Sopravvisse più di 20 ore sotto la valanga, diventa caso scientifico
Uno scialpinista sopravvive per più di 20 ore sotto una valanga. Era gennaio 2023, in Val Badia. Nonostante la temperatura corporea estremamente bassa e grazie agli sforzi del team di emergenza e di terapia intensiva dell’Azienda sanitaria altoatesina, la sua vita fu salvata.
La notte è stata tremenda. Avevo tanta paura, non volevo morire. Sapevo che non dovevo mollare, sapevo che non dovevo assolutamente addormentarmi, altrimenti sarebbe stata la fine.
Il caso dello scialpinista veneto – 54enne di Rovigo – aveva fatto il giro del mondo e ora finisce sulla stampa scientifica.
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“Il fatto che abbia avuto esito positivo, nonostante il lungo tempo di sepoltura, la temperatura corporea molto bassa e l’estremo congelamento, rende questo caso spettacolare”, afferma Hermann Brugger, medico d’emergenza e fondatore dell’Istituto di medicina di emergenza in montagna di Eurac Research.
La vittima sepolta è stata portata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Bolzano. Sotto la direzione del primario Marc Kaufmann, sono iniziati immediatamente i lavori di riscaldamento del corpo. Sono stati utilizzati due soffiatori per distribuire aria calda (fino a 40 gradi) sulla superficie corporea utilizzando il principio della convezione. Questa tecnica non invasiva è stata in grado di riscaldare il paziente di 3,5 gradi Celsius all’ora. Fu salvata addirittura una mano gravemente congelata.