Cai: “No a nuove piste da sci al Tonale. Puntiamo su turismo sostenibile”
Progetto complessivo da 75,9 milioni di euro che prevede due impianti di risalita, cinque stazioni per le cabinovie, un rifugio, un parcheggio e 10 chilometri di nuove piste da sci. Il Cai: Progetto anacronistico
Il Cai respinge con forza il progetto di nuove piste da sci al Monte Tonale. Parla di scelta anacronistica e dice di dover puntare su altre forme di turismo.
In sintesi è questa l’opinione della conferenza stabile del Cai Vallecamonica e Sebino in merito all’ampliamento degli impianti sciistici al Tonale che si rifà alle linee guida generali del documento «Cambiamenti climatici, neve e industria dello sci» della Commissione centrale tutela ambiente montano del Cai.
Nuove piste al Tonale: «Scelta anacronistica»
Franco Capitanio, consigliere centrale e presidente Conferenza stabile Cai Vallecamonica e Sebino Siamo contro questo progetto per vari motivi. Innanzitutto il luogo individuato è valanghivo, dove fra l’altro è già presente una pista che viene usata poco perché molto esposta al sole. Inoltre il progetto prevede di spianare il monte Tonale Occidentale, che è un’area di grande valore ambientale e storico.
Il progetto
Le opere di ampliamento del demanio sciabile ‘Medio Tonale-Cime Sorti” contenute in un progetto di fattibilità, scrive Lo Scarpone “sono state approvate dal consiglio comunale di Ponte di Legno e finanziate con 25 milioni di euro da parte della Regione Lombardia, per un progetto complessivo da 75,9 milioni di euro che prevede due impianti di risalita, cinque stazioni per le cabinovie, un rifugio, un parcheggio e 10 chilometri di nuove piste da sci. Le opere comporteranno estesi disboscamenti e il probabile danneggiamento delle trincee della prima guerra mondiale, classificate di interesse archeologico”.
Capitanio Noi non siamo contro gli impianti e nemmeno contro lo sci da discesa ma si tratta di un progetto anacronistico concepito per un turismo di massa tipico degli anni Ottanta. Oggi il mondo è totalmente diverso, anche e soprattutto a fronte della pandemia. Occorre avere la capacità di fare scelte differenti e puntare allo sviluppo della montagna attraverso percorsi per le ciaspole, il trekking o per le biciclette, meno invasivi e più sostenibili dal punto di vista ambientale. Con 25 milioni di euro della Regione Lombardia la Valcamonica avrebbe potuto ambire a qualcosa di meglio. Investimenti pubblici di questo tipo continuano a favorire solo l’alta Valcamonica mentre al resto della valle cosa rimane? Solo il traffico e l’inquinamento visto che non siamo dotati di infrastrutture viabilistiche adeguate.
Il progetto è stato criticato anche dal Comitato MTO2694 e da Legambiente Lombardia e Legambiente Valcamonica.