Appennino in fiamme. Serve Piano straordinario
Rafforzamento dei presidi per i Parchi per le attività di prevenzione, repressione e spegnimento. Oltre ad investimenti per azioni di mitigazione e adattamento ai mutamenti climatici
In questa estate fiamme nei boschi di Sardegna e Sicilia, Calabria, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Umbria, Lazio, Marche. Insomma, l’Appennino messo a dura prova. Anche a causa dei forti venti di queste ultime settimane.
Federparchi Ancora una volta le aree naturali protette si trovano nella morsa di incendi devastanti. Al parco Nazionale dell’Aspromonte, in Calabria, si è consumata una tragedia con due vittime con un fronte del fuoco di proporzioni enormi. Nel parco delle Madonie, in Sicilia, le fiamme hanno colpito un intero tessuto produttivo orientato alla sostenibilità ed è partita una campagna dio solidarietà con raccolta fondi a favore della comunità che è stata pesantemente colpita. A questo si aggiungono i danni incalcolabili per la distruzione di biodiversità e habitat naturali che ogni incendio comporta e l’indignazione per quando si scoprono gli inneschi da parte di mano criminali.
Occorre un piano straordinario su più livelli, innanzitutto per il potenziamento del monitoraggio e del sistema antincendio, con il rafforzamento dei presidi per i parchi per le attività di prevenzione, repressione e spegnimento. E poi – prosegue Sammuri – occorrono investimenti di lungo periodo per intervenire in azioni di mitigazione e adattamento ai mutamenti climatici i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. Sono scelte da mettere in campo rapidamente utilizzando anche i fondi del PNRR i cui progetti, è bene ricordare, devono essere in gran parte orientati alla sostenibilità e alla tutela della biodiversità.