Kami Rita Sherpa e quella voglia irrefrenabile di Everest
Il detentore del record di salite sul Tetto del mondo dopo aver raggiunto quota 25 la scorsa settimana attende una finestra di bel tempo per tentare un'altra ascesa
Aspettando la prossima finestra meteo al campo base.
Kami Rita Sherpa non si ferma. Il suo intento, stando a quanto postato sul suo profilo Facebook, è ben chiaro: tentare il bis sull’Everest nella primavera 2021. E migliorare ancora il suo record di numero di salite sul Tetto del mondo. Quest’altra, se riuscirà nell’intento, sarebbe la sua 26^ ascesa
Per l’esperta guida dell’agenzia Seven Summit Treks l’avventura è iniziata nel 1994. Da allora non si è più fermato, a volte anche raddoppiando le ascese nella stessa stagione. Così come vuol fare ora.
Questa primavera Kami Rita Sherpa era il a capo del “fixing team”, ossia la squadra incaricata di tracciare e attrezzare la via per le spedizioni commerciali. Insieme a lui in cima sono saliti altri undici sherpa.
Kami Rita, il record lo detinene dal 2017 quando salì per la 21^ volta sul Tetto della Terra, allora condivise il record con Apa Sherpa e Phurba Tashi Sherpa. L’anno successivo, aveva 48 anni, salì per la 22^ volta e il record dal 2018 è solo suo. Nel 2019 sale due volte. Ed erano 24. Questa primavera un’altra, e ora…
Ovviamente non è solo l’uomo dell’Everest. Kami Rita ha scalato anche altri Ottomila (K2, Cho Oyu, Manaslu, Annapurna e Lhotse). Totale 8000: 38 vette.
Prima di partire…
Mentre mi preparo per la mia 25 esima spedizione dell’Everest, voglio ricordare alcuni momenti delle precedenti salite. Nell’aprile del 2013, ho incontrato questa gentile signora al Base Camp. Ha condiviso con me la sua commovente storia. Suo nonno ha sempre sognato di scalare l’Everest ma non ha potuto a causa delle sue condizioni di salute. Così, dopo la sua morte, lei è venuta in Nepal per esaudire il sogno di suo nonno di respirare l’aria dell’Everest. Non poteva scalare l’Everest ma ha inviato una foto di suo nonno per portarla con me all’apice dell’Everest. Il giorno dopo raggiunsi la vetta dell’Everest e scattai questa foto in suo ricordo.
Topke per gli amici. Kami Rita, come Tenzing Norgay (nel 1953 con Edmund Hillary per la prima volta sull’Everest) è nato a Thame. Un villaggio tra Namche Bazaar e il Nangpa La, ai piedi del Cho Oyu.
Kami Rita
Oggi Kami Rita è diventato famoso, nel suo Paese ma anche a livello internazionale. Da bambino per andare a scuola doveva camminare per circa 4 ore. Voleva diventare monaco e studiare in un monastero buddhista, ma dovette rinunciare al suo sogno per lavorare e aiutare la famiglia. Così a soli dieci anni inizia come portatore per i trekking.
La prima vetta risale al 1994, quando per la prima volta accompagna dei clienti sull’Everest. Poi nel 1997 e nel 1998, e così quasi ogni anno. Sempre per la via normale dal Nepal. Nel 2016, la sua 17^ salita, sale dal Tibet, dal ghiacciaio di Rongbuk attraverso il Colle Nord e la cresta.
Nel 2013 è in vetta con una cliente speciale, una principessa saudita: Raha Moharrak, che ha scalato le Seven Summits.
Nel 2014 Kami Rita era al campo base quando una valanga uccise 16 sherpa sull’Icefall. E nelle settimane successive c’era anche lui a Kathmandu a protestare contro il governo del Nepal.
Tratto ogni salita con la stessa attenzione della prima. Il mio lavoro consiste nel portare i clienti in cima, stabilire un record è secondario. L’Everest non è mai facile. In basso si rischia per le valanghe, in alto la via è ripida e pericolosa.
Everest, montagna sacra
Prima di partire in spedizione, inizio a pregarla e a chiedere il suo perdono perché dovrò calpestare il suo corpo con i piedi. Quando arrivo al campo-base partecipo alla puja, la cerimonia in cui si chiede il permesso di passare. Per raggiungere la vetta e per tornare sano a valle hai bisogno della benedizione della dea.
È autore di un libro, dove sono raccolti i suoi consigli per scalare l’Everest. “How to Climb Everest”.