Reinhold Messner, Re degli Ottomila anche senza corona

Quando si parla di Reinhold Messner, leggenda vivente, vengono in mente quei pensieri del tipo: “Avrei voluto vivere in quell’epoca per aver vissuto da vicino le imprese epiche di Messner”, oppure “Messner è un mito al pari di Maradona, Federico Fellini, Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Aristotele, Mozart, Michelangelo e Caravaggio, Napoleone, Shakespeare…”.

Il “Re degli Ottomila” ha fatto cose incredibili, ha realizzato imprese che per l’epoca erano impossibili, non lo hanno creduto e le ha ripetute, zittendo tutti. Le sue capacità fisiche, psicologiche, il suo coraggio non sono di questo mondo. Uomo dalle mille curiosità, cimentandosi nel cinema, nella politica, nella scrittura, nell’esplorazione oltre che nell’alpinismo, nel mondo imprenditoriale con la nascita dei suoi Musei, nella produzione di vino…

Giusto due parole sulle sue imprese alpinistiche. Giusto due, altrimenti questo pezzo diventerebbe illeggibile in un mondo che va di corsa: per prima cosa l’aver riportato in auge l’arrampicata libera in un’epoca che sapeva di artificiale, l’uomo del primo VIII grado in libera, estremo sostenitore dello stile libero, il primo a salire i 14 Ottomila (sottolineo il primo) e li ha saliti a modo suo. Ovvero senza ossigeno, per vie nuove, in solitaria (come la prima solitaria dell’Everest e senza ossigeno), per le pareti più difficili, concatenando più Ottomila…
Ha portato l’alpinismo ad un pubblico vasto, cose che probabilmente nessuno o pochi hanno fatto. E poi ancora le traversate dell’Antartide e della Groenlandia senza il supporto di mezzi a motore né cani da slitta e la traversata del Deserto del Gobi, le Seven Summit… fermiamoci qua.
Anzi, questo va sottolineato: Messner ha ricevuto la Medaglia d’Oro al valore atletico, è Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, Premio Principessa delle Asturie per lo sport, Piolet d’Or alla Carriera. E gli è stato dedicato anche un asteroide.
Insomma, un mostro. Un personaggio che dovremmo quasi venerare, ammirare, da voler conoscere e stringergli la mano. Come lui ha seguito le orme di Hermann Buhl e Walter Bonatti, molti altri hanno seguito le sue di orme, molti altri lo faranno.
L’ultimo a dirlo apertamente è stato Ed Viesturs, l’alpinista americano che, dopo il torto subito da Messner dal Guinness World, risulta essere il primo alpinista ad aver salito i 14 Ottomila. E Viesturs non si è fermato a ciò, ha rifiutato il record.

Viesturs Messner e gli altri alpinisti hanno fatto di tutto per scalare le vere vette, al meglio delle loro conoscenze e nelle condizioni che hanno trovato sul posto. Sono fermamente convinto che Reinhold Messner sia stato il primo a scalare tutti e 14 gli ottomila e che questo debba essere riconosciuto. È stato il nostro precursore, non solo stilisticamente, ma anche fisicamente e psicologicamente, scalando senza ossigeno supplementare. Altri scalatori, come me, hanno potuto seguire le sue orme ispirandosi a lui. L’arrampicata è un viaggio personale e non dovrebbe riguardare liste o record.

E diciamo due parole sui fatti di cronaca recente. Solo due, di più sarebbero troppe. Messner nel 2024 non figurerà nel Guinness dei Primati come primo uomo ad aver scalato i 14 Ottomila. Il perché? Beh, perché non avrebbe toccato la vetta dell’Annapurna per pochi metri. Questa la decisione del Guinness World Records.

Cosa ha detto il diretto interessato a commento della notizia?

Messner Sciocchezze. In primis non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla. Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi 40 anni, se qualcuno è salito sull’Annapurna di certo siamo stati io e Hans. Quel giorno ho scalato una parete di 4000 metri e sono uscito sulla cresta della vetta, perché è lì che si giunge in cima. C’è poi da aggiungere che: in 50 anni le cose cambiano. Le vette di queste montagne sono costituite perlopiù da neve e ghiaccio, che hanno subito delle modifiche. Lassù non c’è nessuna croce o segnale del punto esatto, pertanto, dire che la vetta è cinque o dieci metri più a lato è ridicolo.

Cosa ha detto il suo compagno di tante avventure, Hans Kammerlander, che insieme a Messner era sull’Annapurna?

Kammerlander Così si distrugge l’alpinismo. Non mi interessa il numero di Ottomila scalati, ne ho abbastanza, ma tutto il dibattito è ridicolo. Ovviamente non esiste la certezza assoluta, erano altri tempi, senza gps. A quelle quote basta una tempesta di neve e la luce del sole offuscata. Siamo tuttora convinti di essere stati sulla vetta, ma chi sa se dietro al masso c’erano altri 5-6 metri da salire. Questo non toglierebbe comunque nulla alla nostra impresa.

Cosa diciamo noi? Diciamo che non merita queste polemiche, ma nella vita ne ha già subite tante e nemmeno questa lo intaccherà.
Reinhold Messner, Re degli Ottomila (anche senza corona): grazie per quel che hai dato all’alpinismo. Anche oggi su qualche montagna, su qualche parete, cresta o canalone c’è chi segue le tue tracce. Lontano dai record.

Il Direttore

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