Le origini del turismo sulle Dolomiti
Impossibile comprendere come nacque lo sviluppo turistico delle vallate alpine tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo prescindendo dai grandi pionieri che si spesero per la costruzione delle prime arterie stradali di attraversamento dei valichi alpini. Uno di questi lungimiranti personaggi, importante per il turismo nelle Dolomiti e nella terra ladina fu Theodor Christomannos. Era un intellettuale di origine viennese, stabilitosi per ragioni di salute a Merano. Fine giurista e letterato, alla sua determinazione dobbiamo la realizzazione dei primi grandi alberghi (a Trafoi, Solda, Carezza) oltre ai collegamenti: la ferrovia Merano-Malles, la strada per Solda, e la Grande Strada delle Dolomiti, la poderosa opera viaria che partendo da Bolzano tocca tutti i passi dolomitici fino a Cortina d’Ampezzo (112 chilometri).
L’intero tracciato di quest’opera, che all’epoca presentò grandi difficoltà tecniche, doveva essere terminato nel 1898, per festeggiare i primi 50 anni di regno dell’imperatore Francesco Giuseppe, ma i costi si rivelarono un ostacolo insuperabile. Christomannos non si dette per vinto e con l’appoggio del Club Alpino Austriaco riuscì a mobilitare il Ministero della Guerra di Vienna per lo stanziamento di ingenti finanziamenti.
I lavori iniziarono nel 1900 e la Grosse Dolomiten Strasse venne inaugurata nel 1909, ma l’aspetto più curioso di questa grande infrastruttura è che, un anno prima dell’inaugurazione, venne pubblicato un libro di un solerte giornalista e scrittore di origini croato/trentine: Karl Felix Wolff (1879-1966) che si mise immediatamente al servizio dell’Impresa Dolomiti come venne chiamata la costruzione della strada. Autore del più famoso volume “I monti pallidi” (Dolomitensagen 1913) Wolff seguì con rigore giornalistico e documentale tutta l’opera, scrivendo la sua “Monographie der DolomitenStrasse”. Un lavoro molto più completo di una guida alpinistica, o escursionistica, ricchissimo di aspetti morfologici, geologici, antropici, con annotazioni su lingua, toponomastica, leggende e tradizioni.
Del volume esisteva fino ad oggi solo la versione in lingua tedesca e quest’anno l’Istituto Culturale Ladino di Fassa ne ha promosso la riedizione e la traduzione, curata da Isabella Ferron. Ha visto così la luce il libro dal titolo “La grande Strada delle Dolomiti”, che verrà presentato a Trento, mercoledì prossimo alle 17 alla Casa della SAT.
Due gli editori dunque e due i curatori del volume: Ulrike Kindl con una approfondita digressione sugli esordi del turismo in area dolomitica e Fabio Chiocchetti, direttore dell’Istituto Culturale Ladino di Fassa, con le puntuali annotazioni su toponimi e grafia ladina.
All’incontro del prossimo mercoledì parteciperanno Anna Facchini presidente della SAT, Fabio Chiocchetti, Riccardo Decarli bibliotecario alla Biblioteca della Montagna SAT e Bruno Zanon, docente di pianificazione Urbanistica all’Università di Trento e membro della Commissione Cultura della SAT.
L’incontro è aperto al pubblico.
fonte: SAT