Tadeusz Piotrowski, il signore dell’inverno

Tra i più grandi alpinisti polacchi. Fu perseguitato per i fatti del Lhotse. Morì sul K2

Tadeusz Piotrowski (19 settembre 1939 – 10 luglio 1986) è stato uno dei più grandi alpinisti polacchi. Se non il migliore, come ritenuto da molti, per le invernali.

Ha scritti numerosi libri sull’alpinismo.

Tadeusz Piotrowski nasce a Kołki (Polonia orientale). Dopo la caduta di Berlino la famiglia Piotrowski si stabilisce a Pasłęk, nella Polonia settentrionale. Tadeusz inizia gli studi superiori a Szczecin, poi studia meccanica all’istituto di tecnologia, poi si iscrive alla facoltà di economia.

L’alpinismo inizia a praticarlo negli anni Sessanta. E subito si capisce di che pasta è fatta.

Carriera

Nel 1967 è sulle Alpi dove realizza salite significative, tra le quali su Dent Blanche e la Dent d’Hérens.
Nel marzo 1971 sale in prima invernale la via Bonatti-Gobbi al Grand Pilier d’Angle (con Andrzej Dworak, Janusz Kurczab e Andrzej Mróz).

Poi Tadeusz si sposta in Norvegia. Nel 1972 effettua la prima invernale del Pilier del Trollryggen. Nel ’73 ripete la Fivaruta allo Store Troltind.

L’anno dopo con Wojciech Kurtyka, Marek Kęsicki e Ryszard Kowalewski sale in prima invernale la via dei francesi al Trollryggen. Nel 1977 sempre in Norvegia  sale la “Rimmon route” in seconda invernale.

Piotrowski iniziò la sua carriera negli anni ’60 nei Monti Tatra in Polonia, all’epoca in cui era studente all’Università della Tecnologia di Szczecin. Sarebbe poi diventato uno dei principali alpinisti polacchi, conosciuto in tutto il mondo come specialista dell’arrampicata invernale. Fu uno dei primi alpinisti a specializzarsi nell’arrampicata invernale.

Le sue salite più conosciute, la maggior parte in inverno, includono:

  • Trollryggen, Norvegia nell’inverno 1972
  • Noshaq, Afghanistan nell’inverno 1973
  • Trollryggen, Norvegia nell’inverno 1974
  • Trollryggen, Norvegia nell’inverno 1977,
  • Tirich Mir, Pakistan nel 1978
  • Rakaposhi, Pakistan nel 1979
  • Distaghil Sar, Pakistan nel 1980
  • Api, Nepal nell’inverno 1983
  • K2 in Cina / Pakistan nell’estate 1986

I fatti del Lhotse

Nel 1974, il suo compagno di arrampicata, Stanisław Latałło, morì sul Lhotse; per questo incidente si trovò invischiato in alcune controversie in Polonia. Fu di lui fu aperta anche una procedura disciplinare.
Piotrowski fu giudicato colpevole della morte di Latałło per aver sabbandonato il compagno ed espulso dalla PZA. L’ambiente alpinistico polacco si divise. Per molti Piotrowski divenne il capro espiatorio della spedizione.

E’ comunque l’inizio della grande epopea polacca delle invernali sulle più alte montagne del mondo.

Piotrowski ricorse in appello. Fu costituita una nuova commissione disciplinare, composta da alpinisti molto esperti. La Commissione trovò un compromesso: Piotrowski fu sospeso per due anni da socio della PZA.

Altre salite

1983, Piotrowski diresse la salita invernale su Api (7.132 metri) e raggiunse la vetta alla vigilia di Natale. In quella spedizione c’era anche Andrzej Bieluń, morto nei pressi della cima della montagna.

Il K2 e la morte

Piotrowski morì il 10 luglio 1986. Due giorni prima, lui e Jerzy Kukuczka, avevano terminato la prima salita della parete sud del K2 (chiamata anche “Linea polacca”) – una via molto difficile e pericolosa che era stata minacciata dai seracchi.

Era stata chiamata “suicida” da Reinhold Messner:

Il percorso è così incline alle valanghe, che nessun altro ha mai preso in considerazione un nuovo tentativo.

Fu durante la discesa di un percorso classico (lo Sperone Abruzzi) che perse entrambi i ramponi e cadde a circa 7900 metri di altezza. E lì trovò la morte.

La via non è mai stata ripetuta.

Per i suoi successi alpinistici, Tadeusz Piotrowski è diventato quattro volte vincitore della più alta medaglia sportiva in Polonia, la Medaglia d’oro per gli eccezionali risultati sportivi.

 

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