Il Corno delle Alpi da richiamo delle mucche a strumento di musica classica e jazz

I corni delle Alpi sono tra i primi esempi di strumenti a fiato in legno realizzati dall’uomo. La sua nascita é attribuita alla Svizzera intorno alla metà del XVI secolo.
I pastori utilizzavano il Corno delle Alpi per richiamare le mucche dal pascolo verso la stalla e anche per tranquilizzare le stesse durante il periodo di mungitura. Veniva utilizzato anche come richiamo per invitare la gente che abitava a valle alla preghiera serale.
Quando iniziarono a nascere le prime forme di industria casearia a valle il Corno cominciò la sua fase declinante e veniva utilizzato sempre di meno e finì per perdere la sua principale funzione. In compenso, col passare degli anni, iniziò ad occupare un posto importante come strumento musicale, infatti venne affidato a musicisti professionisti per essere impiegato come attrazione turistica e simbolo della Svizzera.
Il corno delle Alpi é lungo 3.5 metri. Nonostante, o forse proprio perché, è costruito in maniera così semplice, il corno delle Alpi è uno strumento piuttosto difficile da suonare. Infatti, mentre tutti gli altri strumenti a fiato hanno avuto evoluzioni tecniche, il corno delle Alpi ha conservato la sua forma originaria. I musicisti considerano questo strumento in legno appartenente alla famiglia degli ottoni, in quanto per suonarlo occorre la stessa tecnica. Nel suo timbro inconfondibile, tuttavia, il corno delle Alpi combina la pienezza di un ottone con la morbidezza di uno strumento a fiato in legno.

corno delle alpi
Sebbene l’uso e la tecnica per suonare i corni delle Alpi siano ripetutamente cambiati tra il XVI e il XX secolo, la sua forma è molto simile. Il corno delle Alpi è tutt’oggi un lungo tubo conico curvato all’estremità come il corno di una mucca. Fino agli anni Trenta del Novecento si utilizzavano, per costruire i corni delle Alpi, “mascelle” giovani e storte nei punti acuminati. Poiché questo legno alpino cresce lentamente, gli anelli sono molto vicini gli uni agli altri. Tutti i tronchi vengono incisi, scavati e riassemblati. Gli attuali costruttori di corni delle Alpi utilizzano anche altro legno come il frassino o altri materiali: è così che ci sono anche corni in Carbon. Anche la tecnica è cambiata, ora le varie parti vengono incollate insieme e intagliate a forma. La lavorazione con la sgorbia dura più di 70 ore. I pezzi scavati e riassemblati vengono tenuti insieme con anelli. Un piccolo piede d’appoggio in legno stabilizza il corno delle Alpi. I corni vengono quindi avvolti con canna d’India (rattan). Un tempo si impiegavano anche nastri di lino, anelli di metallo, ossa o legno e strisce di corteccia di ciliegio o betulla. Da circa cent’anni, un “bocchino aiuta a controllare meglio il fiato e quindi le note.

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L’Associazione svizzera di Jodel, a cui appartengono i suonatori di corno delle Alpi, conta attualmente circa 1800 musicisti in Svizzera e nel mondo e il numero è in aumento. I musicisti di corno delle Alpi si esibiscono alla Festa federale di Jodel, alle processioni della Federazione svizzera dei costumi e al Festival Internazionale Alphornfestival di Nendaz. Inoltre, anche nella musica classica si trovano suonatori di corno delle Alpi (Sinfonia pastorella per corno delle Alpi e archi in Sol Maggiore, Leopold Mozart o Parthia su strumenti di contadini di Georg Druschetzky), nel jazz o in diversi esperimenti di musica contemporanea.

Ivan Iarrobino
i.iarrobino@mountlive.com

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