K2, la prima invernale dei nepalesi
Il 16 gennaio 2021 il team nepalese mette la parola fine alle invernali sugli Ottomila
K2: i nepalesi il 16 gennaio 2021 raggiungono la vetta del K2. L’ultimo Ottomila a non essere stato ancora scalato nella stagione invernale. La montagna degli italiani (in vetta il 31 luglio 1954) è diventata anche loro.
Chhang Dawa Sherpa in quelle ore concitate I Nepalesi hanno finalmente raggiunto la vetta del K2 (Chhogori 8611 m), oggi pomeriggio alle 17:00 ora locale. Questa è la prima ascesa invernale della seconda montagna più alta del mondo e l’unico (8000 a non essere scalato in inverno. Questo è uno dei traguardi più grandi nella storia dell’alpinismo, questo è il buon esempio del lavoro di squadra. Grazie alla montagna per aver concesso questa scalata, ′′se la montagna ti lascia scalare, nessuno ti ferma.
Il Team
Il team dei nepalesi formato da 9 sherpa e l’alpinista Nirmal Purja. Tre componenti della spedizione di Mingma Gyalje (egli, Kili Pemba e Dawa Tenjin), sei della spedizione di Nirmal Purja (oltre a lui, Mingma David, Mingma Tenzi, Gelje, Pem Chiiri e Dawa Temba) e infine Sona Sherpa, della spedizione di Seven Summit Treks.
Le spedizioni al CB
Sul K2 l’inverno scorso c’erano 4 spedizioni. Quella di John Snorri con Muhammad Ali Sapdara e figlio, la Seven Summit Treks, quella di Mingma G. Sherpa e la squadra di Nirmal Purja. In totale circa 60 tra sherpa e alpinisti. Anche due italiani, Tamara Lunger e Mattia Conte.
Orgoglio nepalese
I nepalesi da quando hanno messo piede al campo base, sembrava che dovessero mangiarsela la montagna. La volevano a tutti i costi.
I nepalesi non avevano
mai messo la firma a una
prima invernale sugli Ottomila
Hanno subito fatto squadra, hanno attrezzato la via di gran lena, salivano da un campo all’altro come fosse una passeggiatina. Complice anche il meteo che ha facilitato le cose.
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La storia: i tentativi al K2
Nella storia hanno tentato in totale sette spedizioni. Maggiore altitudine raggiunta, 7650 mt, da Denis Urubko.
1987-88: polacchi, canadesi e britannici
La prima spedizione fu diretta dal polacco Andrzej Zawada nell’inverno 1987-1988. Quella squadra era formata da 23 scalatori di nazionalità polacca (tredici), canadese (sei) e britannica (quattro). Sono arrivati nel mese di dicembre al campo base. Rimasero 80 giorni al cb, ci furono solo dieci giorni di bel tempo. Freddo, congelamenti e tende spazzate dal vento. Raggiunsero i 7.300 metri (C3).
2002-03: polacchi ed ex sovietici
La squadra era composta da 19 alpinisti, di nazionalità polacca (quindici), kazako (due), georgiano (uno) e uzbeko (uno), e si registarono diverse defezioni a metà spedizione. Raggiunsero campo 4 a 7.650 m. I venti non diedero tregua, si ritirarono dopo un attacco alla vetta a fine febbraio: Denis Urubko e Marcin Kaczkan scoprirono che C4 era distrutto e ridiscesero anche dopo che Kaczkan iniziò a mostrare sintomi di edema cerebrale.
2011-12: russi ed ex sovietici
Il terzo tentativo, nell’inverno 2011-2012, aveva la firma russa del suo leader Viktor Kozlov e di 16 membri. La squadra molto forte è progredita molto bene durante il primo mese e mezzo della spedizione. Il 31 gennaio, Iljas Tukhvatullin, Andrew Mariev e Vadim Popovich riuscirono ad attrezzare la via fino a 7.200 metri. Tuttavia, quello stesso giorno, il suo compagno Vitaly Gorelik fu colpito dal congelamento delle dita di entrambe le mani, in coincidenza con l’arrivo del maltempo. Le condizioni meteorologiche non consentirono la sua evacuazione, e lì morì. La spedizione fu annullata.
2014-15: autorizzazione annullata
Nel 2014, le aspettative erano alle stelle: Denis Urubko annunciò che sarebbe tornato al K2 in invernale con due colleghi esperti come Adam Bielecki e Alex Txikon. Tuttavia, pochi giorni dopo la sua partenza, le autorità cinesi negarono i permessi di ascensione e la spedizione fu annullata.
2017-18: polacco
Siamo all’inverno dopo la vetta del Nanga Parbat in invernale da parte di Alex Txikon, Ali Sadpara e Simone Moro. Tutti gli occhi erano puntati, quindi, sul K2. Ci provarono i polacchi, con alla guida Krzysztof Wielicki. La squadra era una grande squadra con Adam Bielecki e Denis Urubko ed altri otto alpinisti. Proprio Urubko e Bielecki furono impegnati nel salvataggio sul Nanga Parbat di Elisabeth Revol e Tomek Mackiewicz (quest’ultimo morto sulla montagna dopo aver raggiunto la vetta). Poi ci furono incidenti e Denis Urubko lanciò un attacco prima che terminasse l’inverno (il suo inverno). Raggiunse i 7.600 mt ma dovette arrendersi per l’arrivo anticipato di una tempesta. Successivamente, Urubko lasciò il campo base e pochi giorni dopo Krzysztof Wielicki annunciò la fine della spedizione.
2018-19: doppia spedizione russo-kazaka-kirghisa e ispanica-polacca-nepalese
La stagione invernale 2018-2019 è stata eccezionale sotto tutti gli aspetti. Era la prima volta che due spedizioni coincidevano con l’invernale sul K2. Al campo base arrivarono Vassili Pivtsov, Artem Braun, insieme ad altri cinque alpinisti russi (Roman Abildaev e Konstantin Shepelin, oltre a Braun), del Kazakistan (Dmitry Muraviov e Tursunali Aubakirov e Kirghizistan (Mikhail Danichkin). Due giorni dopo giunsero Alex Txikon e i suoi compagni Felix Criado (Spagna), Pawel Dunaj, Marek Klonowski (Polonia) e gli Sherpa Nuri, Chhepal, Geljen, Wallung e Pasang. A lavori iniziati arrivarono anche i kazaki Ildar Gabbasov, Akhat Smailov e Amaner Temirbayev, da un lato, e il polacco Waldemar Kowalewski, dall’altro; si unirono ai gruppi.
I due team non collaborarono tra loro. Nonostante entrambi salissero per lo Sperone degli Abruzzi. Due strategie opposte. Da un lato, la spedizione russo-kazaka-kirghisa applicava il tipico stile di spedizione con progressi lenti e molte uscite. Dall’altro, Txikon e il suo team in modo più veloce.
I russi raggiunsero circa 7.500 metri. Alex Txikon arrivò a poco più di 6.900 metri, impegnato nel salvataggio di Daniele Nardi e Tom Ballard sul Nanga Parbat.
2019-20: spedizione internazionale
Sono stati al campo base poco più di due settimane e se ne sono andati tra le polemiche. A guidare il team il nepalese Mingma Gyalje Sherpa a capo di un un gruppo internazionale formato anche dall’islandese islandese John Snorri, dal cinese Gao Li, dallo sloveno Tomaz Rotar, dal pakistano Sirbaz Khan e dagli Sherpa Tamting, Pasang Mangel e Kili Pemba. John Snorri e Tomaz Rotar hanno raggiunto i 6.600 mt, poi Mingma Gyalje Sherpa ha annunciato l’annullamento della spedizione. Sono andati via in elicottero.
Gli italiani in vetta il 31 luglio 1954
Gli Ottomila in inverno
- Il primo ottomila in inverno? L’Everest, il 17 febbraio 1980, ad opera dei polacchi Krzysztof Wielicki e Leszek Cichy.
- Il 12 gennaio 1984 toccò al Manaslu (8163 mt), grazie ai polacchi Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski.
- Il 1985 fu invece il turno 2 Ottomila: il 21 gennaio Dhaulagiri (8167 m), dalla via normale, ed il 12 febbraio Cho Oyu (8201 mt); il primo salito dalla coppia Jerzy Kukuczka-Andrzej Czok ed il secondo da Maciej Berbeka-Maciej Pawlikowski.
- L’11 gennaio del 1986 Jerzy Kukuczka e Krzysztof Wielicki sul Kangchenjunga (8586 mt), per la via normale sulla parete sud-ovest. Durante la salita l’alpinista polacco Andrzej Czok perse la vita in seguito ad un edema polmonare.
- Poi l’Annapurna, il primo Ottomila ad essere stato scalato. Il 3 febbraio 1987 in vetta Jerzy Kukuczka e Artur Hajzer.
- È l’ultimo dell’anno del 1988: Krzysztof Wielicki festeggia in solitaria la prima invernale del Lhotse (8516 mt).
- Trascorrono 17 anni dall’impresa di Wielicki: il 14 gennaio 2005 Simone Moro, con Piotr Morawski, sale lo Shisha Pangma (8.027 mt), finisce l’esclusiva polacca sulle prime invernali degli 8000.
- Nel 2009, il 9 febbraio, Simone Moro fa il bis in vetta al Makalu (8463 mt), con lui Denis Urubko.
- La coppia Moro-Urubko due anni dopo, il 2 febbraio del 2011, conquista in inverno il Gasherbrum II (8035 mt), cn loro due l’americano Cory Richards. La salita ha rappresentato anche la prima invernale di un ottomila del Karakorum.
- Il 9 marzo 2012 tocca al Gasherbrum I (8035 mt): i polacchi Adam Bielecki e Janusz Golab per la via dei Giapponesi.
- Adam Bielecki, insieme ai connazionali Maciej Berbeka, Tomasz Kowalski e Artur Małek in vetta al Broad Peak il 5 marzo 2013 lungo la via normale sul versante ovest. Di Maciej Berbeka e Tomasz Kowalski si perdono i contatti radio il 6 marzo e poco dopo vengono dichiarati dispersi.
- Il 26 febbraio 2016 il penultimo degli Ottomila. il Nanga Parbat. In vetta Alex Txikon, Simone Moro e Muhammad Ali Sapdara. Tamara Lunger si ferma a poche decine di metri dalla cima.
- 16 gennaio 2021 l’ultimo scoglio. Il K2. La montagna degli italiani. In vetta 10 nepalesi. Il team formato da 9 sherpa e Nirmal Purja. Tre componenti della spedizione di Mingma Gyalje (egli, più Kili Pemba e Dawa Tenjin), sei della spedizione di Nirmal Purja (oltre a lui, Mingma David, Mingma Tenzi, Gelje, Pem Chiiri e Dawa Temba) e infine Sona Sherpa, della spedizione di Seven Summit Treks.