Spedizione in Antartide sulle tracce della mitica Endurance di Shackleton
La Endurance22 partita da Città del Capo si avvale di archeologi marini, scienziati, ingegneri e della più potente attrezzatura tecnologica in circolazione. Obiettivo: localizzare, ispezionare e filmare il relitto che si inabissò nei ghiacci del Mare di Weddell nel gennaio 1915
Una spedizione per localizzare la nave Endurance capitanata dall’esploratore polare Sir Ernest Shackleton inabissatasi nel gennaio 1915 dopo essere rimasta intrappolata nei ghiacci del mare di Weddell.
La spedizione Endurance22
La spedizione Endurance22 è organizzata e finanziata da Falklands Maritime Heritage Trust (FMHT) ha preso il via. Loro compito sarà quello di localizzare, ispezionare e filmare il relitto.
L’archeologo marino Mensun Bound è il direttore della spedizione che sarà composta da un team internazionale di studiosi (archeologi marini, scienziati, ingegneri, oltre al personale tecnico).
Partiti da Città del Capo (in sudafrica), direzione Antartide.
Mensun Bound Questa è la più grande caccia ai relitti mai vista.
Alla ricerca della nave di Sir Ernest Shackleton
La spedizione si avvarrà della nave da ricerca SA Agulhas II, questa è una delle navi da ricerca più grandi e moderne del mondo. La spedizione ha a disposizione un robot di ricerca subacquea.
In queste ore sono in corso gli ultimi preparativi per la spedizione, con gli archeologi marini che stanno testando proprio i veicoli di ricerca subacquei ibridi SAAB Sabertooth in acque profonde.
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La spedizione potrà essere seguita in live streaming e podcasting (History Hit). Quindi occhio sui canali digitali e le piattaforme social.
Mensun Bound Shackleton, un esploratore che ha incarnato l’età d’oro dell’esplorazione antartica.
La Endurance Expedition
I 28 uomini dell’equipaggio dovettero abbandonare la nave e allestire un accampamento di fortuna. La loro fu una prova di coraggio e audacia. L’equipaggio si diresse verso l’isola degli Elefanti. Ma Elephant Island era un luogo distante e solitario, non c’era speranza che qualcuno arrivasse a salvarli. Così, Shackleton e Worsley si mossero e, dopo aver attraversato ghiacci e montagne inesplorati, raggiunsero una stazione di baleniere norvegesi. Da lì, al quarto tentativo, riuscirono a salvare i compagni lasciati sull’isola degli Elefanti. Sopravvissero tutti. Era il 30 agosto del 1916. La spedizione fallimentare fu ricordata nella storia come una delle più epiche battaglie di sopravvivenza dell’esplorazione antartica.