Hamor, Meroi, Benet e Jan: iniziata l’avventura al Kabru Sud
Aggiornamenti dal team che sta tentando il Kabru Sud (7.318 mt). Montagna situata nell’est del Nepal. È il Settemila più a sud della Terra. Tenteranno in stile alpino, senza ossigeno supplementare e portatori. Occhi puntati sulla prima salita della parete ovest.
Innanzitutto al team internazionale si è aggiunto lo sloveno Bojan Jan. Il resto della squadra è formata dallo slovacco Peter Hamor e dagli italiani Nives Meroi e Romano Benet. Ci hanno impiegato circa due settimane per raggiungere il loro campo base, a 5.600 m sul ghiacciaio Yalung e sulla cascata di ghiaccio Kabru. Hanno lasciato lì un deposito e sono tornati al villaggio di Ramze in attesa di bel tempo e di un po’ di riposo.
Poi li attende una parete di 2.800 metri verticali, roccia e ghiaccio, vicino al Kangchenjunga al confine con l’India.
L’acclimatamento sotto la terza montagna della Terra, il Kangchenjunga (8.586 mt). In una zona molto poco frequentata del Nepal, Hamor racconta che durante il trekking ha incontrato solo 5 persone. Poi alcune vette (un 5000, il Pangpema; e un 6000, il Dharmo Ri) e poi ancora trekking ad alta quota tra passi e e selle.
Tentativi precedenti
Un solo tentativo, a quanto pare, sinora. Da parte di alpinisti serbi nel 2004, ma nulla di fatto. Dopo un incidente che colpì uno della squadra si ritirarono tutti. Il team era guidato da Dragan Jacimovic.
La spedizione
L’acclimatazione nei dintorni, salendo diverse cime di 5000 e 6000 metri.
Per Hamor questo avventuroso progetto arriva dopo due anni di tentativi di aprire una nuova via sulla parete nord-ovest del Dhaulagiri e aver pensato di tentare la traversata Yalung Kang – Kangchenjunga l’anno scorso.
Peter Hamor La magia dell’Himalaya non è solo nella loro altezza, ma soprattutto nella loro zona e possibilità sostanzialmente inesauribili per tutti coloro che vengono qui per romanticismo, esplorazione, sport e avventura da decenni. L’alpinismo dell’Himalaya non è per caso solo una scalata ai popolari Ottomila o a diverse vette inferiori. Anche dopo più di settant’anni, ci sono ancora tanti posti nell’Himalaya nepalese di cui sappiamo poco o nulla. E conoscerli e scoprirli, superare i propri limiti in compagnia di buoni amici è la cosa più importante e bella dell’alpinismo.