Nuove impronte dello Yeti sull’Himalaya

Sono state trovate lo scorso 27 novembre nei pressi di Rolwaling nel Nepal centro-orientale al confine con il Tibet

Esiste davvero lo Yeti? Questa creatura leggendaria che fa parte della cultura e delle credenze popolari delle popolazioni locali dell’Himalaya, entrata ormai anche nell’immaginario collettivo della cultura mondiale?
In molti lo conoscono come l’abominevole uomo delle nevi. Ma il termine Yeti deriva invece da yeh-teh che viene tradotto come “Quella cosa là” o “Uomo delle rocce”, espressione tipica usata dagli sherpa per indicare la mitica creatura.
Lo yeti viene descritto come un grosso animale, con analogie con le scimmie. Si tratterebbe di un essere di altezza compresa tra 1,80 e 2,40 metri per le femmine e dai 2,30 ai 3,15 metri per i maschi, ricoperto di una folta pelliccia bianca o argentata. Avrebbe una lunga capigliatura e braccia lunghe fino alle ginocchia.

 

Avvistamenti

Molti sono stati i presunti avvistamenti. Il primo risale alla prima metà del 1800, quando R.R. Hodgson, magistrato britannico, riferì dell’esistenza di una creatura pelosa e senza coda, simile ad un uomo. Le prime impronte dello Yeti furono scoperte inTibet dal maggiore Laurence Austine Waddell Waddell nel1889 a più di cinquemila metri di quota. Pochi anni dopo un altro esploratore inglese di nome Knight affermò d’incontrare, a pochi metri di distanza, una creatura misteriosa d’aspetto quasi umano, alta un paio di metri e ricoperta di folta pelliccia:

Il suo sguardo era d’una tristezza indicibile, pari soltanto alla desolazione delle plaghe imalaiane inospitali in cui si muoveva.

Poi ancora il 22 settembre 1921, il tenente colonnello C. K. Howard-Bury, mentre stava tentando la scalata dell’Everest, percorrendo il sentiero che da Kharta porta a Lhapka-La, vide attraverso il binocolo, su un piano innevato sovrastante, una figura scura dalle sembianze vagamente umane. Quando giunse sul posto, a settemila metri, notò nella neve impronte di piedi nudi dalla forma umana. La notizia raggiunse il mondo civilizzato e diede vita al moderno mito dell’Abominevole Uomo delle Nevi.

Nel 1925, nella regione del ghiacciaio Zemu (ad un’altitudine di circa 4500 metri), N.A. Tombazi, fotografo greco della Royal Geographical Society di Londra, vide una creatura in movimento circa 300 metri più in basso. Essa scomparve prima che Tombazi potesse preparare la macchina fotografica ma, scendendo, ne rinvenne le impronte.

 

 

Ci sono stati molti altri avvistamenti, anche Reinhold Messner si è interessato dello Yeti. Del quale ha sempre detto che si tratta di una specie di orso.

TUTTI GLI AVVISTAMENTI

 

L’ultimo avvistamento risale al 2008. O meglio furono rinvenute altre impronte.

 

Nuove impronte

Ed ecco che sono state trovate altre impronte. A darne notizia è l’alpinista Mingma G. Sulla pagina Facebook pubblica alcune foto e dice:

Credi che esista lo YETI? Si crede che lo Yeti esista nella valle di Rolwaling e le nostre generazioni anziane lo hanno visto. Crederci o no? Le impronte di Yeti sono state viste a Rolwaling il 27 novembre 2021. Abbiamo appena ricevuto queste foto da Tulku Ngawang Lapsum da Beding – quelle che crediamo debbano essere le impronte di Yeti. Queste foto sono state scattate la mattina del 27 novembre nelle vicinanze della grotta santa di Urgen Drukang nel villaggio di Na. Come da descrizione di Rinpche queste impronte sono a circa 2 metri di distanza. Piuttosto distinto da quello di un uomo e di altri animali come gli orsi noi come gente del posto crediamo che debba essere quello di uno Yeti. Localmente, ci sono stati incidenti che riguardano l’esistenza di uno Yeti a Rolwaling. Nel 1951, in una delle spedizioni guidate da Eric Shipton quando stavano attraversando il Melung La, il passo sopra il villaggio di Beding, furono riportate impronte simili – le cui foto sono ancora esposte  all’International Mountain Museum di Pokhara.

 

 

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