È il millepiedi spazzino l’animale di grotta dell’anno
La Società Speleologica Italiana celebra la Giornata mondiale della Biodiversità: il millepiedi spazzino è animale di grotta dell'anno
Il millepiedi spazzino è l’animale di grotta dell’anno!
Sapevate che nelle grotte vivono più di 3.600 spcie di organismi ad oggi conosciuti. Proprio così, nelle più di 40.000 grotte esistenti: e l’Italia è uno dei Paesi europei con la maggior ricchezza di fauna cavernicola.
La Giornata mondiale della Biodiversità
La Società Speleologica Italiana celebra così la Giornata mondiale della Biodiversità, lo fa lanciando la campagna “Animale di grotta dell’anno”. Stavolta, come detto, il premio se lo aggiudica il millepiedi spazzino Plectogona sanfilippoi.
Le funzioni
La biodiversità è il capitale naturale che ci permette di sopravvivere e, per gli ecologi, è una misura chiave per quantificare la salute del nostro pianeta.
I pericoli
I pericoli maggiori provengono da deforestazione, pascolamento, impermeabilizzazione dei suoli, estrazioni di rocce carbonatiche nelle cave, sviluppo della rete viaria e escavazione di gallerie, inquinamento veicolato nelle grotte e nelle falde carsiche da punti idrovori, sia microfessure che inghiottitoi.
La campagna Animale di grotta dell’Anno è nata nel 2009 su iniziativa della Federazione Speleologica Tedesca e sotto l’egida della Federazione Speleologica Europea (FSE).
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Il millepiedi spazzino
Per il 2020 la Società ha scelto di concentrarsi sul diplopode Plectogona sanfilippoi, proprio per la sua importante funzione ecologica di decompositore. Il ‘millepiedi spazzino’ è presente in quattro grotte del Piemonte, due delle quali molto conosciute e turistiche, ovvero la Grotta di Bossea e la Grotta del Caudano. Il genere Plectogona, con almeno 7 specie note, è il più diffuso nelle cavità sotterranee delle Alpi Liguri e Marittime nel territorio piemontese.
Il diplopode Plectogona sanfilippoi è un animale depigmentato, quasi trasparente, con occhi non più funzionali, ridotti a piccole aree triangolari ai lati del capo; l’aspetto generale e l’allungamento delle antenne e delle zampe sono caratteri riferibili alla sua specializzazione alla vita sotterranea. Si tratta di un organismo saprofago onnivoro, che si nutre di qualunque residuo organico, risultando fondamentale nei processi di decomposizione e quindi nel riciclo della sostanza organica: un vero e proprio “spazzino” del sottosuolo.
fonte: adnkronos