Basta sovraffollamento sulle Dolomiti

Uno studio innovativo cerca di promuovere una gestione più sostenibile dei flussi di visitatori nel rispetto dell’ambiente, nonché della sostenibilità economica e sociale

Troppi turisti sulle Dolomiti? Uno studio cerca di capirne i flussi e correre ai ripari.

Dolomiti: i siti osservati speciali

Osservati speciali, ovviamente, alcuni siti, i più famosi: come quelle del lago di Braies e delle Tre Cime di Lavaredo. Sovraffollamento generalizzato, code e chiasso impattano sull’ambiente e sulla qualità della visita e della vita delle comunità locali.

Lo studio innovativo

Il limite della capacità di carico su queste due zone, prese in esame quali aree pilota, è il tema centrale su cui si impernia lo studio innovativo della Fondazione Dolomiti UNESCO e del Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, presentato lo scorso 16 novembre dal professor Jan Van der Borg, responsabile del team di ricerca internazionale insieme al presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO Mario Tonina e all’assessora della Provincia aut. di Bolzano – Alto Adige Maria Hochgruber Kuenzer nell’ambito di una conferenza stampa moderata da Marcella Morandini, direttore della Fondazione.

L’obiettivo dello studio

Obiettivo dello studio è promuovere una gestione più sostenibile dei flussi di visitatori nel rispetto dell’ambiente, nonché della sostenibilità economica e sociale. Lo studio sarà portato a termine entro la fine del 2020.

Il presidente della Fondazione, Mario Tonina, assessore e vicepresidente della Provincia di Trento La Fondazione Dolomiti UNESCO ha compiuto il primo passo, ora spetta agli amministratori delle rispettive aree agire e compiere le scelte politiche.

 

 

L’assessora allo sviluppo del territorio e paesaggio, e membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, Maria Hochgruber Kuenzer Abbiamo la responsabilità di mantenere l’ecosistema e anche la possibilità di trovarvi ristoro, ma non dobbiamo dimenticare gli abitanti che sono coloro che mantengono i paesaggi di queste aree e che in queste aree devono mantenere la propria identità.

Studio innovativo utilizzando i big data

Avvalendosi dei dati riferiti alle aree pilota del 2018 e i big data (dati delle celle telefoniche raccolti in forma anonima e aggregata insieme ai dati dei social network) provenienti da Vodafone Analytics, TripAdvisor, ISTAT e Banca d’Italia, nonché di interviste, gli esperti hanno valutato gli impatti dei flussi annuali di visitatori nelle due aree e la rispettiva capacità di carico (ambientale, sociale ed economica) e suggerito misure d’intervento.

Il professor Jan Van der Borg, responsabile del team di ricerca internazionale, ha illustrato gli esiti dello studio da cui emergono alcuni suggerimenti in riferimento alla capacità di carico degli hotspot, evidenziando che la quantità spesso è in contrasto con la qualità. Per quanto riguarda la zona del Lago di Braies, il numero di visitatori (giugno-settembre 2018) è di molto superiore alla capacità di carico del sito, con giornate di picco di oltre 17.400 persone al giorno e una densità fino a 188 persone per ettaro. Per quanto riguarda le Tre Cime di Lavaredo, invece, i dati raccolti parlano di picchi superiori alle 13.400 persone al giorno. Un campanello d’allarme consiste nel fatto che la valutazione della qualità dell’esperienza di visita sia in calo, soprattutto nelle giornate di sovraffollamento.

Capacità di carico consigliate

Se l’area del Lago di Braies viene considerata come parco naturale, il limite consigliato dall’Organizzazione Mondiale del Turismo è di 1.500-2.500 persone al giorno e di 4.500–6.000 persone al giorno se considerata come area escursionistica. Per quanto concerne il carico sociale, relativo alla percezione delle persone che visitano l’attrazione, la qualità della visita da parte di turisti ed escursionisti rimane a livello medio se si pone un limite di 9.000 persone al giorno. Per l’area delle Tre Cime di Lavaredo se il sito viene considerato come parco naturale il limite consigliato per il carico naturale è di 2.700–3.000 persone al giorno e di 7.000–7.500 persone al giorno se considerato come area escursionistica e in riferimento al carico sociale, la qualità della visita da parte di turisti ed escursionisti rimane a livello medio se si pone un limite di 4.000 persone al giorno.

Misure per la sostenibilità

Dallo studio emergono alcune chiare indicazioni gestionali, e le azioni immediate concernono la regolamentazione dell’accesso. Per il Lago di Braies il processo di regolamentazione è già in corso per mezzo dell’accesso con navette e prenotazione obbligatoria. Per l’area delle Tre Cime di Lavaredo, invece, viene caldamente consigliato di agire per ridurre drasticamente il traffico e, quindi l’accesso di automobili a Misurina, e favorire il raggiungimento dell’area con mezzi pubblici. Inoltre, il suggerimento formulato è quello di personalizzare l’esperienza di visita e la modalità di accesso per diverse tipologie di turisti (residenti, turisti, escursionisti, per provenienza, ecc.). In particolare, sarebbe opportuno incentivare gli accessi a piedi o in bici, e penalizzare l’utilizzo dei mezzi a motore privati. Sarebbe, inoltre, opportuno creare momenti di fruizione diversi puntando alla destagionalizzazione e alla diversificazione spaziale, incentivando la visita di altre aree delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO. Come azioni di governance viene proposta l’istituzione di un osservatorio per il costante monitoraggio dei flussi di visitatori e dei vari livelli di sostenibilità, nonché la promozione di una più efficace collaborazione a livello territoriale e la costituzione di una cabina di regia per una migliore governance interregionale e l’attuazione di una visione strategica condivisa.

Individuare soluzioni condivise

L’assessora provinciale Maria Hochgruber Kuenzer La pressione su aree eccezionali, ma anche fragili e sensibili, ha superato il limite di tollerabilità. Troppe persone concentrate in pochi luoghi, in pochi periodi dell’anno. Se si oltrepassa il limite si mette a rischio anche lo sviluppo futuro. La natura ne risente, l’esperienza di visita perde unicità e significato e viene messa in discussione la qualità della vita. Questo è un campanello d’allarme a cui dobbiamo prestare particolare attenzione: la soluzione è porre dei limiti, intesi quale opportunità. A noi il compito di gestire insieme la situazione individuando soluzioni condivise. I dati scientifici costituiscono una base efficace a tal fine. Dobbiamo essere in grado di offrire alle persone, ai turisti e ai residenti, la qualità di vita e di visita che si aspettano. Quantità e qualità non sono conciliabili.

Lago di Tovel nelle Dolomiti di Brenta, nuova area d’indagine

Mario Tonina Con questo studio abbiamo iniziato un importante processo di monitoraggio delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO che consente a noi decisori di avere dati precisi accurati come sui quali basare la nostra azione. Sappiamo quanto l’epidemia da Covid-19 abbia fatto aumentare il desiderio di visitare le aree di montagna a scopo ricreativo. Questo è uno dei motivi per cui vogliamo continuare sulla strada che abbiamo intrapreso.

 

L’auspicio espresso è che si riesca a radicare sempre più la consapevolezza di quanto sia fondamentale e imprescindibile garantire un’efficace collaborazione interregionale a tutti i livelli, gestendo questo Patrimonio come un unicum, dal Brenta alle Dolomiti Friulane. Sulle aree di Braies e le Tre Cime si è in attesa dei dati sulla stagione 2020, che evidenzieranno l’impatto del Coronavirus su un’estate anomala. Prossimamente il metodo d’indagine verrà esteso anche ad un’altra area studio, il Lago di Tovel, nelle Dolomiti di Brenta.

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Un Commento

  1. Nelle nostre puntate dolomitiche io e mia moglie cerchiamo sempre posti poco frequentati, nel 2019 abbiamo deciso di andare a Braies percorrendo però il sentiero Viktor che parte dal paese di Ferrara, un sentiero carino che si snoda in mezzo ai boschi e ai prati, quando siamo giunti alla meta siamo rimasti sbigottiti dalla quantità di auto/pullman e persone che frequentavano il luogo, non si poteva camminare tranquilli e parliamo di settembre inoltrato. Anche nel giro intorno al lago flotte di persone evidentemente non abituate alla montagna che bloccavano il percorso e arrancavano, c’erano persone che sembravano appena uscite da una comunione: ho visto una signora con sandali a zeppa alta e un litigio tra due padri di famiglia su chi doveva passare primo. E’ stato davvero sconcertante, il posto è bello ma secondo me incredibilmente sopravvalutato. Tornati dalla vacanza parlando con mio cognato ho capito qual’è il problema dei sovraffollamenti, dopo avergli raccontato di Braies mi dice: “Ma voi siete matti ad aver fatto tutto il sentiero, una volta noi siamo andati a Braies, abbiamo fatto due ore di coda da Dobbiaco, ma ci facevano lasciare la macchina a Ferrara e proseguire con il bus, abbiamo girato la macchina e siamo tornati a casa”. Ok, forse mio cognato è stato un po’ estremo, ma è inutile che adesso ci si ponga il problema del troppo turismo, fino a che ci saranno parcheggi e funivie sempre più alte, sarà sempre peggio (i video e le foto di questa estate dovrebbero essere eloquenti). Provo sempre più dispiacere nel vedere montagne trattate come vie dello shopping sotto i saldi, spesso penso che me ne sto tanto bene a passeggiare per i miei boschi e i miei monti in Lessinia, a 15 minuti da casa.

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