 25 settembre 2014 da Andrzej Leszek Bargiel, alpinista polacco che partito dal campo base raggiunse la vetta e fece ritorno in sole 21 ore e 14 minuti.
Grazie ad un collegamento satellitare, la spedizione potrà essere seguita sulle pagine social di Facebook di Camandona, Cazzanelli e Favre con news, foto ed aggiornamenti.
Il team
Marco Camandona, alpinista di fama internazionale, guida alpina e maestro di sci alpino, è allenatore federale di scialpinismo. Marco è salito sulle vie più impegnative delle Alpi, dal Monte Bianco alle Dolomiti, aprendo vie nuove in Himalaya come la via “Princess Cecile Line” al Churen Himal (7371m) nel 2012. Dal 1996 ad oggi, ha preso parte a più di venti spedizioni alpinistiche e ha intrapreso viaggi d’avventura in tutto il mondo, salendo su cinque delle montagne più alte di ogni continente (i cosiddetti Seven Summits). Per otto volte è salito su una cima principale di 8000 metri senza l’ausilio dell’ossigeno. Marco fa parte del ristretto numero di alpinisti che hanno scalato il K2 e l’Annapurna, tra le più difficili e insidiose montagne del mondo. Inoltre, è tra i pochi al mondo ad aver salito le prime sei montagne più alte del mondo: l’Everest (8848 m) nel 2010, il K2 (8611 m) nel 2000, il Kangchenjunga (8586 m) nel 2014, il Lhotse (8516 m) nel 2018, il Makalu (8463m) nel 2016, il Cho Oyu (8210 m) nel 1998 – che si concretizza durante il tentativo di salita in velocità di due ottomila tra cui il ShiSha Pangma (8048 m) a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. A questi si aggiunge l’Annapurna (8091 m) la cui vetta è stata raggiunta nel 2006.
Direttore tecnico, da più di 20 anni, della gara internazionale di scialpinismo a tappe “Millet Tour du Rutor Extrême” (prossima edizione la N° 20 – Arvier, Aosta, dal 26 al 29 marzo 2020), è atleta di sci alpinismo e di ultra trail, giudice della Federazione internazionale di sci alpinismo e membro del Soccorso Alpino della Valle d’Aosta dove vive e lavora.
François Cazzanelli, classe ’90, è alpinista e Guida Alpina; cresciuto a Cervinia, nella Valtournenche, ai piedi del Cervino dove vive tuttora. Figlio d’arte: il cognome della famiglia del padre, Cazzanelli, e quello della famiglia della madre, Maquignaz, sono legati indissolubilmente da più di un secolo al mestiere di Guida Alpina e all’Alpinismo, da ben cinque generazioni.
François ha ripetuto e aperto svariate vie sul Monte Bianco, Cervino e Monte Rosa. Con il collega svizzero Andreas Steindl (CH), ha realizzato il record di concatenamento delle 4 creste del Cervino (Hörnli, Furgen, Zmutt e Leone) in 16 ore e 4 minuti ottenuto il 12 settembre 2018 migliorando di ben 7 ore il record precedente del ’92 di Hans Kammerlander e Diego Wellig di 23 ore; e ha firmato l’Integrale della Cresta di Peuterey in 15 ore e 55 minuti della cordata (del 19 luglio 2019).
Solo una settimana dopo, il 21 settembre 2018, Cazzanelli si è reso protagonista, con Emrik Favre e Francesco Ratti, dell’apertura di una nuova via di roccia che risale direttamente nella parte più ripida dello scudo della parete sud del Cervino e per questo battezzata “Diretta allo Scudo”: che presenta 10 lunghezze, circa 350mt, con una difficoltà massima stimata fino al 7A / 7A+. La “Diretta allo Scudo” fortemente voluta da François Cazzanelli e Roberto Ferraris, risolve uno degli ultimi “problemi” del Cervino.
Dal 2009 al 2011 François Cazzanelli ha fatto parte della Nazionale Italiana di sci alpinismo e attualmente continua a gareggiare nelle più importanti competizioni internazionali di lunga distanza. Nel 2019, Cazzanelli ha disegnato il tracciato di gara del Trofeo Mezzalama Jeunes assieme a Emrik Favre.
Dal 2012 è membro della Società Guide Del Cervino. Dal settembre 2011 al 2016 ha fatto parte della “Sezione Militare di Alta Montagna del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur”.
Ha partecipato a dodici spedizioni extraeuropee dall’Himalaya alla China fino alla Patagonia Argentina. Le ultime in ordine cronologico, lo hanno visto raggiungere nel gennaio del 2019 la vetta del Monte Vinson in Antartide e a maggio raggiungere per ben due volte la vetta del Denali, in Alaska, da due vie, la “West Rib” e la “Cassin” firmando la terza ripetizione italiana dal ‘61. Mentre nella primavera del 2018, è stato protagonista in Nepal di due salite, la prima in qualità di guida alpina verso la vetta dell’Everest (con l’uso dell’ossigeno per garantire la sicurezza del cliente); la seconda, di alpinista, raggiungendo la vetta del Lhotse, la quarta montagna più alta del mondo in cordata con Marco Camandona senza l’ausilio dell’ossigeno (unici italiani ad aver scalato il Lhotse nel 2018).
Emrik Favre, nato ad Aosta il 4 10 1988, di Ayas, maestro di sci e guida alpina. Si appassiona alla montagna fin da piccolo, ma inizia a coltivare questa passione seriamente dal 2009. Del 2010 è la sua prima spedizione in Himalaya al Cho Oyu (8201 m), poi è stato un susseguirsi di spedizioni in giro per il mondo. Adora viaggiare ed esplorare posti nuovi e condividere la passione per la montagna coi amici e clienti sia sulle montagne di casa sia all’estero.
Francesco Ratti nasce vicino a Milano nel 1980 e coltiva fin da giovanissimo la sua passione per l’alpinismo sulle montagne intorno a Lecco, famose per l’arrampicata su roccia. L’arrampicata, l’alpinismo, e la volontà di voler vivere la montagna a 360° fanno sì che nel 2015 diventa Guida Alpina e membro della storica Società delle guide di montagna di Cervino. Vive a Valtournanche con la sua famiglia e si divide tra la professione di Guida Alpina ei suoi progetti di alpinista.
Andreas Steindl è un alpinista svizzero, scialpinista e guida alpina. Steindl è nato a Zermatt, dove ha lavorato come carpentiere prima di conseguire il diploma di guida alpina nel 2011. Partecipa anche a gare di sci alpino e corsa in montagna. Steindl detiene attualmente il record di velocità sul Cervino lungo la cresta dell’Hornli, impiegando 3 ore, 59 minuti e 52 secondi con partenza e ritorno da Zermatt. Nato e cresciuto a Zermatt, Steindl conosce il Matterhorn come le sue tasche, infatti era salito sui 4478 metri della cima ben 88 volte prima di stabilire questo record di velocità. Con Cazzanelli detiene il record di concatenamento delle 4 creste del Cervino (Hörnli, Furgen, Zmutt e Leone) in 16 ore e 4 minuti realizzato il 12 settembre 2018 e migliorando di ben 7 ore il record precedente del ’92 di Hans Kammerlander e Diego Wellig di 23 ore; e firma l’Integrale della Cresta di Peuterey in 15 ore e 55 minuti della cordata (del 19 luglio 2019).
Fonte : Top1 Communication Ufficio Stampa Comunicazione e Promozione/foto: wikipedia