Spettro di Brocken, quell’emozionante fenomeno ottico
Spettro di Brocken: alcuni hanno avuto la fortuna di vederlo, in molti ci sperano. Di sicuro, è una visione emozionante, affascinante, con un senso di mistero. Una gloria, o appunto spettro di Brocken, è un fenomeno ottico prodotto dalla luce riflessa verso la sua fonte da una nuvola di goccioline d’acqua di dimensioni uniformi.
In pratica, è un enorme ingrandimento dell’ombra proiettata dall’osservatore, quando il Sole è basso, sulla superficie delle nuvole che circondano una montagna su cui l’osservatore si trova. Solitamente è caratterizzata dalla presenza di una corona luminescente intorno al capo o comunque alla parte più alta della figura.
Storia
Uno dei primi fenomeni di cui si ha attestazione in occidente risale al 1736, sulle Ande, in Perù, riportato da una spedizione francese guidata da Charles Marie de La Condamine e Pierre Bouguer. Il fenomeno venne descritto anche in seguito da Johann Esaias Silberschlag, un pastore tedesco e scienziato naturale tedesco, nel 1780.
Un nome storico di questo fenomeno è Spettro di Brocken o Arco di Brocken, deriva dal monte Brocken, la più alta vetta della catena dell’Harz, in Germania. E venne coniato dallo stesso Silberschlag. Poiché la vetta è sopra il livello delle nuvole e la zona è spesso nebbiosa, le condizioni per cui un’ombra viene proiettata su uno strato di nuvole viene relativamente favorita. L’apparizione di ombre giganti che sembrano muoversi da sole a causa del movimento dello strato di nubi (questo movimento è un’altra parte della definizione di Spettro di Brocken) e che sono circondate da una gloria può aver contribuito alla reputazione dei monti dell’Harz come rifugio per streghe e spiriti maligni.
Utilizzi
Il termine è stato comunemente usato in tutta la letteratura, menzionato nelle opere di Samuel Taylor Coleridge, Charles Dickens e Lewis Carroll tra gli altri.
Nel Faust di Goethe il Brocken viene chiamato Blocksberg ed è il luogo del sabba delle streghe nella Notte di Valpurga.
Il fisico Charles Thomson Rees Wilson vide una gloria mentre lavorava come osservatore temporaneo alla stazione meteorologica Ben Nevis. Ispirato dalla visione impressionante decise di costruire un apparecchio per creare nuvole in laboratorio così da poter creare glorie sintetiche su piccola scala. Il suo lavoro portò direttamente alla costruzione della camera a nebbia, un apparato per individuare le radiazioni ionizzanti.
In Cina Luce di Buddha
In Cina questo fenomeno viene chiamato Luce di Buddha (佛光). Veniva spesso osservato su alte montagne coperte di nubi, come lo Huang shan e il Monte Emei; registrazioni di questo fenomeno sul Monte Emei risalgono al 63 d.C. Poiché l’aureola colorata circonda sempre l’ombra dell’osservatore, era spesso considerata indice di illuminazione personale dell’osservatore associata al Buddha o a qualcosa di divino.