Diamo la libertà (vigilata) all’orso M49 Papillon
Ormai il fuggiasco è divenuto temerario. L’orso M49 – a questi codici alfanumerici ci piace di più Papillon, così soprannominato dopo la sua prima fuga la scorsa estate dal Centro Casteller di Trento – se l’è data di nuovo a gambe dopo aver divelto una rete metallica di 12 millimetri. 12 millimetri, non so se mi spiego! E penso abbiate visto le immagini della rete piegata dalla forza della natura.
La prima volta la scavalcò.
Negli ultimi giorni, dopo la notizia della fuga, i più si sono schierati da una parte, i più fanno il tifo per l’orso, l’orso che vuole la sua libertà. Dicono: non ha fatto male a essere umano, sì ha fatto un bel po’ di danni. È un bulletto, se ne va per alpeggi e malghe a far torto ad agricoltori e allevatori. E per loro, dicono, ci sono gli indennizzi (italiani ed europei), e a quanto si sa, la Provincia di Trento è precisa e tempestiva in tali pratiche di risarcimenti.
M49 è radiocollato. I Forestali lo piantonano. Sanno dov’è. E da quando è fuggito, forse consapevole che quelli coi fucili sono sulle sue tracce, Papillon non si è mosso. Solo qualche centinaio di metri. Lo immaginiamo, accovacciato in un anfratto…
Ma è proprio il fatto che M-49 è radiocollato che dovrebbe/potrebbe suggerire un approccio morbido alla vicenda. A differenza dalla prima fuga – ricordiamo che il fuggiasco si è girato Trentino, Veneto, Alto Adige, ha attraversato autostrade e fiumi – ora può essere monitorato.
Si può sapere, con precisione, dove si trova. E allora perché non dargli una chance. Di guai probabilmente ne farà ancora. D’altronde come parecchi orsi. Sono orsi!
Ma voglio ricordare l’episodio accaduto negli scorsi mesi sul Monte Peller, sempre in Trentino. Dove un orso era a due passi da un bambino, mentre il padre faceva un video col telefonino. L’orso, incuriosito, lo ha seguito per qualche metro, poi (anche grazie alla calma del bimbo) ha messo la freccia e si è diretto altrove.
In Abruzzo sta tenendo banco l’orsa coi 4 cuccioli a zonzo nei dintorni di Villalago. Sono lì, scendono al paese a bere e cercare cibarie e poi si dileguano. Nel frattempo si fanno fotografare, quasi si mettono in posa… e da queste parti non si è mai sentito di un orso che ha attaccato l’uomo!
Tornando a M-49, si diceva di dargli una chance anche per il fatto che è radiocollato. Malauguratamente dovesse rendersi protagonista di qualche spiacevole episodio nei confronti dell’uomo (certo dopo essere stato nel mirino per mesi in una lunga ed estenuante caccia e fuga, dopo che è stato rinchiuso due volte per diversi mesi in una gabbia di ferro, castrato chimicamente e a quanto pare anche sedato con integratori naturali) un po’ di cattiveria nei confronti del genere umano gli sarà salita al cervello.
Speriamo la scarichi nella natura, scorrazzando all’impazzata per i suoi monti, abbuffandosi di bacche e frutti e altro ancora che gli offre madre natura, arrampicandosi sugli alberi, tuffandosi in fiumi e ruscelli; peccato che non potrà scaricare, non più, con una femmina perché l’uomo ha deciso che non vuole avere a che fare con altri orsi di quel gene…
Poi si sa, l’orso, e così qualsiasi altro animale, diventa aggressivo se si sente braccato, se è una femmina con i cuccioli; e se è problematico, come ormai si dice…
Certo, se dovesse attaccare l’uomo, M-49 a quel punto avrebbe le ore contate!
Con questo non vogliamo fare il tifo per l’orso. Diciamo solamente che è semplicemente una situazione che va gestita, al meglio. Nessun tifo da stadio, nessuna venerazione o demonizzazione.
Ma l’orso non si uccide, a maggior ragione se non ha ucciso. Non si rinchiude in una cella a vita. Proviamo a lasciarlo in pace, diamogli una chance; insomma… un periodo di libertà vigilata!
Può darsi che nel frattempo arrivi la disponibilità di un Parco in Europa o altrove a volerlo ospitare. E dove potrebbe trascorrere i suoi giorni in tranquillità. Speriamo!
Certo, questa di M49, è una situazione delicata. È divenuta una faccenda mediatica. Mediatica e politica. La Provincia di Trento dovrà valutare attentamente ogni azione da intraprendere, anch’essa come l’orso è sorvegliata a vista dagli occhi attenti di media e ambientalisti (questi ultimi pronti a denunce e ricorsi), da allevatori e agricoltori, da Roma e dal ministro dell’Ambiente Costa e sì pure dai tifosi dei due schieramenti in campo (cittadini-elettori).
Il Direttore