“Rilascio di M49 o procederemo per reato maltrattamenti contro animali”
Dopo la cattura sull'Adamello-Brenta la Lav pronta a procedere contro la Provincia di Trento. Sul piede di guerra anche il WWF
È finita così. La lunga fuga di un orso, scappato da un recinto, da dove si pensava che un animale della sua stazza non potesse mai scappare. Era luglio dello scorso anno. Da allora è iniziata la caccia. Papillon se l’è data a gambe. Poi il lungo semi-letargo. Ha fatto perdere le sue tracce. Ha attraversato province (Trento, Bolzano, Verona), autostrade, ferrovie, fiumi. Il suo obiettivo era uno solo: tornare a casa. E quello lo ha tradito. Erano lì ad aspettarlo. Preso, sedato, rinchiuso in un tubo e portato nuovamente in quel recinto. Perché ritenuto un orso problematico. Pericoloso per l’uomo. Ma un uomo, M49 non lo ha mai assalito. Sì, le sue scorribande sono ormai divenute famose. Scopracciate di miele, danneggiamenti a malghe, rifugi, un bottiglietta di olio di olive scolata… ma mai un attacco all’uomo!
La notizia della sua cattura ha alzato subito un polverone di polemiche.
Lav Un animale che, pur avendo percorso centinaia di chilometri, non ha mai costituito alcun pericolo per l’uomo e che ora sarà condannato all’ergastolo solo per avere mangiato del cibo malamente custodito in alcune baite in alta quota. La sentenza emessa dalla Provincia di Trento è inutilmente crudele perché si accanisce su un animale che ha dimostrato eccezionali capacità di adattamento e sopravvivenza – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici LAV – aspetti che ne fanno un individuo particolarmente dotato che dovrebbe essere per questo ancora più rispettato e accettato, anche se si è reso responsabile di qualche danno, esclusivamente di carattere economico.
Il 2019 dell’orso M49: danni per 45 mila euro
La Lav continua Colpisce che in un periodo in cui tutta la collettività, lo Stato e i governi locali sono impegnati nel contrasto alla pandemia, Fugatti e la provincia di Trento abbiano trovato risorse, tempo e modo per imprigionare M49, impegnando sul territorio uomini e mezzi in un’attività che non aveva alcun carattere di urgenza. Inoltre, la prossima stagione turistica estiva si annuncia quanto meno ridotta; le possibilità di interazione tra M49 e le persone sarebbero state prossime allo zero. Questo animale viene imprigionato per evitare che rompa una finestra o manometta una porta… stante il fatto che le popolazioni locali sono puntualmente già rimborsate per ogni danno di questo tipo.
Chiediamo l’immediato rilascio e diffidiamo la Provincia di Trento, anche perché Casteller non può assicurare una detenzione compatibile con le caratteristiche etologiche di questo animale, da un punto di vista anche legale. Per questo motivo, saremo pronti a procedere contro la Provincia di Trento, per il reato di maltrattamento di animali ai sensi dell’art. 544 ter del Codice Penale.
Immediata anche la presa di posizione del WWF Nonostante nelle ultime settimane, dopo il risveglio dal periodo di ibernazione, abbia effettuato alcune intrusioni in baite, malghe ed altri stabili (sempre disabitati), Papillon non si è mai reso protagonista di attacchi o comportamenti pericolosi verso l’uomo, al contrario di quanto avrebbe affermato la Provincia Autonoma di Trento, che oggi spiega che l’intervento è stato reso necessario dal comportamento di M49, pericoloso per l’uomo.
Il WWF Italia ricorda alle autorità trentine che l’orso è una specie protetta sia da Direttive internazionali che da leggi nazionali (Legge 157/92), e che interventi di cattura e captivazione di un individuo devono rispettare alcune fondamentali condizioni di necessità.
Chiediamo dunque delucidazioni alla Provincia Autonoma di Trento (PAT) su necessità, tempi e modalità dell’intervento messo in atto, e sul destino di M49, già oggi rinchiuso nel recinto del Casteller, che ha tra l’altro già mostrato in passato evidenti carenze strutturali e gestionali.
La cattura di M49 rappresenta una sconfitta per tutti, e mette in luce la necessità di investire sempre più energie e risorse economiche nella prevenzione dei danni, per lavorare attivamente per la convivenza con l’uomo e evitare che simili episodi si ripetano in futuro, considerato anche che la popolazione trentina di orsi è in continua espansione spaziale e numerica, come riportato nell’ultimo Report Grandi Carnivori 2019 della PAT.
foto copertina: l’adige.it