Dhaulagiri, superata la parte difficile della cresta nord-ovest
Il trio sloveno-rumeno Colibasanu, Gane e Hamor avanza sull'inviolata via: i tre hanno superato il camino e la parte rocciosa
Staff Peter Hamor Secondo i recenti rapporti, Peter, Horia e Marius sono riusciti a scalare di nuovo il tratto più difficile tecnicamente: la barriera rocciosa e il sovrappeso camino della torre d’ingresso del crinale. Le previsioni meteo sono mutate per i prossimi giorni, sono di nuovo al campo.
L’inviolata cresta nord-ovest
Sulla cresta nord-ovest c’è il team rumeno-slovacco formato da Horia Colibasanu, Marius Gane e Peter Hamor. In questi giorni, come segnala Hamor, sono saliti sulla parte più ripida della via.
Colibasanu Siamo riusciti ad equipaggiare tutta la parete fino al Campo 1. È stato difficile arrampicarsi perché il percorso è cambiato. Quest’anno c’è meno neve, quindi abbiamo più da arrampicarci sulla roccia. Da mille metri a lì, ho messo un chilometro e qualcosa di corda. Abbiamo dovuto bypassare le porzioni, andare a zig zag.
Le corde da noi fissate nel 2019 sono scomparse sul 90% del percorso. Abbiamo dovuto rifare tutto. Ci sono stati giorni in cui ho avanzato solo 40 metri. Ad una porzione di 5 metri sono rimasto 1 ora e mezza. Alla fine ci hanno aiutato anche i 150 metri trovati dalla vecchia corda, così ci siamo mossi abbastanza bene. Rispetto a due anni fa abbiamo 20 giorni di anticipo. Siamo andati più veloci anche perché conosciamo il percorso.
Domani (oggi, ndr) andiamo al Campo 1 a dormire lì una notte e poi cominciamo a attrezzare il percorso più alto.
Horia Colibasanu
I tentativi
Missione cresta nord-ovest del Dhaulagiri. È un sogno che dura da tempo. È il sogno dello slovacco Peter Hámor (14 Ottomila senza ossigeno supplementare) e i rumeni Horia Colibasanu e Marius Gane.
Ci hanno provato nella primavera 2019, niente da fare. Nemmeno a lanciare un attacco alla vetta.
Poi sono ripartiti l’anno successivo (con loro anche un altro slovacco, Michal Sabovcik) ma arrivati a Kathmandu è stata dichiarata la pandemia da Covid-19 e il Paese ha chiuso tutto. Alla fine si sono dovuti arrendere.
Nel 2008 ci provarono i russi Valery Babanov e Nikolay Totmyanin. Non raggiunsero i 5000 mt a causa del maltempo.