Demetra, la quercia più antica al mondo vive sull’Aspromonte
La rovere, scoperta dai ricercatori dell'Università della Tuscia, ha 934 anni
Demetra, la rovere più antica al mondo “vive” nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. 934 anni d’età per la quercia scoperta dai ricercatori dell’Università della Tuscia guidati dal professore Gianluca Piovesan.
La straordinaria rivelazione, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Ecology, sta riscontrando una notevole risonanza mediatica. Con la stampa nazionale ed internazionale che ne parla quotidianamente con pubblicazioni sulle riviste di settore e sui mass media “generalisti”.
Il Responsabile Biodiversità dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Antonino Siclari La scoperta di queste longeve roveri nell’ambiente montano d’alta quota dell’Aspromonte conferma l’elevato livello di naturalità degli ecosistemi forestali nelle aree protette dell’Appennino meridionale.
Il presidente Leo Autelitano Un valore ecologico enorme, testimonianza dell’importante livello di biodiversità presente nella nostra Area Protett.
Lo studio
Con il lavoro prodotto, Gianluca Piovesan ed il suo team di scienziati sono riusciti a datare l’età di cinque grandi roveri (Quercus petrea). Rilevando campioni di legno degradato dai tronchi utilizzando il metodo del radiocarbonio. E rivelando una longevità sorprendente finora sconosciuta, che si spinge fino ai 934 anni di Demetra.
Da molto tempo le maestose querce sono considerate un simbolo di longevità. Ma studi scientifici in grado di determinarne con precisione le età sono stati raramente condotti in Europa.
Questa scoperta dimostra che un millennio è un orizzonte raggiungibile per le angiosperme che crescono in alta quota nelle montagne mediterranee del Sud Italia.
Demetra e la sua età millenaria
Demetra ci dice che le roveri che crescono nei pendii rocciosi della fascia altitudinale altomontana mediterranea possono raggiungere età millenarie.
La sua sorprendente età, la rende il più antico albero di latifoglie di clima temperato datato al mondo. Espandendo la longevità massima conosciuta di oltre 300 anni per le latifoglie datate con metodi dendrocronologici.
Demetra e le altre vecchie querce d’Aspromonte si aggiungono così alla lista di alberi scientificamente datati più antichi d’Europa
Jordan Palli e Michele Baliva del DendrologyLab dell’Università degli Studi della Tuscia Il campionamento è stato particolarmente arduo per due ragioni. In primo luogo, questi antichi alberi si trovano su ripidi pendii rocciosi di alta montagna, difficili da raggiungere e da percorrere. In secondo luogo, individui molto vecchi risultano spesso cavi nella parte interna del fusto a causa di secoli di esposizione alle intemperie, ad organismi nocivi e patogeni naturali. Ciò significa che gli anelli più antichi sono spesso mancanti o gravemente degradati, rendendo molto difficile l’identificazione e la raccolta degli anelli più vicini al midollo per la datazione con il metodo del radiocarbonio. Nel DendrologyLab abbiamo effettuato una meticolosa analisi allo stereoscopio per identificare gli anelli più vecchi nei nostri campioni.
Date le dimensioni molto ridotte degli anelli, abbiamo dovuto utilizzare un bisturi per prelevarli.
Demetra, come si diceva, espande la longevità massima conosciuta di oltre 300 anni per le latifoglie datate con metodi dendrocronologici. Due faggi di 620 anni scoperti due anni fa nel Parco Nazionale del Pollino (soprannominati Michele e Norman) e di 200 anni rispetto ad età precedentemente ottenute da analisi al radiocarbonio (due querce dalla Romania).
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Demetra e le altre vecchie querce d’Aspromonte si aggiungono così alla lista di alberi scientificamente datati più antichi d’Europa insieme al pino loricato soprannominato Italus e ai due faggi soprannominati Michele e Norman.