Daniele Nardi sul Nanga Parbat, presentata Winter Expedition 2015
Daniele Nardi presenta a Roma la sua spedizione sul Nanga Parbat.
“Mentre l’uomo continua ad esplorare con naturalezza i punti più sconosciuti dell’universo e la sonda Rosetta arriva a scattare foto sulla cometa 67P/Churyumov Gerasimenko c’è un luogo sulla terra che non è mai stato raggiunto d’inverno da nessun uomo. Stiamo parlando proprio della vetta del Nanga Parbat, ad 8126 metri. Da qui parte l’idea di sottotitolare questa spedizione Gli Astronauti Moderni. L’esplorazione, la curiosità, il mettersi in gioco con se stessi e capire quali sono i limiti umani. Tutte caratteristiche che accomunano gli astronauti partiti per lo spazio infinito e gli alpinisti che vogliono raggiungere vette mai toccate prima d’ora in stagione invernale”.
Nardi ci ha già provato a conquiestare la vetta della montagna maledetta. “Legare questa spedizione alla “semplice” conquista della vetta sarebbe un discorso limitante. È il sogno che si vuole trasformare in realtà. C’è la passione, la storia, la leggenda di Mummery, la difficoltà nello scoprire una via nuova sul versante Diamir, c’è la pericolosità del Nanga Parbat. Poi c’è l’inverno Himalayano con i suoi -50 gradi centigradi, con le sue bufere di neve con venti a più di 100 km/h. Dietro questa esperienza c’è un’idea di vita, di scalata. Niente ossigeno, niente aiuto, niente corde fisse. Si sale solamente con la forza delle mani e della mente”.
Tutto questo è e sarà Nanga Parbat 2015. Il Nanga Parbat è considerata “La regina delle Montagne” in quanto la sua difficoltà l’ha resa famosa nel tempo. Nel 1970 Reinold Messner perde il fratello Guenther durante la discesa dalla vetta, nel 1953 Herman Buhl raggiunge la cima in solitaria per la prima volta in stagione estiva.
Negli anni passati è stata tentata la scalata invernale per ben 28 volte ma mai nessuno al mondo è riuscito a scalare il colosso Himalayano a dimostrazione della difficoltà.
Daniele Nardi vuole provare questa impresa… scalare il Nanga Parbat in inverno, in stile alpino, su una via nuova.
“A differenza di altre spedizioni – ha aggiunto – che hanno tentato la scalata del Nanga Parbat in stile classico, cioè con posizionamento di campi e corde fisse per la scalata, l’obiettivo di Nardi è quello di scalare gli 8126 metri portando con se dal basso tutto il materiale necessario per la scalata, senza posizionare corde fisse e senza alcun aiuto esterno.
Arrivare in vetta è il nostro obiettivo. Sono al mio terzo tentativo in invernale. Siccome si tratta di un’impresa mai riuscita a nessuno non ci sono libri su cui studiare, video da visionare o documenti da cui prendere spunto. Il Nanga Parbat in inverno va studiato da vicino, senza filtri. Bisogna conoscerlo, bisogna studiarlo. Le previsioni meteorologiche sono solo la base per tentare la scalata ma ci dovremmo affidare ai nostri occhi, alle nostre sensazioni per tentare di arrivare in vetta. Le esperienze passate sono servite proprio a questo. Porterò con me questo bagaglio di esperienza affinché il sogno di una vita si trasformi in realtà”.
Durante la conferenza stampa, moderata da Daniele Moretti (caporedattore di Sky TG 24) sono intervenuti Paolo Masini (Assessore allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana del Comune di Roma), Michela Di Biase (Presidente Commissione Cultura e Politiche giovanili – Comune di Roma) ed Eleonora Della Penna (Presidente della Provincia di Latina). Tutti e tre gli interventi istituzionali hanno sottolineato l’importanza di avere un profilo sportivo così alto e inconsueto per il centro Italia. “Le imprese di Daniele devono essere un esempio per i giovani che, nella vita, non riescono a scalare e superare le difficoltà quotidiane” ha affermato Eleonora Della Penna.
Per la presentazione della sua nuova avventura Daniele Nardi ha voluto al suo fianco Dario Ricci (giornalista di Radio24 e coautore del libro “In vetta al mondo”). Ricci ha affermato che “le imprese di Daniele hanno dell’incredibile e insegnano a tutti noi che raggiungere la vetta non è la cosa più importante ma sono le difficoltà superate durante il percorso (della montagna come quella della vita) a rendere speciali le sue spedizioni”.
Stefano Ardito (Giornalista e fotografo, profondo conoscitore dell’alpinismo) ha fatto rientrare Daniele Nardi all’interno di un gruppo storico di atleti del centro Italia che, tramite le loro sfide e le loro imprese sulle più alte cime del mondo, hanno scritto delle pagine importanti di storia dell’alpinismo nonostante la loro terra natia non offrisse grandissime cime da scalare.
Fernando Di Fabrizio (Alpinista e Presidente della Coop Cogecstre e Direttore della riserva naturale regionale Lago di Penne) ha voluto essere vicino anche in questa occasione a Daniele sottolineando “lo spirito positivo e di grande correttezza che c’è nel mondo dell’alpinismo. Lo si vede dagli occhi lucidi di Daniele quando racconta il percorso che farà sul Nanga Parbat. Queste sue emozioni fanno capire lo spirito che spinge questo ragazzo a tentare, per la terza volta, questa grande sfida”.
Infine hanno voluto dare il loro saluto e testimoniare la loro vicinanza anche Maria Elena Martini (Presidente Associazione Arte e Cultura per i Diritti Umani Onlus) e Fulvio Vicerè (Presidente AVIS della Regione Lazio) che molto stanno facendo per divulgare, insieme a Daniele, un messaggio di pace e solidarietà.
Dopo il tentativo di scalata in solitaria dello scorso anno Daniele Nardi ha deciso di creare un gruppo di alpinisti esperti per perseguire questa nuova impresa. Saliranno con Daniele, la francese Elisabeth Revol, compagna del primo tentativo in invernale risalente all’anno 2013; l’esperto alpinista polacco Tomasz Mackiewicz e l’abruzzese Roberto Delle Monache.
Insieme alla squadra di alpinisti partirà il cineoperatore Federico Santini per realizzare un documentario, che sarà prodotto dalla SD Cinematografica, che racconti l’esperienza di Daniele Nardi sul Nanga Parbat.
Daniele Nardi, dal 2009, è Ambasciatore per i Diritti Umani nel mondo avvalendosi del 29° Diritto di “Responsabilità” e porterà con se, sulle vette del Nanga Parbat, l’Alta Bandiera dei Diritti Umani firmata da centinaia di bambini di tutta Italia.